CAPITOLO 41

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Passano giorni, settimane, mesi ma di Ivan nessuna traccia. Sono passati ormai tre mesi da quando sono uscita dall'ospedale, tre mesi che non lo vedo. In compenso sono riuscita a prendere peso e a poter finalmente camminare decentemente.

< Dai, di nuovo....incomincia dall'inizio > dice Alice tutta euforica riferendosi a ciò che mi immaginai in coma.

< Ancora? Sarà l'ennesima volta che te lo racconto > sbuffo facendomi cadere sul letto di camera mia.

< Lo so ma è troppo bella >

< Gia...troppo bella per essere vera! > in tono spento abbassando gli occhi

< Ti riferisci a Ivan? > non commento < é strano sai? > mi dice e alzo lo sguardo verso di lei.

< Era sempre in ospedale, delle volte si addormentava anche lì, su quella sedia scomoda....mi è anche capitato più volte di vederlo parlarti, non so cosa ti dicesse, ma ha sofferto molto Recel, è stato un trauma vederti ogni giorno su quel lettino d'ospedale attaccata a macchinari che ti tenevano in vita per tanto, troppo tempo...> abbassa lo sguardo < e lo è stato anche per me...per tutti noi...vedi tu non lo ricordi ma eravate...> si blocca

< Cosa? Dimmelo ti prego... > in tono disperato

< Buoni amici...come me e te >

< Quindi prima del coma eravamo amici....> penso e tento di ricordare quei momenti < e perchè da quando mi sono svegliata invece di restarmi accanto come te, si è comportato come se non mi conoscesse? >

< Chiediglielo tu stessa....sono mesi che non vi vedete... >

< Non penso che gli interessi molto di me > seguono secondi di silenzio < e tu? Mi parlavi? > cercando di cambiare discorso

< Certo...sei sempre stata il mio diario segreto > ride

< Ohh, ma che onore > in maniera ironica < e sentiamo...cosa mi avresti raccontato? > chiedo curiosa

< Un pò di tutto...di me e Thom, come mi andava a scuola, sai probabilmente i miei discorsi hanno influenzato il tuo sogno, insomma non è poi così diversa la mia vita da come te la sei immaginata >

< No, non probabilmente...secondo il dottor Felton è così, tutto è stata un' influenza, tutto cio' che mi ha circondato prima e durante il coma > abbasso gli occhi

< Deve essere stato bello sapere di non essersi immaginata tutto > annuisco < c'è solo una cosa che vorrei davvero fare > con sorriso malizioso

< Cosa? > domando curiosa

< La gara in moto! > ridiamo abbracciandoci.

***

< Alison! esci dal bagno mi devo preparare > "certe cose non sono proprio cambiate" penso

< Cinque minuti! > urla cercando di sovrastare il rumore del phone

< Dai polentona! > dico da dietro la porta

< Dove devi andare? > mi domanda mia madre

< Vado a fare una passeggiata...>

< Ok, ma stai attenta > mi scruta. Quelle poche volte in cui sono uscita ,non ha fatto altro che elencarmi una serie di avvertenze indecifrabili ed é più che comprensibile

< Si mamma stai tranquilla > le sorrido.

Mi capita spesso di voler uscire a prendere una boccata d'aria, di poter sentire il vento sulla mia pelle, le risate dei bambini che giocano... tutto, rispetto al coma, è più amplifiicato.

Cammino con le cuffie alle orecchie guardando avanti a me, quando mi blocco improvvisamente.

MI RIMANI IN MENTE (Completa)Where stories live. Discover now