Capitolo 19 (Prima parte)

En başından başla
                                    

Lui, però, non è mai arrivato.

Me l'aspettavo una specie di ritirata da parte sua ma adesso ho quasi paura di tornare a casa e scoprire che se n'è andato di nuovo. Dovrei concentrarmi su altro, mi ripeto che dovrei pensare a tutta la giornata di ieri, analizzare nella mente i lineamenti del viso di quel tizio e capire se l'ho già visto o conosciuto da qualche parte. Ho pensato che forse non sono riuscita ad associarlo a nessuno che conoscevo solo per la paura che mi aveva assalito in quel momento, ma l'unica cosa su cui riesco davvero a soffermarmi è la curiosità di vedere quale sarà la sua reazione al bacio di ieri sera.

Un braccio pesante si poggia sulla mia spalla non appena varco la soglia del refettorio per uscire. La sua mano grande mi penzola quasi davanti la faccia mentre continuo a camminare e cerco più volte di togliermela di torno. Tutto inutile: Deven non si schioda dal suo posto.

«Tutto bene, signore?» domanda, alternando lo sguardo tra me e Callie che mi cammina accanto. Ha provato a prendere per il collo anche lei, ma è stata più veloce di me a tirarsi indietro con una smorfia schifata sulle labbra.

«Sei sudato e puzzi, piccolo Cole. Quindi potrebbe andare meglio se tu ti facessi una doccia» precisa, tappandosi il naso e sventolando la mano nell'aria per sottolineare le sue parole.

«Da quando è diventata così altolocata e schizzinosa?» mi chiede all'orecchio con un tono abbastanza alto per far sì che senta anche lei. Mi gratto l'orecchio, solleticata dai suoi capelli che mi strusciano contro.

«Questo è l'odore del vero uomo, tesoro» aggiunge, puntandole un dito contro.

«Sbagliato» obbietta lei alzando gli occhi al cielo. «Questo è l'odore di un montone che pascola per i campi.»

Soffoco una risata alla faccia sconvolta delle matricole del primo anno che accanto a noi osservano e ascoltano la scena. Immagino che non riescano a farsi un'idea del come sia possibile che una ragazza risponda in questo modo al capitano della squadra di basket, soprattutto quando si gira verso di loro strizzando l'occhio.

Scuoto la testa e mi libero dalla sua presa con una spinta giocosa. «Sembri una cagna in calore, Dave. È da stamattina che ti vedo provarci con ogni singolo essere che respira.»

Mi fermo alle spalle di Callie aspettando che finisca di prendere i libri che le servono per la lezione, mentre lui si poggia con poca grazia accanto al suo armadietto tra lei e me. Mi fissa per qualche secondo, e ad ogni secondo che passa vedo il suo sorriso allargarsi a poco a poco. Non so a cosa stia pensando di rispondere ma psicologicamente mi preparo a qualche stronzata delle sue.

«Sei gelosa perché ancora non ci ho provato con te, vero Emory?»

Chiudo gli occhi, combattendo contro l'istinto di spalmarmi la mano su tutta la faccia e già sapendo che la speranza che lui svanisca dalla mia vista non si avvererà così tanto facilmente. Infatti, quando li riapro, lui è ancora a venti centimetri dal mio naso che ghigna divertito.

«Quante lezioni ti restano per oggi?»

Senza tirare fuori il foglio dell'orario gli rispondo che ho finito. L'ultima l'ho fatta prima di pranzo e me la sarei risparmiata l'ora in quel refettorio e quel cibo da schifo se non fosse stato per il fatto che sto a piedi e che mi tocca aspettare che Callie finisca le ultime due lezioni. La sola idea di passare altre due ore chiusa qui dentro senza far niente atterra il mio stato psicologico, ma l'alternativa sarebbe quella di farmi tutta la strada camminando e oggi la voglia di camminare è pari a sotto lo zero. C'è qualcosa che da dentro mi urla che stare da sola non va affatto bene. È vero che la mia mente contorta non fa altro che ripensare alla bocca di Mayson sulla mia, ma in vari momenti tutto si blocca e si mischia alla paura che provato chiusa nel mio furgone. Ancora non riesco a capire come sia possibile che la mia reazione sia stata così inesistente.

I Ricordi che ho di teHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin