I - L Lawliet. (SPECIALE)

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Inghilterra, 1986

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Inghilterra, 1986.

Il signor Watari era abituato ad avere a che fare con gli orfani, ma quella volta non sarebbe stata la solita prassi; c'erano molte cose da prendere in considerazione affinché la personcina seduta davanti a lui potesse diventare una responsabilità del suo istituto.

-Ciao, Irena, oggi come stai?

Irena Lawson aveva sei anni. I suoi capelli castani e ondulati erano raccolti in due codini rimbalzanti. Muoveva avanti e indietro i piedi calzanti scarpette rosse, quando Watari si riferì a lei una di queste le scivolò dal piede.

-Un momento.

Disse con voce seria, ma risultò semplicemente tenera. Scese con un po' di difficoltà dalla sedia troppo grande per lei per riprendere la scarpa, se la rimise al piede e sorrise a Watari.

-Ecco fatto. Oggi sto molto bene, grazie. Ho potuto giocare al parco, perché oggi non pioveva e c'era sole.

-Sono contento. Come lo trovi questo posto? Ti piace?

Irena riprese subito a far dondolare le gambe.

-È una casa molto grande e ci sono tanti bambini, grandi e piccoli.

-Preferiresti stare a casa tua, vero?

-Sì, ma non si può fare. Mamma e papà non ci sono più, io non posso rimanere da sola nella nostra casa.

-Hai ragione, mi dispiace molto.

-Anche a me. Però, mamma mi ha detto che quando le persone buone muoiono, poi vanno in Cielo e vivono per sempre felici e contente insieme a Dio.

-Sono sicuro che sia così. Irena, adesso mi devi ascoltare bene. Se non capisci qualcosa di quello che ti dico, fammelo notare, va bene?

-Va bene, va bene.

-Ascolta, i tuoi genitori erano miei carissimi amici e in caso fosse successo loro qualcosa, io promisi loro di prendermi cura di te. Quindi adesso che loro non ci sono più, mi prenderò cura di te.

-Grazie, signor Watari.

-Per un po' di tempo vivrai in questa grande casa, insieme a tutte le altre persone che l'abitano.

Irena annuì, non ce la faceva più a stare lì seduta.

-Io non ho visto bambini o bambine della mia età, ce ne sono? Mi annoio a giocare sempre da sola o con i bambini piccoli piccoli, quelli grandi grandi non mi stanno simpatici perché sono scorbutici.

Watari sapeva che un bambino della sua stessa età c'era, ma non sapeva se era una buona idea farli incontrare.

L'istituto da lui presidiato si occupava di ragazzi molto particolari. I pochi orfani che ospitava possedevano capacità intellettive considerabili.

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