OM†!

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Appena entrati nel S.Andrea, corsi verso un infermiere che lavorava nel piano sotto quello in cui ero ricoverato, lo avevo spesso visto parlare col Privitera, quindi ero sicuro che si conoscessero.
«Mi scusi, ha visto il dottor Privitera?» dissi col fiatone, venivo comunque da mesi passati steso su un letto in ospedale, e quindi non ero abituato agli sforzi fisici eccessivi, e uno improvviso mi lasciava sfiancato.
«Oh, sì, era preoccupatissimo, l'ho sentito dire che andava al terzo piano.» *Questo le cose le dice tranquillamente? E la privacy e cose così?* 
L'infermiere aveva una voce calma. Forse non era la prima volta che un tipo gli correva in contro, poi chiedergli di qualche dottore, insomma, eravamo in un ospedale dove le persone potevano farsi pompini a destra e a manca.
Presi mio padre per la mano, e poi ricominciai a correre verso l'ascensore. Premetti il pulsante verde e aspettai, sentiì la classica campanella e dopo il rumore dell'ascensore che scendeva troppo lentamente.
«Non voglio prendere le scale: sono tornato dall'Iraq ieri, non voglio correre a destra e a manca anche qui.» m'intinò mio padre.
Dieci minuti dopo eravamo al piano giusto. Vidi immediatamente una barella passarmi lì vicino.
Il cuore era a mille.
Il sangue era freddo.
La mia faccia era pallida.
Ne passò un'altra, ma questa volta c'erano il dottor Bontempi e Mattia, vicino. Corsi lì vicino, e afferrai il dottore Luca.
«Perché è lì?» urlai con tutta la forza che potevo avere in quel momento. Nessuno ci stava calcolando in quel momento, erano tutti presi dalla barella.
«Giorgio, calmati.» sussurrò.
«Perchè cazzo è lì?»
«Giorgio non te lo posso dire.» abbassò lo sguardo e lo vidi spaventato.
Lo lasciai e rincorsi Mattia.
  - Sala Operatoria -
Lessi soltanto, prima di ficcarmici dentro.
«Che succede qui?» urlai spaventato io, questa volta..
«Nulla, Giorgio va via.» rispose Mattia.
«No, ho bisogno di saperlo!» urlai ancora. L'uomo mi prese per le braccia e mi scosse.
«Ci stai solo mettendo ansia, va via.» disse un altro infermiere. Mi staccai dal dottore per dargli un pugno, quando fui fermato da un braccio robusto.
«Giorgio vieni che parliamo di quel bel bocconcino della tua amica.» mi calmò un pò mio padre.
Sentivo il cuore nel mio petto esplodere. Abbracciai mio padre e usciì lentamente dalla stanza.
«Giorgio, calmati, non aiuti così.» provò a calmarmi mio padre. Non stava affatto funzionando.
«Calmarmi!? È lì Giulio! E non sò perché! Perché dovrei essere calmo? Eh? Voglio entrare, e Cristo-» urlai fermandomi poi prima di finire l'ultima frase, quando vidi il dottor Bontempi.
«Oh, Giorgio?» esclamò sorpreso.
«Sì, è lui. Tu sei?» Disse mio padre al mio posto.
«Il suo ex dottore. Lei?»
«Cristo è mio padre.» Tagliai corto irritato.
«Cosa sta succedendo?» arrivai al punto, sicuro che il dottore sapesse cosa fosse successo a Giulio.
«Segreto professionale, non posso dirtelo.»
Urlai, e buttai a terra un paio di riviste, su una sedia vicino, sotto lo sguardo allibito di Giovanna, Valerio e mia mamma, che erano andati a prendere.
«La festa è rimandata.» disse solo quest'ultima.
«Fanculo la feata, Ok!?» le inveiì contro.
«Rilassati.»
«Rilassarmi-» mio padre mi tappò la bocca.
«Giorgio smettila, è grave, io devo entrare lì dentro. O ti calmi, o ti caccio dal piano.» bisbigliò al mio orecchio il dottore. Rimasi con gli occhi sbarrati, immobile.
È grave. È grave.
Due parole, rimbombavano nelle mie orecchie.
Cosa stava succedendo?

**
Buongiorno Bellissime.
Come va?

Sole, cuore, amore?

State guardando i WMA?
Mio padre sta odiando MadMan, hahaha.

Questo mese è il mese del gay pride.🌈 Nella vostra città, organizzate qualcosa?

Credo sia il mese migliore. Confessatevi.
Ridete.
Amate.
Siate felici ogni giorno.
Vi piace la patata e non la banana?

SIATENE FIERE.

OGNI GIORNO.

Ascoltate musica.
Dipingete.
Uscite.
Fotografate.
Ballate.
Scopate.

Fate ciò che vi rende felici. Sempre.

Teddy BearWhere stories live. Discover now