Confusione. 🚬

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Risalimmo, ed io iniziai a provare odio per quel cazzone che mi aveva trattato da deficiente. Giugi camminava di fianco a me. Sembrava spaventato, disorientato. Ma boh, quel cosetto era un enigma.
«Giorgio, ma perché eri lì?» mi disse a bassa voce quando il dottore si allontanò. Lo guardai confuso, per poi rispondergli:
«Coglione o palla, come preferisci, io vivo qui da tre mesi. Se voglio entrare o uscire, cazzi mia. Tu perchè sei qui?» ero ancora un pò agitato per quello che era successo, e nonostante non avessi ancora pranzato, avvertivo un forte buco nello stomaco.
«Ehy, bro, camomillati.»
«Cosa devo fare!?»
«Beviti una camo e tranquillizzati.» lo guardai, e capì che mi stava intimando di calmarmi.
«Giulio, tu sei impazzito.» scossi la testa confuso e divertito allo stesso tempo.
Mi stesi sul letto, strofinando il palmo della mano destra sul rispettivo occhio. Mi concentrai su di lui, subito dopo, notando che si stava togliendo la maglietta, mostrandomi le sue tettine da grassone.
«Ho fottutamente caldo. È giugno e c'è l'afa.» sospirò, mi morsi il labbro vedendo il primo bottone dei suoi pantaloncini corti color cachi a strisce verdi marcio. Poggiò le mani sul letto, e venne carponi verso il mio corpo sudato.
«Giorgio, non hai caldo?» mi sussurrò leccandomi il lobo auricolare. Capì le sue intenzioni e chiusi a chiave la porta e abbassai tutte le tapparelle in quella stanza e mi avvicinai al piccolo.
«Giò, ho caldo, perché hai chiuso tutto? Sei scemo?»» mi guardò scioccato ed io era ancora più confuso.
«Credevo mi volessi.»
«Infatti, ma apri la finestra.» feci come mi disse e subito dopo venne verso di me e iniziò a baciarmi. Non era un bacio casto, tanto che iniziò a togliere pure la mia di maglietta. Provai a coprire la pelle fragile e magra, dal suo sguardo, stringendo a me il suo corpo.
«Giorgio, non coprirti.» mi guardò apprensivamente, e io iniziai a giocare con le sue tettine.
«Wo! Sono morbidissime!» mi abbassai un pò e iniziai a leccare il suo grasso in eccesso sul petto.
«Giò, ma che cazzo fai?» mi gemette contro, mentre io mi divertivo. Gemette di nuovo e di nuovo ancora, quando scesi con la bocca sul suo membro dannatamente duro.
«Mi lasci le tette?» chiese velocemente mentre allontanavo le mie mani dalle tette del grassottello. Abbassai facilitato dai bottoni aperti il pantalone color cachi.
Mi allontanai dal suo corpo per poi togliermi i pantaloni, oramai insopportabilmente stretti. Giulio concentrò il suo sguardo in quel punto ed io presi a chinargli i boxer per liberare la sua erezione decisamente più dura del suo seno.
«Giò, no, lo hai già fatto una volta, tocca a me.» sorrisi divertito dall'improvvisa timidezza che fece arrossire il riccio dopo quella frase. Lo vidi chinarsi su di me e sentì subito che, cazzo, non sarei durato molto, difatti pochi minuti dopo senza preavvisi gli venni in bocca. Socchiusi gli occhi e dalla mia bocca uscì solo un gemito strozzato.
«Giochi con le mie tette, dandomi del grasso e poi tu sai di cioccolato.» disse beffardo. Lo guardai e col respiro affannato, gli dissi:
«Ma lo sai che sei uno stronzo?»

Teddy BearUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum