II - Darius Montpelliére.

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"Calmati, Darius, calmati! È veramente successo, accettalo e digeriscilo

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"Calmati, Darius, calmati! È veramente successo, accettalo e digeriscilo. Hai appena ucciso un uomo, con la stessa arma che ha utilizzato Kira. Avrai tempo dopo per gestire il trauma, adesso devi tornare lucido e occuparti di questo enorme, mostruoso problema. Esci da questa classe, dirigiti a casa tua e brucia quel quaderno!"

Darius respirò e prese coraggio, preparò lo zaino e si diresse fuori dalla classe, salutò il professore con un semplice gesto della testa.

Una volta fuori dall'università, prese a correre velocemente. Mentre correva chiamò qualcuno al cellulare.

-Hey, Azid, oggi passa a prendermi prima. Ti aspetto al solito posto.

Dal cellulare ricevette riposta.

-Certo, signor Montpelliére. Sarò lì fra cinque minuti.

La sua limousine arrivò al solito posto senza che dovesse aspettare troppo. Salì di corsa e potè finalmente calmarsi.

-Tutto a posto, signore? Sembra sconvolto.

-Non lo sembro, Azid, lo sono. Per favore, portami a casa, non mi sento bene.

-Certo signore.

Darius arrivò nella villa della sua famiglia, una casa da perfetto aristocratico. Corse sulla scalinata principale e sui corridoi che lo conducevano nella sua biblioteca privata al secondo piano, ignorò la servitù, chiuse dietro di sé le porte e iniziò a camminare in tondo nella stanza.

"Cosa faccio?! Dovrei veramente bruciarlo? E se servisse alla polizia? No, a loro non serve, hanno giù incastrato Kira. È stato il detective Near. E se invece fosse stata tutta una storia inventata, e semplicemente Kira avesse smesso di uccidere perché il quaderno è scomparso, per poi comparire da me dodici anni dopo? Quindi questo quaderno dovrei portarlo dalla polizia! Ma no, non ha senso, non potrei farlo, dovrei confessare il mio crimine per non farlo testare ad altri. Poi, chi mai crederebbe a una storia così assurda?!"

Darius, per sfogarsi, fece cadere tutte le carte presenti sulla sua scrivania. Posò solo il quaderno e si appoggiò ad essa sui pugni con lo sguardo fisso su di lui.

-Ho deciso. Lo brucerò.

Darius accese un accendino che aveva in tasca, ma questo si spense perché qualcosa aveva soffiato su di esso.

Quando il ragazzo alzò lo sguardo, Doth, in tutto il suo infernale fascino, si era palesato davanti lui.

-Cosa pensi di fare, umano?

Darius rimase paralizzato con un groppo in gola talmente forte da impedirgli di respirare, si allontanò lentamente, poi cadde a terra e riprese a respirare, senza però togliere lo sguardo dallo Shinigami.

-Calmati, non ti farò niente, anche se devo dire che mi hai veramente deluso, Darius Montpelliére. Mi aspettavo grandi cose da te, ma ecco che ti becco con un accendino in una mano e il mio Death Note nell'altra. Deludente.

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