CAPITOLO 5

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< Come è andata a lavoro oggi? > mi chiede mio padre appena metto piede in casa. " Oh no bene.. se Ivan non fosse venuto proprio nel locale in cui lavoro, se non fossi arrossita per tutta la serata a modo peperone, sembrando una stupida!!!!!"

< Bene > mi limito a dire.

< Menomale > dice mentre è troppo preso a tagliare le patate per stasera. < C'è un telefono che squilla è mica il tuo? >

< Oh si! > mi affretto a consentire la chiamata. E' Alice tutta entusiasta nel dirmi che stasera c'è una festa alle dieci a qualche isolato da qui, accetto ma le impongo di venire a casa mia ad aiutarmi a prepararmi.

Intanto svuoto il mio"guardaroba" e metto sul letto tutti i vestiti più decenti che ho. "questo no, questo fa schifo, troppo rosa, questa maglia ci potrebbe stare...si ma con quale gonna!?" Per fortuna suonano alla porta "menomale"

< E' per me > urlo correndo alla porta.

< Ancora in pigiama sei! > mi rimprovera Alice.

< Ciao anche a te > dico alzando le braccia.

< Allora come mi sta questo vestito? > mi chiede facendo un giro su se stessa.

< Una favola > e non lo dico tanto per dire gli sta veramente bene, indossa un vestito nero attillato che gli mette in risalto il suo seno, ha delle scarpe con un po di tacco e le palpebre con un ombretto di un colore marrone tenue con un po di mascara, lasciando le labbra al naturale.

< Non so cosa mettermi > mi lamento portandola in camera < Fa tutto schifo > dico mostrandogli la marea di vestiti che ho sul letto.

< E' per questo che ci sono qua io > dice iniziando a dare un'occhiata.

< Si ma abbiamo poco tempo > mi lamento

< Tu va in bagno a farti una doccia, mentre io ti scelgo qualcosa da mettere >

< Va bene > entro in doccia e dopo dieci minuti sono fuori, con ancora l'asciugamano addosso entro in camera.

< Ecco qua! > dice Alice, mostrandomi il vestiario scelto tutta sorridente < Come ti sembra? >

< Bello! >mi stupisco " davvero quella roba viene dal mio armadio?"

< Dai prova! > dice porgendomi il capo scelto. Lo indosso.

< Ti sta una meraviglia! > dice osservandomi dallo specchio, dietro di me.

< Tu dici? > gli chiedo mentre mi osservo , mi vedo davvero bella. La minigonna nera larga lascia le mie cosce scoperte, la maglia rosa scuro dentro la gonna rende i miei fianchi slanciati e i miei capelli neri sulle spalle vengono risaltati dal colore della maglia.

<Ma Si certo, mia bella Racel >

< Bene allora andiamo > mi lancio prendendo la borsetta nera che ho appoggiato sulla sedia. Non abbiamo un passaggio perciò ci tocca farcela a piedi e ci impiegheremo circa venti minuti considerando che in macchina sono dieci minuti.

< Ciao mamma > alzo la voce mentre usciamo dalla stanza.

< Scusa dove pensi di andare vestita cosi'? > "ecco appunto, ci siamo!".

< Ad un festa >

< E quando avevi intenzione di dirmelo? > "cavolo! Me ne sono dimenticata"

< Non glielo hai detto? > mi chiede sotto voce Alice.

< No, me ne sono scordata > dico a denti stretti.

< Mi sono dimenticata di dirtelo, ma adesso lo sai > faccio per girarmi e andare verso la porta il più velocemente possibile.

< No, no, no, no tu non vai da nessuna parte > "cosa?"

< Dai ma'! >

< Non vestita cosi almeno, Daniele vieni un attimo! > chiamando anche mio padre. "ecco si pure, no eh ma perché non chiamiamo tutto il vicinato?"

< Si? > dice raggiungendoci in soggiorno dalla cucina con ancora le mani bagnate.

< Ma guarda come è vestita tua figlia! > dice indicandomi.

< Scusa dove devi andare vestita cosi'? > mi chiede.

< E' quello che gli ho detto pure io > continua mia madre.

< Scusate come devo andarci, col maglione? > dico bruscamente.

< Ecco Perché no? > dice mia madre.

< Stai scherzando vero? >

< Vatti-subito-a-cambiare! > dice con tono alto.

< Si dai Recel vieni > Alice mi prende la mano trascinandomi in camera.

< Ma...> < Non esiste che io mi cambi > sbotto.

< Si lo so, non si puo' andare ad una festa vestita con un maglione > bofonchia mentre cerca qualcosa sotto la marea di vestiti sul mio letto.

< Allora perché mi hai trascinata qui? > chiedo perplessa

< Perché ti metterai questo fantastico jeans lungo, e darai a me la gonna >

< Il senso di tutto ciò? >

< Io terrò la gonna in borsa e appena saremo fuori da qui, ti cambierai > "è un piano fantastico."

< Va bene > una volta cambiata usciamo dalla stanza.

< Brava, Cosi' va già meglio > dice mia madre.

< Si ok certo, adesso noi andiamo > esprimo con tono scocciato.

< Non mi rispondere cosi' o non andrai proprio da nessuna parte > mi urla dietro.

< Ok mamma >

< Ciao e non fate tardi! > aggiunge mio padre.

MI RIMANI IN MENTE (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora