Il Pianeta Nero 2 Parte

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Percorsero il cunicolo e al termine di esso trovarono un grande masso che, ad un'osservazione più attenta, non sembrò essere una formazione rocciosa naturale, ma deposto lì di proposito.

Incuriositi, lo pulirono dalla polvere.

Il masso presentava sulla sua superficie delle strane incisioni.

Il masso presentava sulla sua superficie delle strane incisioni

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Forse un sigillo mistico?

Contattarono la Base per ricevere istruzioni.

La situazione era strana e potenzialmente pericolosa.

Purtroppo in quel cunicolo le comunicazioni erano interrotte.

Avrebbero dovuto prendere loro stessi una decisione.

Il buon senso suggeriva di lasciare tutto come l'avevano trovato e di fare ritorno a casa.

«Secondo voi cosa dovremmo fare?»

«Non lo so, ma non avremo ossigeno ancora per molto.»

«È vero, ci resterà ancora un 45% circa.»

«So che dovremmo tornare a casa ma, la curiosità mi spinge a procedere con la missione. Vorrei capire con cosa abbiamo a che fare. Chi è con me?»

Tutti espressero il desiderio di portare a termine la missione.

Erano preda di una forza arcaica e misteriosa che li spingeva ad andare fino in fondo.

Una forza oscura li spingeva verso l'ignoto, contro la loro volontà.

Costi quel che costi.

Come era possibile che quel sigillo si trovasse lì, su un pianeta disabitato, lontano decine di anni luce da loro?

Perché nessuno sapeva della sua esistenza?

La curiosità cresceva sempre più.

Il tempo stringeva, dovevano agire in fretta.

Era chiaro che qualcuno voleva proteggere qualcosa, forse un ingresso?

E per cosa? Forse una camera segreta?

C'era solo un modo per scoprirlo.

Prendendo tutte le precauzioni del caso, piazzarono una piccola carica esplosiva sufficiente a far saltare la roccia, senza danneggiare la volta della caverna. O sarebbe crollato tutto.

La carica esplose, spaccando la roccia quanto bastò per permettere alla squadra di entrare.

Come avevano ipotizzato, il sigillo nascondeva una camera di forma quadrata scavata nella roccia.

Anch'essa non sembrava una formazione naturale, ma opera di una mente intelligente

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Anch'essa non sembrava una formazione naturale, ma opera di una mente intelligente. E

Al suo interno trovarono due sarcofagi di marmo, di semplice fattura.

Riuscirono ad aprirli.

Ogni sarcofago conteneva un corpo mummificato.

In tutto simili a noi.

Lo stupore aumentò, così come la curiosità di sapere a chi appartenessero quei corpi e soprattutto, chi li avesse deposti con cura dentro i sarcofagi.

Il pianeta non presentava le condizioni necessarie da permettere la vita.

Per come la conoscevamo noi.

Non potendo trasportare i corpi, poiché troppo complicato, scattarono delle foto, del sigillo e della camera, e di tutto l'ambiente circostante.

In ultimo prelevarono dalle mummie dei campioni di tessuto da consegnare al laboratorio di analisi.

I 5 Saggi furono immediatamente messi al corrente dell'accaduto.

La spedizione sul Pianeta Nero era stata un vero successo, e stavano tornando a casa con un carico estremamente prezioso.

Entusiasti, i Saggi si recarono al laboratorio per vedere con i propri occhi l'esito positivo della missione.

Per cominciare vollero vedere le immagini repertate. Avevano sentito parlare delle strane iscrizioni, ed era necessaria la loro presenza in laboratorio per decifrarle.

Quello che videro li lasciò sgomenti.

Si riunirono immediatamente nella Stanza dei Saggi.

Presero il Libro del Corvo, lo poggiarono sulla Tavola Rotonda e confrontarono l'immagine del sigillo trovato sul pianeta con l'immagine impressa sul frontespizio.

I simboli coincidevano. Non c'era ombra di dubbio.

Hayato aveva temuto questo momento.

Forse, avevano aperto la porta a qualcosa di sconosciuto.

Di terribile.

Avvisarono immediatamente il laboratorio.

Occorreva disintegrare quei tessuti con la massima urgenza, perché potenzialmente molto pericolosi.

Purtroppo la disposizione arrivò troppo tardi.

I tecnici di laboratorio avevano già prelevato i campioni e iniziato le consuete analisi.

«Abbiamo osservato il protocollo e lavorato in sicurezza» rassicurarono.

«In questo caso il protocollo standard non è sufficiente, ci troviamo difronte a qualcosa che credevamo appartenere alla mitologia della nostra creazione» disse Hayato entrando nella sala.

«Non siamo preparati per fronteggiare questa minaccia» continuò.

«Ma da cosa dobbiamo difenderci?» chiesero gli altri Saggi.

«Dal male primordiale!» rispose Hayato.

Hayato fece chiamare il suo messaggero.

«Vai da Noa e dille di chiudersi in casa. Ricordale di tenere la spada sempre con sé. Lei non ci pensa mai, dice che... Resta con lei. Proteggila come se fosse la mia stessa vita. Se non dovessi tornare... dille che... sarò sempre con lei.»

«È un onore per me Hayato» rispose Aoi.

Fece un inchino e se ne andò.

❤️

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MandalorSkyrd

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