Non ti lascio solo

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«Chi sarà?»

«Non lo so, ma non è un mio problema. Non più» sospirò.

Lo sentivo distante.

La ruga in mezzo alla fronte.

La sfiorai con un dito.

«Perché non vai a vedere di che si tratta, poi deciderai il da farsi» sussurrai.

Sapevo che, se ci fossero stati dei problemi, Hayato non si sarebbe mai tirato indietro.

«Farò come dici» sussurrò.

«Fra un po'.»

«Ora voglio tenerti stretta tra le mie braccia. Nulla è più importante di te» sussurrò.

Il nostro è un amore fatto di sguardi
Ognuno si perde negli occhi dell'altro
Un amore fatto di languide carezze
Teneri abbracci
Dolci baci
La tua energia mi avvolge
in un crescendo di emozioni
Vorrei costruire una cupola di cristallo 
dove fermare il tempo
sulla nostra casa
sul nostro parco
sul nostro piccolo mondo
Lasciando tutto il resto fuori

Hayato mi guardava con gli occhi più dolci che poteva, mentre mi accarezzava.

Gli sorrisi.

Sapevo che doveva andare.

Annuii.

Mi abbracciò.

Sentivo la sua sofferenza.

«Ti accompagno» dissi.

Non ti lascio solo

«Il mio programma di restare chiusi in questa stanza è solo rimandato» sussurrai.

Hayato annuì.

Ci cambiammo d'abito e ci recammo nella sua stanza.

Dove Hayato discuteva di questioni politiche e di affari.

L'uomo che ci attendeva era Aoi, l'incaricato di recapitare i messaggi urgenti ai Saggi.

Un uomo fidato che più volte aveva dato prova di lealtà nei confronti di Hayato.

Sakura lo fece accomodare nella stanza di Hayato, pregandolo di attendere.

Un tempo non precisato.

Sebbene l'ospitalità fosse sacra, Hayato e io eravamo al di sopra di tutto.

Sakura non ci avrebbe mai disturbato.

A meno che non venisse giù la casa.

E io l'adoravo anche per questo.

L'uomo in questione portava con sé pessime notizie.

Pregò Hayato di presentarsi con la massima urgenza a Palazzo.

«Mi dispiace ma io non sono più il Saggio della Guerra. Non ho più alcuna autorità» rispose Hayato.

«Lo sappiamo, ed è stata una grave perdita, ma non sono i Saggi a mandarmi. Siamo tutti noi che ti chiediamo aiuto. Ti supplichiamo.»

«So bene che voi siete stati sempre leali con me. E non lo dimenticherò mai.»

Hayato non voleva essere coinvolto.

Ma l'altro non voleva accettare un rifiuto.

In breve gli raccontò il motivo della loro preoccupazione.

«La spedizione sul pianeta sconosciuto ha avuto luogo. L'equipaggio sta rientrando e fonti non ufficiali parlano del ritrovamento di qualcosa che stanno portando sul nostro pianeta. Il punto è che non ci fidiamo dei Saggi.»

«Io posso fare ben poco dal momento che in passato non mi hanno ascoltato e la spedizione è stata autorizzata. Non vedo perché ora dovrebbe essere diverso» rispose.

Gli sfiorai un braccio.

«Hayato, hanno bisogno di te, vai a vedere di che si tratta» sussurrai.

Mi guardò.

Leggevo sofferenza nei suoi occhi.

Dovevo essere forte, fargli capire che poteva contare su di me.

Era di vitale importanza, non poteva rifiutarsi.

«Vai, so quello che devo fare. Fidati di me. E poi c'è Sakura.»

Ostentavo una sicurezza che non avevo.

Ero terrorizzata.

Ma dovevo convincerlo che ero in grado di badare a me stessa.

O non sarebbe mai andato.

Continuava a guardarmi.

Annuii, sorridendo, sicura di me stessa.

Mi abbracciò.

«Oh Noa, Noa. Sento che sei terrorizzata. Anche se fai di tutto per nasconderlo. Dimmi, come faccio a lasciarti» mi sussurrò all'orecchio mentre mi stringeva forte a sé.

«Perché i 5 Saggi sono degli incapaci. E perché se accadesse quello che temi, senza che tu abbia potuto fare qualcosa per scongiurarlo, non te lo perdoneresti mai» risposi.

Prese il mio viso tra le mani cercando i miei occhi.

«E potrebbe trattarsi semplicemente di innocui sassi colorati» conclusi sorridendo per sdrammatizzare.

Strinse le lebbra.

Mi baciò sulla fronte.

«Resta in casa, se ci sono problemi verrò immediatamente a prenderti.»

Continuava a guardarmi.

Non sopportavo la tristezza nei suoi occhi.

«Ti prometto che non mi separerò mai dalla mia spada e non mi allontanerò mai da Sakura. Promesso. Vai e non pensare a me.»

Non c'era tempo da perdere.

Mi baciò di nuovo e se ne andò.

Non c'era tempo per i saluti.

Per i nostri interminabili saluti.

Lo accompagnai con lo sguardo fin dove mi fu possibile.

Speravo ogni singola volta di vederlo tornare indietro

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Speravo ogni singola volta di vederlo tornare indietro.

Non mi permetteva di accompagnarlo.

Vederlo andare via mi faceva impazzire.

Ma volevo dargli la certezza di sapermi a casa.

Al sicuro.

Avverto la solitudine
Il vuoto
Lo smarrimento che mi opprime
ogni volta che ti allontani da me

Sensazione che col passare dei giorni, anziché diminuire, diventava sempre più forte.

Sapevo che se c'era qualcuno in grado di risolvere una situazione critica era Hayato.

Speravo solo che la mia presenza non interferisse con le decisioni che avrebbe dovuto prendere.

Rientrai in casa.

Sakura mi stava aspettando.

Ora che non mi vedeva potevo dare sfogo a tutto il mio dolore.

Piansi fino all'ultima lacrima.

❤️

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