II - Salvezza.

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La stanza si fece di colpo più fredda e una nebbia violacea aveva iniziato a fare capolino

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La stanza si fece di colpo più fredda e una nebbia violacea aveva iniziato a fare capolino. Near deglutì con difficoltà.

-I confini tra i vari mondi sono molto sottili in questo momento. Klara, adesso o mai più, chiamala.

La donna annuì e richiuse gli occhi. Mise una mano avanti e attorno a lei iniziò a comparire qualcosa di più compatto della nebbia misteriosa.

Più passava il tempo, più diventava delineata e chiara.

Una lunga striscia di materia nera, volatile e distorta, iniziò ad occupare la stanza, ulteriori due strisce, simili a lunghe braccia con estremità somiglianti a dita, avvolsero leggermente Klara, e infine, quella che sembrava una testa, nella quale materia oscura si erano ritagliati lo spazio necessario una bocca e due occhi sovrannaturali e indescrivibili, accompagnò il tutto, dimostrando di essere una presenza proveniente da un altro piano esistenziale.

Quella figura spaventosa tutta curva che districava la sua materia oscura nella stanza era sicuramente la Morte.

Non c'era luce in quei buchi che dovevano essere gli occhi, e non c'era speranza in quella voragine che doveva essere la bocca.

Ma nonostante l'aspetto intimidatorio, non fece del male a nessuno, si limitò ad osservare incuriosita. In primis Klara e infine gli altri.

-La Maledizione della Morte... l'hai appena debellata. Sei stata fortunata, umana. Perché hai richiesto la mia presenza?

Parlava lentamente, facendo grandi pause tra una parola e l'altra, come se prendesse aria, ma non c'era nessuna cavità nasale che potesse far pensare che quello fosse un respiro vero e proprio.

-Richiedo che davanti al tuo tribunale imparziale siano presentate le richieste e i casi dei tre umani Raiko Masakuro, Darius Montpelliére e Nate River.

La Morte alleggiava i suoi arti deformati nello spazio libero della stanza, si poteva capire da quel suo respiro ultraterreno che stava riflettendo sulla richiesta.

-Tu vuoi il Giudizio della Morte, umana?

-Sì.

-Comprendo. Ti ringrazio per la richiesta, ultimamente sentivo la necessità di intervenire. Più il tempo passa, più la mia autorità viene messa in dubbio. Specialmente dai miei stessi figli. Ma il mio potere e il mio ruolo sono assoluti. Sono antica quanto l'universo, e scomparirò solo con la fine dei tempi...

Dopodiché si avvicinò agli altri presenti nella stanza, osservandoli da vicino. Near fu l'unico ad avere il coraggio di guardare quella presenza negli occhi.

-La tua richiesta è accolta, Klara Schwarz.

La materia nera di cui era composta la Morte, avvolse tutta la stanza e i presenti. Quando Near, Darius e Raiko riaprirono gli occhi si ritrovarono in uno strano luogo, che voleva ricordare una maestosa sala di tribunale, con mobili neri e intagliati con cura, ma alle quali basi era presente una nebbia grigiastra che li sorreggeva, sotto i loro piedi non c'era un pavimento, ma ulteriore nebbia. Sembrava di camminare sul vetro, ma non c'era nulla di concreto che impedisse loro di cadere di sotto, era una situazione sovrannaturale che fu accettata in tutta la sua bizzarria.

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