Ti porto via

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Hayato Passò tutta la notte al mio capezzale.
Vegliando il mio sonno indotto.

«Signore, dovrei parlarvi»

«Ci sono novità dottore?»

«Le ferite non destano più preoccupazione, stanno guarendo in fretta. Fin troppo.»

«Che volete dire?»

«La velocità con cui le ferite si stanno rimarginando, supera di gran lunga le nostre conoscenze sulla rigenerazione cellulare. Se consideriamo che solamente ieri erano ricoperte da abbondante materia purulenta. Ma c'è dell'altro. A un attento esame al microscopio, abbiamo notato delle anomalie nell'elica del DNA di Noa. Ecco, per farla breve, le eliche si rompono e si ricombinano, creando delle nuove... strutture. Ma, con i pochi dati che ho a mia disposizione non so quanto questo fenomeno possa essere pericoloso per la ragazza.»

«Si trasformerà?» chiese Hayato con la voce soffocata dal dolore.

«Ne sappiamo, ancora poco. I primi casi riscontrati erano persone infettate dalla tossina per via aerea. Sono morti e successivamente sono tornati in vita, trasformati. Ma non sappiamo se gli immuni alla tossina siano anche resistenti a un contatto fisico con queste creature. Quel che è certo è che qualcosa sta accadendo nel suo corpo, non sappiamo cosa. Ma temo che presto lo scopriremo.»

Hayato ascoltava quelle parole incredulo che stesse davvero accadendo.

«Signore, se posso permettermi, io suggerirei il Sarcofago per la stasi. Siamo di fronte a qualcosa di sconosciuto e la ragazza avrà senz'altro più possibilità se rallentiamo le funzioni vitali. Rallentando il battito cardiaco, la respirazione, riducendo il metabolismo al minimo e abbassando la temperatura corporea, rallenteremmo anche il processo in atto. Potremmo avere più tempo per scoprire cosa sia... mi dispiace non poter dirvi o fare altro. Inoltre,  ero presente quando la gente cominciò ad ammalarsi. Quelle urla di dolore, quei corpi straziati...»

«No,  non aggiungete altro. Noa non deve soffrire! È fuori discussione! Procedete pure con il Sarcofago, avete il mio consenso.»

«C'è un'altra cosa, se posso permettermi...»

«Dite pure dottore»

«Ecco, per la stima che ho nei vostri confronti è mio dovere mettervi al corrente di una situazione delicata di cui sono venuto a conoscenza...»

Hayato lo guardava in silenzio.

«Si tratta di alcune voci che iniziano circolare sul vascello... delle voci sullo stato di salute di Noa... la gente ha paura, Signore... non si sente più al sicuro sapendo che...»

«Era inevitabile. Allo stato attuale, il  laboratorio ha i mezzi e il personale per procedere all'evacuazione immediata e alla colonizzazione di un nuovo pianeta, lontano dal Pianeta blu?»

«Signore, la parte tecnica della missione è pronta, possiamo partire quando vogliamo... ma le scorte alimentari... quelle non sono sufficienti, neanche attraversando le Porte delle Stelle...»

«Non importa. Cambieremo i nostri piani. Cercherò un pianeta sufficientemente vicino e comunicherò al personale dell'equipaggio, e ai civili che vorranno seguirci, che noi partiremo oggi stesso. Non costringerò nessuno a seguirmi in questa missione. Chi non se la sente di affrontare questo viaggio, sapendo delle condizioni di Noa, è giusto che resti. Partirà in un secondo momento.»

«Contate pure su di noi Signore! Faremo tutto il necessario per il suo bene, non è sicuro per la ragazza restare qui.»

«A tutto l'equipaggio, decollo immediato! Nuova destinazione: LUNA

Ti porto via
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