Scared. 💀

126 20 13
                                    

Il giorno dopo dovetti stare solo tutto il tempo. Giulio e Valerio probabilmente erano davvero andati a fanculo. Perfetto.
Mi girai i pollici, letteralmente, finché non decisi di andare a farmi un giro per l'ospedale. Avvisai Jenna, l'infermiera simpatica, che sarei andato a farmi un giro per sto schifo.
Evitai i reparti infettivi e di riabilitazione. Scesi al primo piano e guardai la mappa:
Ok, no, mi stai dicendo che qui fanno anche chirurgia estetica? O e anche impianti oculistici?
Ma porca la Madonna, che palle. Risalì al mio piano, frustrato e scocciato.
Mi guardai attorno cercando qualcosa d'interessante, addocchiai la bacheca. In primo piano, c'era un articolo:
EL SHAARAWY IN VISITA AI BAMBINI DELLA PEDIATRIA
“Un pomeriggio a tinte giallo rosse per i piccoli ospiti della pediatria dell’Azienda ospedaliero-universitaria Sant’Andrea. Nel reparto diretto dalla Prof. essa Villa, tra gli indaffarati camici bianchi, si fa largo l’attaccante della AS Roma El Shaarawy, accompagnato dalla mascotte Romolo.”
Mi guardai di nuovo attorno, cercando di ricordarmi dove cazzo fosse il reparto pediatria. L'articolo, risalente al venti ottobre, descriveva anche le loro reazioni, nel vedere il grande calciatore. «A me il calcio, non piace. Ceh, no.» sussurrò un cosetto affianco a me.
«Oh, ma porca... Chi diamine sei?» urlai al bambino dopo aver preso uno spavento enorme.
«Sono Mir-» Una bambina mi diede uno schiaffo e porto via il coso.
Ma che minchia di ospedale!
«Non avevi detto che ti andavi a fare un giro? » mi chiese Jenna passandomi di fianco con un vassoio in mano.
«Mh, non conosco nessuno, e sto posto è infinito.»
«Sì, già, ci sono circa tredici piani.»
«L'ho notato.»
«Vabbè piccoletto, io vado.» mi chiamava così, per la nostra abissale differenza di età. Quasi vent'anni.
Decisi di passare per IL corridoio. Camminai fino al punto in cui rischiai quasi di scivolare sul pavimento. A quanto pare lo avevano lavato. Chissà che avevano pensato quando avevano visto la chiazza bianca a terra. Risi un pò pensandoci.
Camminai in quel quasi buio, fino alla porta di emergenza la aprì, e scesi le scale. Inciampai all'ultimo gradino, graffiandomi le mani. Alzai lo sguardo, e mi ritrovai in un parcheggio diverso da quello di fronte al S. Andrea. Mi guardai attorno, e notai che, beh, in quel parcheggio c'era solo la macchina del dottor Privitera. Quel tipo m'inquietava sempre di più. Camminai per qualche metro, non vidi niente che potesse attrarre la mia attenzione, e ritornati sopra, quando sentì un rumore strano. Mi trattenni dall'urlare come una checca. Mi girai mordendomi il labbro spaventato.

Teddy BearWhere stories live. Discover now