voglio che ritorni ad essere la mia bimba

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MARIAPIA

io non ne sapevo niente, aspettami qui. Non sapevo cosa avesse fatto mia sorella,Mariapia ascoltami.  Non puoi pensare questo di me, non ti farei mai del male.Per favore...»
Ricordo la sua voce appena, così tetra, così cupa, così scura che ho voluto fare di tutto per elimarla dalla mia mente. Nicolas, Nicolas Young, si era lui che mi rincorreva per il corridoio, ricordo il rumore delle sue scarpe picchiettare sul pavimento, era a un metro di distanza da me, mi ricordo il suo profumo così invadente, poi però ho un vuoto.

 Io correvo, correvo veloce come una lepre, avevo la mano intrecciata con quella di mia sorella e stavamo correndo, scappavano da quelle persone che consideravano amici. Scappavo per la paura di essere afferrata da coloro che mi avevano fatto del male, morivo dalla paura che se mi avessero catturata ci sarei di nuovo cascata alle loro preghiere. Io scappavo principalmente dall'unica persona che consideravo la mia forza, scappavo via perché mi sentivo tradita, pensavo che dopo tutti i film che avevamo visto assieme, dopo i pomeriggi passati a fare shopping, dopo le nostre passeggiate, dopo le nostre serate al cinema, dopo tutti i nostri segreti, dopo le nostre mattinate in giro per la città, dopo averle fatto conoscere chi sono veramente, dopo essermi presentata nel miglior modo possibile, dopo aver lottato per essere inglobata nel suo gruppo, sono stata pugnalata alle spalle.

 Da lei, la mia migliore amica, si era la mia migliore amica, solo adesso l'ho capito. è vero noi esseri umani capiamo tutto nel momento in cui perdiamo ciò che tanto desideriamo, e soltanto dopo ce ne accorgiamo e ci sembra che il mondo ce l'abbia con noi. avevo perso la mia migliore amica di Dallas, della mia nuova città, del mio nuovo piccolo mondo, avevo perso la parte più preziosa che conobbi quando misi piede quel giorno di settembre nella Dallas International School.  In quel momento, detti via libera alle mie lacrime, ormai erano rimaste chiuse dietro le sbarre dei miei occhi troppo a lungo e dovevo farle uscire, era arrivato il momento adatto. I miei occhi continuavano a bruciare come fuoco, e adesso rinchiusa nella mia stanza con le gambe raccolte, ripasso le mani su di essi, ormai è un ricordo che mi pare troppo remoto per ricordarlo con esattezza. In quell'istante non desideravo nessuno al mio fianco, proprio nessuno, ero circondata dalla paura di rivivere il passato, di rivivere il momento più brutto, avevo paura che dopo così tanti sforzi rimpiombassi in quel brutto periodo buio della mia vita. Neppure Christian che mi aveva confortato prima in sala mensa volevo al mio fianco, neanche Carlotta voleva Steven al suo fianco, il suo migliore amico, volevamo soltanto stare da sole e rialzarci insieme dalla fossa nella quale eravamo cadute. Ecco chi eravamo, ecco cosa mi gironzolava nella mente, ecco cosa provavo dopo essere stata pugnalata alle spalle. Ecco quelle due ragazze che correvano lungo il corridoio principale, che sentivano le fotocamere scattare in continuazione foto, eravamo proprio noi. Le gemelle Evans!

Volevamo essere autonome per una volta, ora che Martina non c'era, potevamo da sole prenderci per mano e chiuderci tutto alle spalle. Era questo il nostro obbiettivo e quella volta ce l'ha facemmo per davvero. Per una volta ciò per il quale lottammo veramente era alle porte, bastava solo afferrare la maniglia, aprire la porta e richiuderla. Questo è ciò che facemmo e insomma dopo tanti anni, fummo sodisfatte DI NOI.

<<Mariapia, è pronta la colazione, scendi!>>mamma mi chiama dal piano di sotto, ancora non riesco a capire come mai la sua voce è l'unica che riesco a sentire dal piano terra. è qualcosa di incredibile, mia sorella che ha una voce ancora più squillante non la supera, ma sinceramente forse è più piacevole quella di mia sorella, ormai sono abituata la mattina, lo ero. Almeno oggi è domenica e non è fastidiosa ma vi auguro di non svegliarvi mai con mia madre che strilla, durante la settimana scolastica, per farvi alzare dal vostro fidanzato-letto. Vi giuro è tutt'altro che bello! Completamente il contrario. Lo so, tutti odiamo le nostre mamme al mattino vi capisco in pieno e ogni giorno, tutti noi, salutiamo malinconici il nostro letto. Ah, la scuola! voi dovete vedermi quando mi alzo dal letto, vorrei ributtarmici sopra ma poi mi viene in mente che sono una ragazza, ho 17 anni e non posso passare la vita da ignorante. Soprattutto, quando lo lascio, mi riprometto che dopo essere tornata da scuola, gli avrei dedicato un po' di tempo ma poi ci quando arrivo a casa mi metto sotto con lo studio.

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