Scelgo te

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Un giorno, mentre ero in giardino tentando di dipingere un acero rosso con scarsi risultati, fui interrotta da alcune voci provenienti dal viale.

Vidi un uomo venire verso di me. Con fare alterato.

«Padrona, ho cercato di fermarlo ma...»

«Non ti preoccupare, ci penso io, vai pure. Grazie.»

«Volete che chiami il padrone?»

«Yōsuke lo sai che in questa casa non ci sono padroni. Comunque non ce ne sarà bisogno. Mio padre non si fermerà molto.» risposi spostando lo sguardo su mio padre.

«Grazie padrona.»

Sospirai. Yōsuke era una causa persa.

«Sedetevi Padre, perché siete qui?»

«Ora ci facciamo chiamare padrona, complimenti...»

«Suppongo non siate venuto qui per questo.»

«Quello che ho da dirti richiederà pochi minuti del tuo tempo. Entro domani al tramonto ti voglio a casa! O non sarai più mia figlia! Hayato mi ha tolto mia moglie, non permetterò che porti via anche mia figlia!»

«Ma che dite, siete impazzito?»

«Vedo che non ti ha detto la verità su tua madre!»

«Vi sbagliate, mi ha raccontato tutto...»

«La sua versione, probabilmente!»

«La verità!»

«La verità è che per salvare te ha perso tempo prezioso e mia moglie è morta! Se fossi andato io a cercarla, ora sarebbe viva!»

«Tua moglie era anche mia madre e dovreste essere felice che io sia viva.»

«Se mia moglie è morta, la colpa è solo vostra! Domani al tramonto, o non avrò mai avuto una figlia! E a quanto vedo forse sarebbe meglio che tu restassi qui. Non sono sicuro di volere come figlia una donna che giace con un uomo senza essere la sua sposa!»

«Vi sbagliate sul conto di Hayato. Lui si è sempre rivolto a me con il massimo rispetto. Parola che a voi ora sembra sconosciuta e visto come stanno le cose, vi dico subito che il mio posto è qui, al fianco di Hayato. E niente e nessuno potrà convincermi del contrario. E ora se non vi dispiace, tornerei al mio disegno!»

Detto questo se ne andò.

Rimasi senza parole.

L'uomo che aveva pronunciato quelle parole tanto crudeli era mio padre.

Come aveva potuto venire qui a sporcare con i suoi insulti questo luogo di pace.

Presi il pennello, ma mi tremava la mano per l'agitazione.

Lo misi nell'astuccio.

Sospirai.

«Noa...»

Mi voltai, era Sakura. Yōsuke l'aveva chiamata, intuendo la mia difficoltà.

«Yōsuke mi ha riferito della visita di tuo padre e mi ha chiesto di raggiungerti, ma vedo che è già andato via. E tu mi sembri turbata.»

«Yōsuke è un brav'uomo. Tutti qui siete delle persone meravigliose.»

Sakura mi ascoltava in silenzio.

«Mio padre ha detto delle cose orribili su Hayato e su di me. Io posso sopportarlo, ma non tollero che si dica qualcosa di male su di lui.»

Sakura prese posto accanto a me.

«Come sta venendo?» chiese, guardando il mio capolavoro.

«Un disastro, un vero disastro. Hayato è così bravo con la spada con gli acquerelli, con le orchidee. Cosa ci trova in me, Sakura, me lo dici?»

«Ah, bambina mia, quando si ama, si ama e basta. È qualcosa che senti nel tuo cuore, non lo puoi spiegare. Sai solo che quella persona è parte di te, e non puoi vivere senza.»

«Mio padre ha detto delle cose terribili, ci incolpa della morte della moglie! Mia madre! Ti rendi conto? Non lo riconosco più. Non dire nulla ad Hayato ti prego, non voglio turbarlo. È un mio problema, lo risolverò io.»

«Sai che puoi dire tutto ad Hayato. E per quanto riguarda tuo padre, gli passerà, vedrai. Si è reso conto all'improvviso che sei diventata una donna. Ha paura di perdere anche te.»

«Non ne sarei così sicura. Aveva lo sguardo carico di odio.»

❤️

Il Libro del Corvo Where stories live. Discover now