58. Cumulo di Bugie

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Sbuffo. Sto provando troppe emozioni tutte insieme, e la cosa mi sta mandando in tilt.

«Non ci porterà da nessuna parte, continuare a giocare con Seth. Dobbiamo arrenderci e fare come mi ha ordinato.»

«Allora, smettiamola con questo assurdo piano. È inutile continuare a mentire a Bridget. Non intendo continuare così. Ma non ti permetterò di dirle ogni cosa stasera. L'ho appena ritrovata e non voglio rovinare tutto.»

«Vedo che non riesci proprio a capire. Se remiamo contro Seth, saremo inghiottiti dall'acqua. Quindi, faremo come vuole lui. Punto» sibilo, bruciandogli le mie iridi nere addosso.

So che Ryan non riesce a sostenere il vuoto che c'è nei miei occhi; infatti, distoglie i suoi.

«Sapevo che non potevo fidarmi di te. Vuoi voltarmi le spalle, giusto?» intuisce, sdegnato. «Sei sempre stata dalla parte di Seth, vero?»

«Se è l'unica alternativa che ho, sono costretta a farlo. Adesso, se non ti dispiace, vado da Mark» decido, per poi voltargli le spalle e incamminarmi verso l'ufficio del direttore.

«Bene, Mackenzie, fallo. Porta la distruzione in questa scuola!» grida Ryan, dietro di me. Mi fermo e mi giro di nuovo a guardarlo. I suoi occhi mandano scintille di rabbia e delusione, quando dice: «Sei solo un mostro assetato di vendetta, come il tuo sporco creatore. Sono stato uno stupido a fidarmi di te. D'altronde, sei un'Ombra, e tutto ciò che vuoi è morte. Ma sai qual è il vero problema, Mackenzie? Il vero problema è che mi sono innamorato di te e, nonostante sapessi che questo mi avrebbe portato alla rovina, ti ho comunque dato ascolto. Non avrei mai dovuto!»

Le urla di Ryan rimbombano tra le pareti del corridoio del piano terra, producendo un'eco che mi rimbalza contro e mi perfora i timpani.

Le sue parole mi fanno un effetto strano. Mi colpiscono al centro del petto e, per un momento, non riesco a respirare. Una sensazione sconosciuta mi inchioda prepotentemente; la mia testa vortica solo intorno a ciò che ha detto. Più ci penso, più la sensazione aumenta.

È questo che sentono le persone che soffrono? È questo, il dolore? Mi fa male il cuore e sento gli occhi inumidirsi.

Ryan sgrana le palpebre e diventa all'improvviso pallido. Mi fissa, terrorizzato. Sento qualcosa graffiarmi la guancia. Mi sfioro la pelle e sui polpastrelli vedo una goccia d'acqua.

Una lacrima.

«Sto piangendo» realizzo in un sussurro.

«Com'è possibile?» si chiede Ryan, ancora spaventato, avvicinandosi.

Mi strofino il pollice sugli zigomi e li sento bagnati. «Non ci credo, sto piangendo» ripeto, esterrefatta.

Allunga una mano sul mio viso, guardingo, e mi sfiora la guancia. «No, non è un sogno.»

Mi accorgo che le lacrime hanno smesso di scendere. Sento le ciglia umide e la gola arida.

«Io penso che siano state le cose che mi hai detto» mormoro.

«Ti ho ferita a tal punto da farti piangere per la prima volta in sedici anni?» Il sorriso in cui si piegano le labbra di Ryan non è sincero, ma amaro.

«Non lo so» farfuglio.

«Come ti senti, adesso?» indaga con cautela.

«Confusa. Tanto confusa. E anche un po'... triste, credo. Le pensi veramente, le cose che mi hai detto?»

«Non penso che tu sia un mostro, Mackenzie. E questa ne è la prova.»

«Sentivo male qui.» Indico la parte sinistra del petto. «Poi, le lacrime hanno iniziato a scendere.»

Il Segreto della DinastiaWhere stories live. Discover now