Capitolo 25 (Prima parte)

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"Credi di conoscerle le persone;
scansi via quella che a pelle non ti ispira
e ti tieni vicino quelle che invece
credi essere le più perfette.
A volte, però, è proprio la pecora nera
l'unica che ti lascia senza parole."

-Emory Scott-

Emory –Oggi-

Vuoto.

È vuota la strada mentre la pioggia cade incessante da questa mattina; le macchine sono tutte ferme posteggiate ai lati e di rado se ne vede una camminare nel mezzo.

È vuoto il parco giochi vicino la scuola; le giostrine oscurate dalle mille nuvole nere e piene d'acqua, le punte degli alberi lievemente piegate di lato dal vento che inizia a prendere piede. Si muove tutto: girelli, altalene, le spesse corde del percorso ad arrampicata... sembra che lì in mezzo ci siano decine di bambini fantasma ma nemmeno questa scena riesce a toccarmi mentre la guardo da una finestra che non è la mia. Molto probabilmente, se fosse capitato in un altro momento, avrei tirato la tenda e avrei smesso di guardare quel parco giochi, eppure non lo faccio perché tanto ogni cosa che guardo da tre giorni a questa parte è come se non la stessi guardando affatto.

Continua ad essere tutto vuoto, vuoto proprio come la mia testa; ci ho provato a pensare, a realizzare ogni cosa successa, a mettere insieme i pezzi per completare il quadro, ma se un pezzo te lo perdi per la strada allora il quadro completo non lo potrai mai vedere.

Sono troppe le cose da collegare, troppe quelle da accettare e troppe le persone che in questo momento mi ritrovo ad odiare, e il mio cervello, poi, si rifiuta di collaborare. Nemmeno lui accetta il fatto che fino ad ora ho vissuto in un mare di bugie.

E le bugie fanno male, ma il dolore che ti invade quando subisci un tradimento da parte di qualcuno su cui riponevi la più piena fiducia non lo batte nessuno.

Penso ai miei genitori, a come sono cambiati dopo l'uscita dall'ospedale e a come hanno iniziato a cercare di tenermi sotto una campana di vetro; adesso capisco che non lo facevano per paura che potessi farmi male di nuovo, lo facevano solo perché avevano paura che avrei scoperto tutto quanto.

Penso a Ryan, alle mille cazzate che mi ha raccontato, alla prima volta in cui mi ha tolto i vestiti dicendomi di stare tranquilla perché, anche se io non lo ricordavo, in passato ci eravamo già spogliati. Ora mi chiedo quanto di vero ci fosse in quella frase e se davvero in passato ci eravamo già spogliati a vicenda.

Penso a mia nonna, ai sorrisi rugosi e sinceri che mi ha rivolto giorno dopo giorno e alla felicità che le ho visto stampata sul viso quando i Cole hanno fatto rientro a casa... Lei non era spaventata dalla loro presenza eppure tra le mille parole che mi ha detto me l'ha tenuta nascosta lo stesso la verità.

Piano piano collego i discorsi di Vincent...

Una volta non è adesso.

Voi vi distruggerete a vicenda, solo che lui è troppo debole per ammetterlo e tirare un freno.

A modo suo ci ha provato a lanciarmi frecciatine, ha cercato di mettermi in guardia quando mi ha detto che dovevo cercare di non fargli perdere più il controllo come avevo fatto la sera in cui l'avevo spinto a baciarmi. Credevo ce l'avesse con me per qualche motivo in particolare quando alla fine stava cercando solo di proteggere me e suo fratello da un casino totale.

E piano piano, impegnandomi sui più piccoli dettagli, collego anche tante altre cose; il tenersi a distanza di Mayson, quegli sguardi duri che a volte mi rivolgeva, quegli attimi di silenzio in cui si chiudeva quasi estraniandosi dalla realtà. In alcuni momenti era il Mayson che ricordavo io ma in altri sembrava essere completamente un'altra persona, ed è questo prototipo che esiste adesso perché il vecchio lui, in qualche punto della sua strada, è morto e sepolto. Quella versione passata non me l'avrebbe mai tenuta nascosta una cosa del genere.

I Ricordi che ho di teWhere stories live. Discover now