'vuoi essere il mio migliore amico

56 10 1
                                    

Carlotta
E quando tutto ti sembra andare a gonfie vele, ci sarà sempre qualcosa che ti farà tornare punte da capo. Quel qualcosa che riveste un lato negativo, non riesci più a dimenticarlo e tutto ti sembra solo un sogno, e anche se ti dai un pizzicotto, o ti getti l'acqua adosso o chiudi e riapri più volte gli occhi, avrai sempre la stessa visione della realtà, non cambia niente, sei sempre avvolta in quel mantello buio e tempestoso. La vita talvolta ci nasconde cose più brutte che belle, peró ho capito che le cose brutte fanno crescere, ti fanno innalzare e ti fanno arrivare più forte di quando sei partita. Allora io devo fare cosí, successe tutto solo 4 anni fa, ero piccola e avevo appena finito gli studi scolastici alle medie. Ricordo che fosse una mattinata di estate, a giugno, verso la fine, le temperature erano molto alte e io indossavo dei pantaloncini rossi e una maglia bianca. Un abbigliamento molto semplice, non trovate?
Stavo per uscire con mia sorella e Martina,quando scorsi Steven dalla finestra del salotto con la ragazza che ci tormentava a scuola. Pensavo inizialmente che si fossero incontrati cosí, giusto per salutarsi, per caso insomma, ma accidentalmente ero appogiata alla finestra che era leggermente aperta, il loro tono di voce era equilibrato quindi riuscivo  a sentire l'indespensabile. L'indispensabile che riuscí a far trallare me. Il cuore mi batteva forte, mi ricordo ogni minimo dettaglio di quella giornata d'estate e per calmarmi mi ripetevo a me stessa che lui non mi avrebbe mai pugnalato alle spalle, che mi voleva bene e mi considerava semore e solo come sua unica  sorella, ma io quel giorno aguzzai le orecchie e mi misi ad ascoltare appoggiata di schiena contro il muro, la testa in alto e chiusi gli occhi, menomale ero da sola in quel momento. Non sarei riuscita a sopportare la presenza di qualcuno, era troppi, ma veramente troppo.
«hai fatto ció che dovevi fare?»
«si, peró sbrigati non voglio che qualcuno mi scopri»
«fammi vedere le foto.........aww queste è fantastica, sicuramente lunedí mattina non potrà mancare questa con tutte le altre che devo mettere! Ma quando gliele fai? Sei un mago?»
Mi voltai e alzai le punte per affacciarmi alla finestra e là vidi le mie foto, capi chi  fosse dopo tanti tanti anni la fonte di quella mia nemica, sentí un buco nello stomaco e indietreggiai instantaniamente portandomi le braccia sul ventre, era come se volessi rigettare tutto. L'ultima persona che avevo pensato tra le fomti era esattamente la prima. Io gli parlai di tutto, gli raccontai delle mie insicurezze, delle mie paure, gli chiesi dei consigli, lo considerai come la mia spalla destra,ma quando vidi quella scena mi sentì rovinarmi dentro. Non ci credevo, ancora il mio cervello diceva di non pensarci, cgiusi gli occhi e piansi.In quel momento suonò il campanello e pensai fosse Martina, camminando piano piano arrivai alla porta, mi misi le mani sullle braccia, per tenermi stretta, come se avessi freddo, cercavo di asciugarmi le lacrime ma non smettevano di scendere, ma quando aprì la porta quella ragazza che avevo immaginato non c'era, c'era solo lui  con un sorriso infiso mi augurava un buon pomeriggio. Io gli chiusi la porta in faccia e scappai in stanza. Mi ero già preparata per uscire, lui veniva sempre a casa a trovarmi, sempre con quel suo unore, ma quella volta non avevo proprio voglia di guardarlo in faccia. Ormai in poco tempo, mi ero Avevo solo voglia di chiudergli l'accesso alle porte della mia vita. Sapeva quanto io ci tenessi alla mia reputazione, e sapeva per certo quanto io amavo la nostra amicizia e quanto la consideravo vitale. Ma non gli interessava più, io ero paralizzata in quel mondo dove non sapevo dove guardare,dove andare, non sapevo più che persona fosse Steven, io pensavo di conoscerlo alla perfezione ma a quanto pare era solo una mia immaginazione, non lo conoscevo abbastanza. Per me lui non era un semplice fratello, era quel portafortuna che mia madre mi ha semore dato prima di ogni verifica o interrogazione, io lo consideravo ció, era la mia ancora di salvezza, peró solo per me, lui non ricambiava.Per molte settimane, non ci parlammo, a scuola quando lo incontravo abbassavo il capo o cercavo di evitarlo, una volta ci incontranmo per chiarire ma finì male, io ero troppo arrabbiata e lui troppo liscio,poi arrivó quel giorno, quando mia sorella corse gridando  verso me la sua partenza. E io lì non seppi proprio resistere, non sapevo cosa dire o fare, ero semplicemente me stessa con tutte le più grandi ferite del mondo. Nel momento in cui la situazione si era un po' stabilizzata, lui partì, inoltre nessuno ma dico nessuno sapeva qualcosa. Di dove fosse andato, la ragione della sua partenza, prima Steven stava sempre con noi di conseguenza sapevo solo io e Mariapia tutto di lui, nessun'altro tranne me e lei. Peró dal nostro litigio, continuava a frequentare lei, quella stupida ragazza che ci tormentava, passava ore con lei, ma neanche lei sapeva niente. Mi era capitato di vederli parlare, di vederli litigare, pensavo stessero insieme ma non era mai successo. I primi giorni del nostro litigio, passava più volte da casa ma pregavo mamma di inventare una scusa, non mi andava proprio di incontrarlo, oppure capitava che mi lasciasse qualche bigliettino sul banco, con quella frase che ci scrivevamo da bambini quando litigavamo ' che fai? Facciamo pace? Si o no. Ps: metti una crocetta' con sotto firmato "dal tuo migliore amico". Io li prendevo e li buttavo nel sacchetto dell'imbondizia, stavo male vero ma dovevo cambiare pagina, fare un passo da gigante, anche se era impossibile, diciamo che da un lato ce l'ha feci, dall'altro quelle ferite sono ancora aperte, e guardarlo più, con i miei occhi, non risolve molto le cose, non migliora la situazione.
Perché proprio qui dovevamo venire qui? A Dallas. E lui? Che ci fa qui?
Steven mi guarda di nuovo, le lacrime scendono dal mio volto in una maniera unica. Al diavolo le mie emozioni, perchè dovevo nascere cosí sensibile!
Mi guardo intorno vorrei tanto scappare ma i miei piedi oppongono resistenza. Sto piangendi davanti a tutta questa genta, i tre quarti neanche li conosco, ormai gli altri mi dovrebbero conoscere, sarà almeno la quinta volta che piango davamti a loro in questa settimana. Devo smetterla, devo controllare i miei sentimenti, non posso sempre mostrare questo lato di me, è troppo debole, devo mostrare la mia forza ,la mia volontà d'animo. Incontro gli sguardi di tutti i miei nuovi compagni, andava tutto bene fino a quando non  è arrivato lui...
Ci siamo allontanati prima che lui se ne andasse. In questi anni non mi ha scritto per niente, sono stata solo io  male per lui. Ho cancellato il suo numero vero, peró comunque non accetto il fatto che lui non mi abbia avvisato della sua partenza. Mariapia mi guarda e con gli occhi capisco che vuole aiutarmi, nego e esco dallo stanzino con la mano sugli occhi, ho paura che il mascara sia scivolato di nuovo, mi dirigo verso il bagno. Non potevo rimanere qui, non era il posto adatto, abbiamo sbagliato a venire a Dallas, abbiamo sbagliato. É tutto un problema. So già come mi vedrete, problematica, chiaccherona, sensibile, priva di determinazione, ma per favore spero solo che capiate la mia situazione attuale. Si, per me l'amicizia è qualcosa di impalpabile ma fondamentale, e ci tengo, do tutta me stessa. Le lacrime scendono come un ruscello, non smettono mai. La rabbia mi ribolla dentro, non doveva succedere, non doveva abbracciarmi, non dovevo trasferirmi a Dallas, non dovevamo diventare da ragazzini amici...
Mi bagno il viso d'acqua, il trucco evidentemente stava collando.
Che figura!!
L'acqua fresca per qualche minuto mi fa dimenticare la rabbia, già va molto meglio, magari potessi cancellare ogni singolo problema che mi affligge, vorrei essere almeno, solo un per un giorno,tranquilla, libera dai pregiudizi, libera dalle lacrime, pianti, rabbia, una giornata tranquilla con la parte di me che da poco ho lasciato, da almeno una settimana, non la conosco più. Sono tartassata da ogni problema, e se non mi do una mossa, sarà inpossibile superarli.
Mariapia, ha capito subito ció a cui stavo pensando. Ho intravisto lo sguardo di Luca, non credeva ai suoi occhi, si ne ho parlato con lui, si era molto arrabbiato, ma infondo non lo conosce neanche di come lo conoscevo io, giocano in squadra insieme, ho visto che sono molto uniti e non voglio che oer me succeda un casino, non devo essere la causa di nessun litigio. Infondo solo a loro gli ho detto questo.
Ho bisogno del conforto di qualcuno....dovevo accettare la richiesta di mia sorella. Lei riesce a capirmi al volo. Sento aprire la porta. Luca.
Finalmente era lui!!
Gli corro tra le braccia, lui mi massaggia la testa e le spalle, mi sussura..
<<Dai,non piangere, ci sono io con te!>>
Singhiozzo ancora un po'. É bello sentirsi al calduccio tra le sue braccia, sentirisi sempre la benvenuta ma soprattutto non avere timore di essere me stessa. È una senzione bellissima. Le lacrime non mi hanno ancora abbandonata del tutto, ma non piangevo cosí tanto per lui da una vita, mi sembrano passati secoli. Luca mi massaggia i capelli e mi da un bacio sulla testa.
Steven, è stata una persona fondamentale nella mia vita, ha lasciato tante cose in me. Quando stavo male correvo subito a casa sua, per farmi consolare. Lui mi abbracciava, quell' abbraccio che solo lui può fare, io mi sentivo meglio. Mi diceva tante cose, tipo quando qualcuno mi prendeva in giro, lui era il primo che si presentava per alzargli le mani.
Era un fratello, per me!
Sono stata mesi e mesi male ma ora lui è qui, tutto finito.
Eravamo molto uniti, ma ora non più.
La porta si riapre di scatto, mi sposto da Luca e guardo verso l'entrata.
Ancora...io....basta. Mi passo un fazzoletto sugli occhi, non posso reagire cosí.
Calmati Carlotta, è una persona che conosci, parola un po' troppo grande, non avere paura di parlare. Si te stessa.
<<Totta per favore possiamo parlare>>la voce del mio ex Migliore amico mi rimbomba le orecchie.
Mi mancava non sentirla.
<<Non vedi che sta piangendo, per favore vattene, non servi in questo momento>>parla Luca al posto mio.
Non so che fare, non riesco a pensare. Sta succedendo tutto INSIEME, troppo insieme.
<<Non me ne vado finché non parlerò con lei, ho tanto da dirle! Credimi>>risponde con tono duro Steven.
Quando si mette qualcosa in testa, la deve fare per forza.
Mi sposto davanti a lui e gli imploro di uscire per un attimo, ad un tratto le parole non mi sono più uscite di bocca e ho voluto evitare.  Finalmente dopo qualche minuto accetta ed esce fuori dal bagno. Ora nella stanza non c'é quel mio nuovo amichetto con il quale ultimamente condivido questi momenti giornalieri ma c'è quel profumo famigliaredi Lui. Provo quell' emozione che non provavo da anni, sono stati anni molto duri , ho provato a trovare qualche nuovo amico ma solo...LUI...era all'altezza.
Da quanto tempo che non stavamo da soli, mi mancava un po' questo piacere che provavo prima.
È vero mi manca, mi manca sentire la sua voce, i suoi abbracci, le nostre regole, i nostri stupidi giochi,ma soprattutto mi mancano i momenti più brutti che lui mi aiutava a superare. Non riesco a cancellare quelle pagine della mia vita, sarebbe troppo devastanti, sono comunque ricordi, e non vanno rimossi, per nessuna ragione.
<<Ciao>>dice con un cenno di mano, mi rivolge un piccolo sorriso, ma si vede che anche lui ha paura di parlami.
Ricambio con un mezzo sorriso.
<<Cosa vuoi dirmi??>>domando dopo un po'.
All' inizio ci mette un po' per parlare ma poi, dopo un po' comincia.
<<4 anni...
Era il 19 maggio quando ci siamo incontrati. Ci siamo conosciuti e da lí è nato tutto.
Eravamo molto uniti prima, i giochi, le risate, le nostre regole, i fogliettini, i litigo, mi ricordo tutto, sono impressi nella mia mente e non riesco a dimenticarli. Tu, mi hai dato l'esempio di non abbattermi quando volevo farlo, ci sono passato pure io in questa situazione di trasferimento, é stato infernale stare qui, giravo e giravo nella speranza di vedere qualcuno che conoscessi. In ckasse capitava che mi giravo verso il banco di dietro nella spersnza di vederti, ma poi capivo che era a Dallas, non più in Italia. Dopo un po' mi rassegnai, parlavo un po' con Andrew e Martina per farmi raccontare un po' le vicende, e come stavate tu e Mariapia. Mento se dico che non mi sei mancata, che non mi manchi ancora adesso ma capisco perfettente la tua situazione, ho sbagliato, credimi, me l'ho ripeto ormai da 4 anni e so prendermi ogni tipo di colpa che riguarda noi due. Mi dispiace di questo allontanamento dovuto soprattutto dovuto al mio trasferimento, ma anche io come penso tu sono stato davvero male. Non ti ho scritto perché pensavo di darti fastidio o che tu non volessi essere disturbata o non volessi parlarmi. Lo so sono stato un cretino a non scriverti, rinfacciamelo quanto vuoi,hai ragione, però ti prego ascoltami, voglio che mi perdoni. Ho sbagliato o forse abbiamo sbagliato tutte e due, insieme. Devi sapere una cosa...Io porto sempre con me questo foglietto.>>prende in mano il foglietto e me lo passa.
Il cuore rimbalza, le mani mi tremano e l'aria non arriva al cervello. Non sono stata mai cosí agitata. Mai. Ma per una buona ragione è giusto esserlo.
Lo apro dolcemente e riconosco subito il Contenuto.
Era il biglietto che gli diedi dove c:era e c'è scritto 'vuoi essere il mio migliore amico' è una crocetta sul si. Avevo solo 6 anni quando per la prima volta gli feci questo bigliettino con scritto questa frase. Mi ricordo tutto, qusndo mi alzai dal banco durante l'ora della merenda per dargli questo bigliettino. Da lí nacque la nostra amicizia.
Le lacrime mi percorrono il viso.
<<Vieni qui, totta, fatti abbracciare!>>.
Ora voglio solo il suo abbraccio, voglio dimenticare il passato e pensare un po' al presente: dove ci siamo solo io e il mio migliore amico. Un presente nuovo, pieno di ricordi e nuovi propositi.
<<Mi sei mancato tantissimo, anche io ho sbagliato>>lo abbraccio fortissimo.
Mi mancavano tanto i suoi abbracci , ma soprattutto lui. Lui che mi ha sempre dipinto di colori le mie giornate. Lui che era la luce dei miei giorni, la fonte della mia felicità, il mio angelo custode, la mia spalla destra, il mio fratello
<<Si tranquilla, è tutto finito. Devo chiederti una cosa.>>
Annuisco.
<<Allora...ritorniamo ai vecchi tempi...Vuoi essere la mia migliore AMICA??>>
<<Non serve rispondere, penso che la mia risposta la sai già>>
Lui sorride.
<<<Tu dici. La so??>>domanda dopo un po'.
<<Si.>>
Steven e io. Un nuovo mondo.

ABOUT YOUWhere stories live. Discover now