CAPITOLO 15

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MAMMA DI RECEL

Capelli fin sotto le spalle, ricci scuri, con ciocche rosse, occhi verdi e fisico esile, Hanna, come ogni mattina, si alza presto, svegliata dal rumore delle sue figlie che si preparano per andare a scuola.

Prepara la sua colazione a base di latte e biscotti e subito dopo sveglia Jonas, prendendolo dalla culla, e con un urlo tenta di svegliare anche Luca < Luca! Svegliati! > invano, va a tirare su le tapparelle < Mh, ma'! > brontola girandosi sul letto, avvolto dal lenzuolo.

< Ciao ma' io vado > dice Recel precipitandosi verso la porta.

< Anche io > la segue sua sorella.

< Ok, mi raccomando state attente alle lezio...Jonas vieni subito qua, ti devo mettere ancora il pannolino! > cerca di acchiapparlo. < Luca! Ti sei fatto lo zaino? >

< No! Non ancora >

< E cosa aspetti! > essendo, come al solito, in ritardo si precipitano a indossare i giubbotti ed escono fuori casa per chiamare l'ascensore.

< Io, io > dice Jonas indicando il pulsante "T" dell'ascensore. Scendono.

< Luca! Lo zaino! Accidenti > dice Hanna vedendo Luca senza zaino dietro le spalle. Ritornano in casa per prenderlo.

Una volta in macchina lascia i ragazzi a scuola e si reca in un bar per prendere il caffè mattutino < Caffè macchiato, grazie > si siede ad un tavolino, ma neanche il tempo di sorseggiarlo che riceve una chiamata dalla scuola di sua figlia Recel , dove le chiedono la disponibilità per un colloquio in mattinata.

Hanna finisce il suo caffè, entra a fare la spesa nel supermercato sotto casa e poi si dirige verso la scuola.

Entra in questo androne molto grande, dove nel mezzo e' piazzata una scrivania con il bidello di turno.

< Salve, mi hanno chiamato questa mattina per fare un colloquio con la professoressa Giordano > L'operatore scolastico la invita a salire le scale per raggiungere il secondo piano. Bussa alla porta che mette in evidenza la targhetta "sala professori".

< Buongiorno cercavo la professoressa Giordano > rivolgendosi a una quindicina di professori che la stavano fissando. Appoggiati alla parete di sinistra color bianco panna, una decina di armadietti grigi, un appendi-abiti sulla destra e un grande tavolo in legno lucido al centro.

< Eccomi! > dice la professoressa poggiando il bicchiere di caffè, ormai finito, sul tavolo. < Venga pure con me > Ha capelli di un castano chiaro corti, occhi scuri e portamento elegante.

<Buongiorno, Io sono la professoressa di italiano, l'abbiamo convocata in quanto volevamo metterla al corrente di alcune stranezze nel comportamento di sua figlia. Non pensiamo sia nulla di grave , ma volevamo approfondire la situazione > si avviano in una classe vuota.

La professoressa rovista tra i mille fogli che ha davanti < Ecco, guardi, questo è un tema di Recel, ho notato che scrive poco e in modo superficiale, errori grammaticali, come vede, non ne fa > dice indicando le parole nel foglio, scritte in penna blu < ma è quasi come se non avesse nulla da raccontare o come se non volesse raccontare >

< Capisco...> dice Hanna senza saper cosa aggiungere

< Con sua figlia Recel, a dirla tutta, non ho mai affrontato questo argomento pensavo, insomma, che lei potesse dirmi qualcosa...>

< Ecco... Recel ultimamente è molto stanca, lavora e studia contemporaneamente, quindi sarà solo molto stressata >

< Va bene signora, ci fosse qualcosa di strano la richiamerò > dice la professoressa alzandosi dalla sedia e mostrando una lunga gonna nera professionale.

< Venga, mi segua, C'è un'altra persona che vorrebbe parlarle >

Escono dall'aula e dopo aver girato l'angolo la professoressa bussa alla porta davanti a sé.

< Prego > davanti a loro si trova una donna, capelli corti e chiari. < Salve io sono Burani, la psicologa della scuola, io e la professoressa di italiano, quale referente della classe, ci siamo confrontate e abbiamo ritenuto opportuno convocarla per un miglior chiarimento > .

< Salve > dice Hanna un po intimorita.

< Allora Io vado, buona giornata signora Person > la professoressa di italiano sorride e si congeda con un saluto del capo verso la psicologa e con una stretta di mano ad Hanna.

< Si accomodi pure > < Bene, vorrei parlarle di sua figlia Recel....> porta il busto in avanti < è venuta da me qualche giorno fa, lei ne sapeva qualche cosa? >

< No, assolutamente > dice Hanna in tono preoccupato

< Mi ha raccontato che le capita di avere dei ricordi....dei flashback, mettiamola cosi, che però Recel non ricorda di aver vissuto e fatica a ricordare cose che dovrebbero essere apparentemente banali. Lei mi sa dire qualcosa in più? >

< Io....non saprei insomma, non mi ha mai detto nulla >

< Allora, se a lei non dispiace preferirei fare un colloquio con lei e sua figlia, per capire gli elementi che mancano a Recel, insomma un confronto > dice la psicologa scrutando lo sguardo di Hanna

< No...Recel potrebbe soffrirne, meglio non aggravare la situazione >

< Quindi queste stranezze hanno un nome? C'è una diagnosi? >

< Ma si...eh che Recel soffre di... p-perdite di memoria occasionali, ma è una cosa di cui ci stiamo già occupando > dice velocemente

< Assume pscicofarmaci o tranquillanti? >

< No,no nulla di tutto questo >

< Va bene, se non le dispiace vorrei dare personalmente un'occhiata ai referti medici > dice scrivendo qualcosa sul suo taccuino

< Perché? > dice in tono poco convinto

< Semplicemente per andare incontro a Recel e non farla sentire inadeguata in alcune circostanze, si possono comunque fare delle terapie per il recupero della memoria > dice in tono ovvio

< Guardi, ultimamente sono molto impegnata ma appena possibile le faro' avere il tutto...> si alza dalla sedia saluta la psicologa e con una stretta di mano esce dalla stanza molto velocemente.

Uscendo dal suo ufficio la psicologa Burani si imbatte nella professoressa Giordano

< Come è andato il colloquio? > chiede la professoressa

< C'è qualcosa che mi turba e non mi convince , come sai non posso parlartene, ma me ne occuperò personalmente >

MI RIMANI IN MENTE (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora