16

406 20 0
                                    

-"Dio santo,non mettermi ansia e vai a parlarle!-" urlo esasperata,dopo l'ennesima domanda di Demi.
Ormai non rispondo più di me.
Sono tornata a casa ed ho pranzato tranquillamente,cercando di non destare sospetti. È stato orrendo vedere le loro facce. Osservare i loro sguardi e i loro occhi. Tutto ciò mi mette tensione,e fa si che sia dannatamente frastornata.
Un attimo prima sento l'angoscia,un secondo dopo la rabbia..poi la speranza,dopo la tristezza e così via. Ed il mio cervello va in tilt.
Sento l'adrenalina e il sangue pompare a mille.
-"Okay,ma se mi arresteranno,sappi che mi pagherai tu la cauzione!-" mi dice puntandomi un dito.
Alzo gli occhi al cielo.
-"Abbiamo ripetuto mille volte il piano. Va e attacca. Basta chiacchiere.-" dico a denti stretti.
La vedo incamminarsi in silenzio verso la donna intenta a spazzare il piccolo piazzale prima dell'ingresso.
Noto già la porta aperta.
Cosa buona a mio favore.
Demi inizia ad inscenare il suo smarrimento,fingendo di non riuscire a trovare la via di casa. Ora starà chiedendo qualche indicazione,e la donna finalmente nuove i primi passi. Dopo che le prime lacrime iniziano a scendere,il viso di Demi fa breccia nel suo cuore evidentemente, perché la signora poggia la scopa e la raggiunge,accarezzandole la spalla e parlando.
È questo il momento.
Con passo felpato mi intrufolo all'nterno e in pochi secondi sono circondata da porte e vari ingressi.
Cazzo,quale sarà la sua camera?
Mi affaccio sul bancone e vedo il benedettissimo registro delle entrate.
Eccolo.
Subito dinanzi ai miei occhi compare una scritta a penna.
'Bieber Justin; ing.3 stanza 27' con a fianco un'apposita chiave. Probabilmente la copia di quella originale che avrà lui.
Mi affrettoa prederla ed inizio a camminare.
Ingresso 1...svolto l'angolo e vedo una lunga camerata..'ingresso 2....dopo ancora una rampa di scale...ed ecco!ingresso 3....ci sono un paio di camere..non tantissime.
24...84...45...38...27! Il cuore mi batte a mille.
Apro la porta senza esitare un secondo in più.
È lì.
È di spalle sul letto,che guarda forse fuori dalla finestra. Ha gli auricolari, probabilmente per questo non mi ha sentito. È a torso nudo,indossa degli jeans blu chiaro e ai piedi solo dei calzini. Chiudo la porta alle mie spalle,per evitare che qualcuno possa venire e scoprirmi. Qualcuno o peggio ancora la titolare.
La stanza è di una grandezza media,per una persona è più che sufficiente. Noto subito dei vestiti gettati in terra. Una pizza mezza aperta e dell'acqua. Il letto disfatto e scarpe in giro. L'armadio è vuoto,a quanto parte è tutto ancora in valigia.
Ah,gli uomini.
Forse devo smetterla di ammirare la sua schiena perfetta,ed informarlo della mia presenza,prima che gli venga un infarto.
Mi avvicino cautamente e gli tocco una spalle. Rabbrividisco a quella sensazione,ma scaccio via quel pensiero.
Lui si gira di scatto e sbarra gli occhi non appena mi vede. Toglie subito gli auricolari e li poggia sul comodino.
Torna a guardarmi e lo fa dalla testa ai piedi. Con il suo solito sguardo,quello che mi fa imbestialire.
Io poi, giustamente,non mi sono cambiata e sono qui con la gonna dell'uniforme. Mi sembra una scelta più che giusta.
-"Ma tu che ci fai qui?-"quasi urla,alzandosi dal letto. Mi garda negli occhi per pochi secondi,dopodiché si affretta a raggiungere la porta e ad aprirla per controllare.
-"Vorrei capire come hai fatto ad entrare-" dice mentre rientra e chiude la porta a chiave. Dio mio.
-"tecniche femminili,lascia perdere..piuttosto,un po' di ordine potresti metterlo,no?!-" dico storcendo il naso.
-"Ahh, ascolta..se sei venuta a farmi la predica,puoi anche andartene, okay? Ora è l'ultima cosa che desidero!-"
Nonostante le sue parole mi feriscono,in parte lo capisco.
Anche in più leggola tristezza e la delusione.
-"No..ascolta...siediti un attimo,devo parlarti.-" dico degludendo più e più volte.
Mi sta nuovamente venendo l'ansia e questo non va bene.
Annuisce e torna serio.
Faccio lo stesso,posizionandomi di fronte a lui.
-"Dimmi tutto.-" mi incita.
A petto nudo davanti a me.
Certo che potrebbe infilarsela quella maledetta maglietta.
Lascio che i miei pensieri perversi vadano via e diano spazio agli enormi sensi di colpa.
-" So che ora ti arrabbierai tantissimo...però,ti prego,ascoltami e poi mi mandi già. Okay?-" dico premettendogli tutto.
Annuisce soltanto. È così fottutamente attento. Questo non fa altro che innervosirmi ancor di più.

-"Quel giorno in cui mi hai offeso mentre litigavamo..beh,mi sono sentita troppo male. E troppo arrabbiata. Ed ho fatto una cazzata-" dico velocemente.
Lui sembra riflettere.
-"Hai picchiato Taylor?ma che bisogno c'era? Potevi picchiare le,perdi prendertela con lei?-"

-"hey hey,stai correndo. Non ho picchiato proprio nessuno....peggio.-" dico con un filo di voce.

-"cazzo,non sei mica una serial killer?-"

-"Justin,scherza dopo. Ora non è proprio il momento.-"

Alza le mani come a volersi scusare.

Prendo un forte respiro.

Perché è così difficile...

Forse perché per colpa tua ora è qui e non a casa sua.
Ah,questa maledetta vocina interiore. Perché parlo da sola,insomma?!??

-"io mi sono talmente innervosa che quando ho visto Taylor scendere non ho più ragionato e..ed ho inventato che tu...insomma che tu...avevi provato a...baciarmi.-"
Dico ad occhi chiusi tutto d'un fiato.
Devo finire il discorso.
Selena non guardare la sua faccia.
Selena non guardarlo.
Selena non guardare la sua reazione.
-"e lei..lei non l'ha presa molto bene. E solo dopo che tu sei stato cacciato lei mi ha confessato di aver inscenato quella farsa per vendicarsi. Ma ti giuro,se lo avessi saputo prima avrei fatto qualcosa per impedire tutto questo..mi dispiace. -" dico con voce rotta.
Che strana la vita.
Io che gli chiedo scusa.

-"Che grandissima troia.-" dice dopo essersi preso la testa fra le mani.

-'hey, non è il caso di chiamarmi così. Poca confidenza.-" dico sugli attenti.
Lo sento ridere.
"Non dico a te,intendo Taylor. Solo lei può essere così cattiva. Certo,tu non sei stata da meno..-"
Mi sento ferita,ma cerco di tenere alto il mio orgoglio.
-"Cosa volevi che facessi?è stato un momento di furia in cui non ci ho visto più. Non pensavo potesse poi far nascere un casino.Perdonami. -"
Il silenzio regna.
Ed è molto frustrante.
-"mi farai cacciare da tuo padre? Se lo farai sappi che ti capirò,non devi darmi giustificazioni,ho sbagliato e a non c'è rimedio lo capirò..-" mi ferma poggiandomi una mano sulla guancia.
Mi sento immobile. Incapace di compiere qualsiasi movimento dopo quel tocco. Dentro di me esplode un uragano.
-"non farò niente di quello che hai detto.Rilassati-"

-"allora non sei arrabbiato?Non devi perdonarmi, giusto?"
Chiedo e serro le labbra,temendo qualsiasi risposta.
Vedo uno sguardo furbetto farsi spazio sul suo volto.
-"in realtà si...qualcosa potresti fare. In fin dei conti mi hai fatto un bel torto...Non so se posso passarci sopra proprio del tutto.."
Sospiro fortemente. Che odio.
"Smettila di farmi sentire in colpa. Spara,su. -"
Mi guarda e sorride.
Ah signore, mi sciolgo.
No,cosa dico.
Contegno.
-"Resta qui con me. Semplice.-"
Sbarro gli occhi.
-"Ma non se ne parla proprio.Tu sei fottutamente fuori!-" dico mentre mi alzo di scatto e raggiungo la porta.
Poggia la sua mano sulla mia,sulla maniglia.
Quasi tremo. Mi ha raggiunta.
Che stronzo.
Mi giro d'istinto e finisco per appoggiarmi con la schiena alla porta. Mentre lui,davanti a me,mi fissa a due millimetri dalla mia faccia.
Sento la sua pelle sulla mia. E i suoi occui completamente dentro i miei.
-"O questo..o chiamo.-" dice facendomi vedere il suo cellulare.

Al di là degli occhiWhere stories live. Discover now