CAPITOLO 42

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Il cuore inizia a battermi forte, il respiro si fa più pesante, vorrei nascondermi ,ma le gambe sembrano essersi immobilizzate. Indossa un jeans largo chiaro e una camicia bianca sbottonata un pò sul davanti, mentre i capelli sono tutti portati dietro da una buona quantità di gel. < Ivan! > mi esce dalla bocca in maniera spontanea. Mi avvicino a lui senza rendermi conto di niente, rumori, urla, suoni. < Ivan > sussurro una volta dietro di lui. Si volta e guardandomi il sorriso che aveva prima si spegne facendosi subito più serio.

< Recel..? > domanda accigliato, annuisco < Ciao > mi sorride puntandomi gli occhi addosso.

< Ciao > dico intimidita, lo guardo talmente intensamente da riuscire a vedere una nota grigia nei suoi occhi ,è come se tutto questo tempo non fosse passato, come se l'avessi visto il giorno prima in quella stanza d'ospedale. Sembrano passare minuti in cui non ci stacchiamo gli occhi di dosso.

< Ciao io sono Noemi... > si fa spazio tra noi. Mi pone una mano davanti per presentarsi. Sono talmente presa da Ivan da non rendermi conto che è in compagnia di una ragazza bionda dai lunghi capelli. <... la sua ragazza > mi sorride. "Cosa?...la sua ragazza?" rimango immobile per qualche secondo tentando di capire quello che mi ha appena detto

< La sua ragazza? > pronuncio a fatica.

< Si...> dice lei guardando Ivan che ancora non sposta il suo sguardo da me.

< Bene...è stato...un piacere ora io, dov-rei proprio...andare > ma rimango immobile incapace di muovermi.

E' come se tutto quello che per anni ho sperato di avere non fosse mai esistito. Ho sperato che al mio risveglio lui esistesse realmente, che tutto quello che c'era stato tra noi fosse reale, ho sperato che spuntasse da quella porta d'ospedale tutti i giorni che sentivo voglia di lui e ho sperato che in questi mesi si facesse vivo almeno una volta, ma lui è' riuscito a dimenticarmi.

Mi volto di scatto per andarmene.

< No Recel aspetta! > mi chiama lui. < Resta qui...>

< Cosa? > domando

< E' da un po che non ci vediamo, resta > mi osserva

< Veramente al momento mi sembri impegnato...magari un 'altra volta > "voglio solo ritornare a casa e piangere fino allo sfinimento"

< No...noi ci stavamo salutando > guarda la sua ragazza. < Non è vero? > le domanda

< Già...> con sorriso sforzato < allora a domani amore > si avvicina a lui per poterlo baciare. Per poter baciare quelle labbra che tanto conosco, che credevo di conoscere.

< Si > ricambia il bacio. La osserva mentre si allontana < Allora....> mette le mani nelle tasche dei jeans.

< Scusa Ivan ma non me la sento proprio di restare qui con...>

< Ti vedo in forma > mi sorride

< Gia'...>

< Si..insomma sei riuscita a prendere peso > mi osserva i fianchi e le cosce < i capelli piu lunghi, il viso più solare...>

< Sono passati tre mesi...> puntualizzo

< Lo so > abbassa lo sguardo

< Lo sai.?..non mi sembra, dal momento che non mi sei venuto a trovare nemmeno una volta > lo scruto

< Ho pensato che sarebbe stato meglio così >

< Perciò se io oggi non ti avessi incontrato per caso con la tua ragazza, non ci saremmo più visti? Mai piu'... Era questo il tuo piano? >

< No > pronuncia solamente

< Va bene > mi volto per andarmene

< No Recel aspetta! > mi prende con cautela per il polso, rabbrividisco.

< Cosa...> alzo gli occhi al cielo

< Facciamo una passeggiata insieme...> mi supplica con gli occhi. Ci andiamo a sedere su una panchina del parco, nessuno dei due riesce a pronunciare una parola.

< Ascolta...Ivan tu non immagini nemmeno quello che ho dovuto passare...per tre anni mi sono immaginata di stare con te, tre anni! > puntualizzo < Tre anni di pianti, sorrisi, abbracci...di baci > lo guardo < poi un bel giorno mi sveglio e devo cercare di scoprire se tu esisti realmente o sei stato frutto solo della mia immaginazione...ma quando finalmente scopro che tu fai parte della realtà devo sopportare anche il fatto di sapere che tra noi non c'è mai stato niente, di sopportare il fatto che tu non mi guardi come mi guardavi come quando ero in coma, perchè nel mondo reale tu mi guardi con distacco...come se non ci conoscessimo. Ho sofferto per te, ho creduto che un giorno saresti tornato da me a raccontarmi quello che eravamo... > seguono secondi di silenzio

< Mi dispiace Recel...ma è complicato >

< Cosa? dirmi che prima del coma eravamo amici? Me lo ha detto Alice sai? > abbassa lo sguardo e scuote la testa.

< Perché non ricominciamo da capo e basta? > mi domanda

< Inizia col raccontarmi cosa c'era tra noi prima dell'incidente, come passavamo il tempo, le nostre uscite...hai qualche foto nostra? >

< C'è tempo per questo discorso >

< Lo sai che presto ricorderò tutto...ricorderò tutto quello che eravamo prima del coma, tutte le cose che ci dicevamo...anche se tu non me lo vuoi raccontare io presto ricorderò... >

< Lo so...> con tono basso

< Allora cosa aspetti? Raccontami...>

< Aspetto solo che tu ricorda...>

< E perché? > domando.

< Perché voglio che tu sappia la verità > aggrotto la fronte

< Di cosa stai parlando...io so' già tutto, so' cosa mi è successo...>

< No, io voglio che tu sappia tutta... tutta la verità >

MI RIMANI IN MENTE (Completa)Where stories live. Discover now