In compagnia di James

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Sono a New York da ormai quattro interminabili giorni. Perché ne parlo così? James non è stato un secondo fermo e mi ha letteralmente costretto a fare mezza metropoli a piedi solo per vedere alcuni posti di persona. Cosa sarebbe cambiato se avessi usato qualsiasi tipo di mezzo? Assolutamente nulla, ma a quanto pare il neurone di mio fratello ha deciso di prendersi una lunga vacanza. Il lato positivo è che ho trascorso tanto tempo con lui, ridendo spesso sino a piangere. Dopodomani dovrò partire per poter tornare al campus e sono a dir poco felicissima. Non fraintendetemi, adoro la mia famiglia però devo chiarire con Jace. DEVO. Voglio sapere cosa prova realmente per me una volta per tutte e l'unico modo è parlargli faccia a faccia.

Lui ti ha solo salvata.

Ti ricordo che però subito dopo mi ha baciata.

Tutti i ragazzi si vantano in base al numero di ragazze che baciano.

Alcuni ragazzi fanno così, ma non tutti. Non possiamo fare di un nervo un fascio ed inoltre non credo che Jace sia uno di questi o almeno lo spero. Improvvisamente vengo riportata alla realtà dalla suoneria troppo chiassosa del mio cellulare. Apro contenta la videochiamata.

«Ana che bello vederti!» Le sorrido felice.

«Non posso dire la stessa cosa.» Sbuffa la mia amica.

«Che è successo?»

«Che è successo?! Te lo dico io cosa è successo! Domani ci sarà la partita di football di Robert e Jake. E TU NON CI SARAI!» Impazzisce letteralmente, portandosi le mani nei folti capelli.

«Cavoli! Ho dimenticato!»

Come ho fatto a non ricordarmene? Argh! Sono così sbadata a volte ed ultimamente capita troppo spesso, troppo. Se fosse per me tornerei immediatamente al campus, ma avevo promesso ai miei che avrei trascorso con loro l'intera settimana. Dubito fortemente che mi lascerebbero andare soprattutto ora che non vivo più sotto il loro stesso tetto.

«Non posso assicurarti nulla ma cercherò di venire.» La rassicuro.

«Layla Black io non te lo sto chiedo. Te lo sto ORDINANDO!» Esclama isterica.

Non riesco a trattenermi ed inizio a ridere. La faccia buffa che ha fatto ed il tono che ha usato è talmente strambo da farmi sghignazzare a più non posso.

«Ridi, ridi delle disgrazie altrui tanto poi mi vendicherò quando tornerai. Credo che Jace faccia proprio al caso mio...» Sghignazza perfidamente.

«Non nominarlo perché qualcuno a casa mia potrebbe sentirlo e mi farebbero la paranoia. Soprattutto mia madre e mio fratello.»

«Allora ti piace!?»

Anastasia alza di conseguenza un sopracciglio, squadrandomi attraverso lo schermo dell'aggeggio elettronico. Perché non mi sto mai zitta?! Mi sono scavata la fossa da sola, affermando indirettamente il mio interesse verso il mannaro.

«Tranquilla, non lo dirò a nessuno. Tantomeno a quella testa di legno di Jace!»

Scoppia in una risata genuina tant'è che posso benissimo notare i suoi occhi inumidirsi per il troppo ridere. Per fortuna Anastasia mi capisce, almeno lei...

«Devo andare.»

«Ci vediamo domani alle 18:00. Davanti al bar del plesso dello sport.»

«Ana...»

«A domani.»

Mi saluta frettolosamente, troppo frettolosamente, chiudendo subito dopo la videochiamata senza darmi il tempo di ribattere. Certo che i mezzi umani sono proprio strani se non più. Non pensavo che i lupi avessero così tanti sbalzi d'umore. Sono il bipolarismo fatto in persona. Scuoto il capo divertita e con il morale leggero come una piuma. Mi faccio coraggio, scendendo ed incrociando di conseguenza i miei genitori. Ah! Che coincidenza! Stanno per uscire di casa per fare delle commissioni, ma prontamente gli richiamo. Mi avvicino a loro con passo spedito e sicuro, spiegandogli poco dopo la situazione. Sicuramente non mi lasceranno andare tanto facilmente, ma tanto vale provarci, giusto? Non costa nulla quindi...

Il figlio della Luna (Da revisionare)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora