Cibo.🍔

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«Ok, sì, mangia.» mi ordinò il piccoletto.
«Senti non ce la faccio.» affermai scocciato fissando il cibo dinnanzi a me, già sazio dopo il primo boccone.
Oggi, stranamente, mi avevano portato del pollo, decente, e delle patate. Fortunatamente queste ultime, alla cuoca dell'ospedale, o come cazzo si chiama, venivano sempre bene. Mangiare qui, contrariamente a quanto pensassi, non era un suicidio per le papille gustative, anzi.
«Ci conosciamo da una settimana. Mangi sempre la stesa quantità, se no aumenti, finirai per non mangiare più di questo. Devi mettere su peso, Ok? Sennò come facciamo a scopare, senza che io abbia paura che tu mi svenga a caso.» diciamo che Giulio, non era proprio così pudico, anzi, faceva spesso battutine sconcie, ma non era mai stato così diretto. Ammetto che però aveva ragione, dovevo mangiare di più. Ero più magro di una modella anoressica, e in confronto al mio nuovo amico, Giulio l'orsetto grassottello, ero piccolissimo.
«Giulio, ti prego.» lo pregai di smetterla di insistere. Mi faceva male, quando gli altri insistevano su cosa dovessi fare e cosa no.
«Sono io, o mi stai pregando di fotterti?» mi chiese confuso.
«Giulio! Ma che cazzo, no!» gli urlai contro.
«Ah, giusto, sei etero. Apri la bocca, dai.»
Non so perché lo stetti a sentire, fatto sta, che spalancai la bocca, e lui ci infilò un altra patatina al forno dentro. Mi sorrise, e io, cazzo, mi sciolsi. Quel ragazzo mi mandava in pappa il cervello, e, ammetto, che mi piaceva quella sensazione, che provavo quando lo toccavo, o lo guardavo negli occhi. Sentivo i peli drizzarsi sulla pelle, lo stomaco in subbuglio e il cuore a mignotte. Seduto di fianco a me nel letto, e lo strinsi forte a me. All'inizio, era rigido, poi capì che lo stavo abbracciando, e mi buttò sul cuscino.
Mi lasciò un bacino umidiccio sul collo, poi, scese più in basso sulle mie costole.
«Giulio, fermati.» balbettai quasi eccitato.
«Ah è perché sei etero.» non credo avesse minimamente pensato, che probabilmente, lui, semplicemente non mi piaceva. EgoTrip.
«No, non è per questo, è che abbiamo il cibo sulle gambe, e siamo in un posto in cui potrebbe entrare chiunque, e non sarebbe comodo per noi.» non negai, che mi sarebbe piaciuto. Non perché sia gay, ma solo perché era lui. Era come se il mio corpo, avesse bisogno di ogni centimetro del suo.
«Quindi ti piacerebbe?» mi chiese speranzoso, guardandomi negli occhi.
«S-Non ho detto questo.» mi guardò per qualche secondo, poi con due dita mi aprì la bocca e mi ci infilò altro cibo, riempendomi la bocca. Lo guardai malissimo,mentre cercavo, difficilmente, di masticare tutto il boccone. Subito aggiunse:
«Ecco, sfruttare ogni momento. Impara.» disse da saputello. Per quanto scherzasse, Giulio, era davvero intelligente e un pò lo invidiavo.
«Ti odio.»

Teddy BearWhere stories live. Discover now