III - L Lawliet. (SPECIALE)

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Stati Uniti, 1998

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Stati Uniti, 1998.

Irena Lawson sapeva esattamente cosa fare della sua vita una volta finito il liceo. Voleva studiare psicologia e per farlo le fu offerta una borsa di studio in un'università degli Stati Uniti.

Non ci dovette pensare due volte se accettare o meno tale offerta.

L'università a cui era iscritta offriva ai migliori alunni l'opportunità di fare esperienza anche nel campo lavorativo, la ragazza non se la fece sfuggire!

Ebbe per la prima volta contatti con persone che erano state riconosciute ufficialmente malate di mente e questo la fece maturare tanto e in fretta, ma mise a dura prova la sua di salute mentale, facendole capire che se voleva continuare questa strada, doveva essere forte.

Irena voleva continuare, perché il desiderio di aiutare gli altri era più forte della sua paura di fallire.

Nell'ospedale in cui faceva esperienza, arrivò un giorno una donna poco più grande di lei, la cui famiglia era stata massacrata sotto i suoi occhi.

Il trauma l'aveva fatta impazzire, a tal punto da essere ricoverata.

La donna vide la ragazza per la prima volta durante una visita del suo psichiatra. Lo psichiatra della donna era il maestro di Irena, ecco perché la ragazza si trovava lì, stava solo osservando una normale visita di routine.

Ma la donna, che non aveva parlato o reagito in nessun altro contesto, reagì solamente vedendo la giovane ragazza.

Da lì, con molta attenzione, Irena divenne l'unica persona con cui la donna comunicava. Il tutto veniva osservato da un gruppo d'esperti e la ragazza si sentiva abbastanza a suo agio nel suo ruolo.

Nonostante però il parere dei professionisti, Irena sentiva che qualcosa non andava.

Quando parlava con la donna, una strana sensazione si impadroniva di lei, come se fosse una specie di allarme.

Un allarme che l'avvisava che la donna fosse pericolosa e che stesse nascondendo qualcosa.

Irena, non riuscendo ad ignorare più questi presentimenti, iniziò a indagare sull'omicidio di cui la donna fu testimone.

Il tutto sembrava essersi risolto senza intoppi, i colpevoli avevano ormai pagato per il loro crimine e le prove erano più che sufficienti per far valere l'accusa.

Più tempo passava con la donna e più questa migliorava, più si avvicinava il momento della sua dimissione dall'ospedale. Ma la sensazione di pericolo non aveva abbandonato Irena, anzi era solo che peggiorata.

Alla fine decise di fare qualcosa di molto impulsivo.

Erano passati sei anni dall'ultima volta che aveva visto L o comunicato con lui.

In questo arco di tempo, l'idea di chiamare il numero che Watari le aveva lasciato per le emergenze la tentò spesso, però non lo fece mai, perché capì che non era una buona idea riprendere quel contatto.

Death NoteSWhere stories live. Discover now