Layla e Jace

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Layla Pov's

DRIN! DRIN! DRIN! DRIN! DRIN!

L'arnese infernale, chiamato da tutti comunemente sveglia, mi sta letteralmente facendo diventare sorda. Emetto un grugnito roco di disperazione mentre con un gesto veloce lo spegno senza troppe cerimonie. Mugolo qualcosa d'incomprensibile quando improvvisamente realizzo che giorno è oggi. Mi alzo velocemente dal letto, facendo pure cadere il cuscino. Saltello per la stanza come una posseduta perché sono al settimo cielo. Oggi partirò finalmente per Small Town! Lascerò alle mie spalle la caotica New York e con essa i brutti ricordi delle scuole superiori. Mi catapulto in bagno come una furia per poi farmi una doccia veloce e fredda, l'ideale per svegliarmi completamente e darmi la carica che mi serve. Asciugo il corpo, tamponando con cura la pelle liscia e leggermente chiara, quando la mia attenzione ricade sulla mia figura riflessa allo specchio. Sono alta 1,65 metri e peso circa 60.00 kg quindi non sono né grossa né magra. Ho i capelli mossi, lunghi e castani tanto che mi arrivano fin sotto la schiena. Gli occhi sono anch'essi marroni ma hanno un non so che di orientale ed inoltre il colore cioccolato varia anche a seconda del mio umore, schiarendosi o imbrunendosi in base al momento. Le labbra sono poco carnose e rosee, ma sono perfettamente simmetriche tra loro ed hanno una forma molto simile al cuore. Mi guardo compiaciuta allo specchio, indossando successivamente una maglietta a maniche corte color corallo ed un paio di jeans a vita alta. Prendo la mia borsa a tracolla beige e saluto la mia camera. Scendo in cucina e trovo mia madre intenta a cucinare mentre mio fratello è concentrato a guardare la tv. Dò un bacio sulla guancia a mia madre, sorridendole felice come una pasqua.

«Buon giorno mamma!»

«Giorno anche a te, Layla. Come mai così allegra?»

«Oggi partirò per il college!» Esulto.

Lei mi guarda con fare materno, regalandomi uno dei suoi sorrisi più sinceri. Lascia il bollilatte sui fornelli e mi abbraccia forte a sé.

«Abbi cura di te, figlia mia. Non fare sciocchezze e cerca di divertirti. Non farmi pentire della scelta che ho fatto.»

«Non te ne pentirai e sono sicura che papà capirà!» Le sorrido rassicurante.

Lei ricambia per poi voltarsi e continuare a cucinare. Verso il latte in tazza per poi aggiungere i cereali al cioccolato fondente. Dopo aver terminato la mia colazione salutare, mi scaravento letteralmente sul divano, beccando in pieno mio fratello James.

«Ahia! Alzati immediatamente! Non sei mica una piuma!»

Gli sorrido malignamente senza muovere nemmeno un muscolo, posizionandomi meglio sulla sua pancia piatta e soda, e di conseguenza lui mi getta a terra con un solo movimento, ghignando poi perfidamente.

«Ahia! Mi hai fatto sbattere il sedere a terra!» Piagnucolo, massaggiando la parte dolorante e trucidando James con il mio sguardo assassino.

«Ben ti sta!» Mi fa una linguaccia.

Prendo un cuscino e glielo tiro in faccia, cominciando poi a ridere come una pazza uscita dal manicomio. Improvvisamente iniziamo a rincorrerci per il soggiorno come due bambini di pochi anni. Ad un certo punto entra mia madre e lancia un urlo, osservando la scena bizzarra: «Ragazzi adesso basta! James hai ventidue anni ma ne dimostri due. Un po' di contegno!»

Io sghignazzo divertita, guadagnandomi così un'occhiataccia da mio fratello, ma al momento sono su di giri e non ci bado minimamente. Mi volto verso la donna che mi ha messo al mondo e dico: «Mamma hai ragione. James è proprio un bambino!»

Mio fratello mi lincia con lo sguardo per l'ennesima volta mentre mia madre si avvicina a me con le mani ben salde sui fianchi. Mi osserva con finto tono di rimprovero, costringendomi a non riderle in faccia per il volto buffo che ha assunto di questo istante.

Il figlio della Luna (Da revisionare)Where stories live. Discover now