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Justin's pov

Sono ormai due giorni che sto in questa specie di hotel,una stanza mediocre e tranquilla.
Ho anche fatto amicizia con il proprietario,un uomo simpatico sulla sessantina. Ho ricevuto più di cinque chiamate da mia madre ma non mi andava di risponderle.
Mi manca e mi sento anche abbastanza in colpa,ma è come se non avessi voglia di sentire nessuno.
Parlo solo con Ryan e qualche altro ragazzo,che  viene per qualche ora del pomeriggio qui da me. Manco fossi in carcere.
In questi momenti vorrei solo una persona accanto a me,ma lei ha deciso di prendersi del tempo per stare con Demi e le altre sue amiche.
Nonostante mi faccia male,rispetto la sua scelta.
Avevano bisogno di chiarire,di passare del tempo insieme,e quando stamattina sono stato al ritrovo ho visto Demi con una luce negli occhi,e la cosa mi ha davvero reso felice. Nonostante lei non mi sopporti,so quanto la loro amicizia sia rara e preziosa,e se c'è bisogno di allontanarsi da me per dimostrarlo,va bene così.
Mi distendo sul letto a pancia in giù e poggio la testa sul cuscino fresco.
Penso a quanto la mia vita sia cambiata in poco tempo,a quanto io sia una persona completamente diversa.
Penso a tutti gli sbagli che ho commesso,al fatto di non essere forse un figlio perfetto,di essere stato un disastro ed una delusione.
Ripenso alle decisione sbagliate che ho preso e sono consapevole del fatto che ho deciso coraggiosamente di andare avanti e riprendere la mia vita in mano, ma questi momenti di debolezza e di stallo quasi mi perseguitano. Delle volte ripongo tutte le mie buone speranze e intenzioni in Selena,e la cosa mi spaventa.
Perché lei potrebbe abbandonarmi,potrebbe lasciarmi andare.
Chi mi dice che un giorno non si stancherà di me?
Ecco,io non sarei mai pronto ad una cosa simile. Forse corro troppo,forse penso troppo,e mi faccio tremila domande..ma non posso evitarlo.
Mi sento così in bilico adesso,così dannatamente fragile.
E la cosa peggiore è che mi piace esserlo,mi crogiolo nel mio stesso 'male' perché è come se avessi una malattia. Ma una malattia bella,che ti fa svegliare pimpante e con voglia di vivere.
Qualcosa che ti scoppia dentro,e non allenta mai la presa.
È duro e bello al tempo stesso.

<<C'è qualcuno per te,Justin.>>

la voce di William,il proprietario,risuona in camera.
Dopo aver bussato alla porta sento i suoi passi e delle parole bisbigliate.

Mi alzo a fatica e mi incammino.

Apro e la figura di Maya si materializza dinanzi a me.

<<Hey..cosa ci fai qui?>>

le chiedo in maniera gentile,esortandola ad entrare.

<<Un pò più di ordine,santo dio.>>

mormora guardando con disaccordo la mia camera.
Inarco un sopracciglio.

<<da quando ti importa dell'ordine?>>

Lei mi fissa con sguardo di sfida e snobba nuovamente la mia domanda.

<<Come te la passi rinchiuso qui dentro?>>

chiede sedendosi sul letto e continuando a perlustrare la camera.

Alzo le spalle e la seguo appoggiandomi  al suo fianco.

<<Non benissimo. A casa che si dice?>>

Le chiedo notando subito che la sua espressione cambia radicalmente.

<<Niente di nuovo in particolare. Litigano qualche volta,ma sempre in maniera moderata. Si alternano momenti di freddezza ad altri di calore familiare. È sempre tutto un continuo susseguirsi di cose.>>

Annuisco ed ascolto le sue parole.

<<Niente in più,allora?>>

domando mentre scruto il suo viso.

Al di là degli occhiWhere stories live. Discover now