Resta con me, Noa

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«Perché mi hai portato a casa?» chiesi con voce triste.

Non volevo interrompere quel momento magico.

Desideravo che le tue forti braccia mi stringessero ancora e...

«Non potevo. Rischiavi di ammalarti» rispose Hayato.

Ebbi un brivido freddo.

Speravo non fosse già troppo tardi.

Ero congelata.

Hayato prese dei teli asciutti.

Mi tolse di dosso quello ormai umido coprendomi con uno asciutto.

Prese un secondo telo per tamponare i capelli.

Mi fece accomodare sui cuscini e avvicinò uno scaldino chiuso con dei carboni ardenti al suo interno.

«L'avevi previsto» pensai a voce alta.

Prese una spazzola e cominciò a spazzolarmi i capelli.

Delicatamente.

Dolcemente.

«Che saresti congelata? Sì.»

«Mi conosci meglio di quanto mi conosca io stessa» sospirai.

«Ti conosco da quando sei nata.»

Continuava a spazzolare i miei capelli.

«Se mi ammalerò dovrai prenderti cura di me.»

«Adoro prendermi cura di te» rispose.

Sorrisi.

«A che punto sono?»

«Manca ancora un po'»

Che meraviglia, pensai.

Non sapevo che farsi spazzolare i capelli potesse essere così piacevole.

«Dove vai?» chiesi allarmata.

«A prenderti degli abiti asciutti.»

«No...»

Non riuscii a trattenermi.

Hayato si voltò.

«Sì... va bene» sussurrai.

Avrei voluto restare così.

Semplicemente avvolta nel mio telo.

D'un tratto consideravo i vestiti una barriera tra me e Hayato.

Tra i nostri corpi.

Al solo pensiero abbassai il capo per la vergogna.

Cercavo di nascondere il viso.

Le guance cominciavano a prendere fuoco.

Il Libro del Corvo Onde histórias criam vida. Descubra agora