Uscire. 🌱

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«Giulio, ma ora che fai, resti qua? No perché, ti voglio.» steso senza pantaloni di fianco a me. Teoricamente in quel letto lui non poteva entrare, ma avevo violato più di una regola, in quel periodo.
«Certo, non ho nulla da fare.» mi sorrise abbracciando il mio corpo che lentamente diventava più forte. Dopo quell'affermazione calò il silenzio tra di noi, ma no, non era un fottutissimo silenzio “Imbarazzante ”, come nei romanzi che leggeva mia madre, ma un silenzio in cui ascoltare solo il suono dei pensieri. Pensieri che mi ricondussero bruscamente al manifesto appeso in sala d'attesa, e per soli pochi minuti, la mia mente si concesse di pensare a come sarebbe stato vedere le facce stupite di centinaia di ragazzi, nel veder entrare IllMostro. Fu per poco: il pensiero di essere acclamato, era un controsenso per le mie emozioni. Parte di me, voleva ossessivamente quel successo, l'altra, la maggiore temeva di fallire nel processo di selezione naturale, che portava i vinti a soccombere sotto i pesi dei Vincitori, tutti i vinti. E stavo male, quel controsenso mi distruggeva psicologicamente. Ora, però con il piccoletto di fianco, stavo meglio, nonostante i suoi repentini cambi di comportamento.
«Oh, piccoletto? » attirai dolcemente la sua attenzione passando il pollice sul suo labbro.
«Sì?» alzò lentamente la testa coperta di ricci, morbidi e profumati. Ci intrecciai il dito mentre cercavo di prendere fiato, spaventato dalla reazione, visto l'ultimo periodo.
«Perché sei così strano ultimamente?» dissi velocemente lasciando un bacio tra i ricci, come a darmi sicurezza.
«Io non...-» si interruppe per qualche secondo come a rifletterci, poi continuò:
«Non sono strano. In realtà credo sia tu quello strano.» Sembrava preoccupato.
«Giulio, non fotti con me. Hai usato la stessa scusa l'altra volta, non attacca. »
«Giò, sei sempre offensivo con me.» lo tirai per il polso:
«No, cazzo, non attacca. Non sono un deficiente. Che cosa sta succedendo?» gli inveiì contro.
«Giorgio, non fare la primadonna! Qui non centra un cazzo di niente la tua opinione!»
«Ah, quindi qualcosa è successo. E poi cazzo centra l'essere primadonna!»
«Giò, non essere paranoi-» fu interrotto dalla maniglia che girò inutilmente, poiché la porta era chiusa. Aprì velocemente la porta.
«Giorgio, sono pronti i risultati delle analisi, posso solo dirti che stai migliorando tanto: hai messo più di dodici chili e tra un mese, se metti altri chili, e non dimostri problemi fisici. Comunque, perché urlavate?»era i Bontempi sorrisi felice e senza pensarci su strinsi a me Giulio.
«Ah, non si preoccupi!»risposi stritolando il mio babe. Ricambiò l'abbraccio allontanadomi un pò.
«Giò, staccati un pò!» rise leggermente distruggendo la mia cresta perfetta.
Lasciai stare anche quello, concentrandomi solo sulla notizia:
«Giulio, domani portami tonnellate di Milka, se vieni a farmi visita, che devo ingrassare! Uscirò di qui!» Sbattei Giulio come una bambola, davanti e dietro, facendo scuotere i ricci del mio bambolotto.
Lo baciai sul collo più e più volte. Lo amavo di più quando avevo motivo di farlo. Perché sì lo amavo abbastanza.
I miei baci furono interrotti dal dottore:
«Giulio, puoi venire un attimo?»

Teddy BearWhere stories live. Discover now