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Nel fragente di tempo che impiegai ad essere immobilizzata,lui alzò lentamente lo sguardo,forse avendo avvertito la mia voce,e puntò i suoi occhi nei miei.
In pochi secondi passai dall'essere inchiodata a terra a raggiungerlo in un attimo.
Mi chinai alla sua altezza ed istintivamente passai una mano sul suo volto. Delicatamente.
Sussultò sotto il mio tocco e mormorò un "ahia".
Il volto era quasi tutto tumefatto. Aveva del sangue secco sotto il naso e due grandi macchie violastre sotto gli occhi. Un piccolo taglio sul collo e le nocche totalmente sanguinanti.
Non osai chiedere nulla,non riuscivo a farlo.
O forse,preferivo non sapere.

<<entriamo dentro,hai bisogno di essere medicato.>> dissi quasi ordinandoglielo.

<<no. Non voglio.>> rispose velocemente, tossendo subito dopo.

Portò automaticamente una mano allo stomaco. Non impiegai molto a capire che era stato preso a cazzotti li.

<<Justin,potresti avere qualche organo spappolato o non oso immaginare in quale altra condizione potresti stare. Può essere grave,vuoi capirlo?>>

Riabbassò il capo,fissando un punto nel vuoto. Osservai i suoi lineamenti perfetti,che anche al chiaro di luna riuscivo a vedere nei minimi dettagli.

<<andiamo a casa.>> disse in un sospiro.

<<certo,come pensi di entrare ?>> chiesi ironica.
Cosa gli passava per il cervello?

<<entriamo dalla finestra della tua camera.>> disse semplicemente, tornando a guardarmi,provocandomi un brivido.
Sospirai fortemente,guardandomi un attimo intorno. Non era il caso di discutere.
Non era proprio il momento.

<<dai,alzati.>> gli dissi tendendogli la mano.
Rifiutò il mio aiuto,appoggiandosi al muro.
Che testardo.
Non appena fu in piedi,iniziò anche a zoppicare, facendo una smorfia di dolore.
Ma cosa cavolo gli era successo?

Morivo dalla curiosità di sapere.

Iniziammo a fare i primi passi e si appoggiò a me non appena percorremmo il primo metro.

Quel contatto così ravvicinato,la sua pelle sulla mia,il suo braccio che mi cingeva la spalla mi provocò una strana sensazione.
Cercai di fargli appoggiare il suo peso il più possibile su di me,nonostante lui cercasse di camminare autonomamente.
<<scusami.>> ruppe il silenzio di quei pochi minuti,che pesava tantissimo.
Arricciai il naso.
<<Di cosa?>> chiesi temendo gli occhi sulla strada buia che stavamo percorrendo.
<<per averti incasinato la vita ancora una volta>> esclamò tra un gemito e l'altro.
Quelle parole arrivarono dritte allo stomaco,e non saprei descrivere la sensazione che mi provocarono.
Era palesemente brillo,oltre ad essere ridotto male,e questo non so se giovava molto a suo favore.

Non risposi. Cosa potevo mai dire.
Che forse era vero?
Che forse questa enorme parentesi si era riaperta?
Non mi sembrava il caso.
Fortunatamente,tra i pensieri vari e i mini dialoghi con lui,arrivammo in fretta.
Una volta fuori casa,prese lui il comando.
Cercò di camminare da solo e di riuscì in malomodo.
<<sali. >> disse passando lo sguardo prima alla finestra di camera mia e dopo a me.
<<d'accordo. Vado ad aprire la finestra.>>
Feci tutto nel giro di pochi secondi. Entrai e liquidai Pattie,che fortunatamente era proprio sul punto di andare a letto.
Mi chiusi nella stanza a chiave e subito feci come ordinatomi.
Justin si arrampicò a fatica,facendo a tratti smorfie e versi di dolore.
In poche mosse,fu dentro.
Agile il ragazzo.
<<ora vieni qui.>> dissi poggiando le mie mani sulle sue spalle,spingendolo verso il letto.
Mi incantavo nel luccichio dei suoi occhi.
Si stese,togliendosi le scarpe.
<<aspettami qui.>> dissi seria.
<<e dove dovrei andare?>> rispose ad occhi chiusi,con un leggero risolino.

Evitai di ribattere e mi fiondai in bagno a prendere ciò che serviva.

Fondamentalmente nemmeno io sapevo dove si trovasse,ma frugai ovunque e trofai ciò di cui necessitavo.

Ritornai in camera,chiudendo a chiave la porta alle mie spalle,ed iniziai a versare dell'acqua ossigenata su un gomitolo di cotone.

Senza esitare mi inginocchiai al letto e glielo inizia a tamponare per tutto il viso.

<<piano.>> sussurrò serrando i denti,e cercando di bloccarmi il polso con la sua mano.
Riaprì gli occhi ed iniziò a fissarmi mentre io mi concentravo sulle sue nocche.
Gli fascai una mano,quella conciata peggio. Mentre sull'altra,applicai soltanto del disinfettante ed un cerotto su un dito.
Non ero una dottoressa,stavo improvvisando.
Ed il fattore "vicinanza delle vostre labbra" era alquanto scomodo.
Mi avvicinai di più,portando un piccolo gomitolo impregnato di acqua ossigenata sul suo zigomo malmesso.
Sentivo i suoi occhi entrare in me e le sue labbra troppo belle ed invitanti per essere ignorate.
Mi controllai,o almeno cercai di farlo.
<<va bene,è ok ora.>> disse mentre si voltò per posare il cellulare sul comodino,sfuggendo da me.
<<sicuro di star meglio??>> chiesi mentre mi rialzavo e potei tirare finalmente un sospiro di sollievo.
Rimase seduto,senza stendersi. Io allo stesso modo,mi accomodai sul letto,ad un metro da lui.
Lo vidi fissare le mie labbra. Dopo un secondo leccò le sue e,sospirando,torno a guardarmi negli occhi.
Poi chinò la testa,e morse le sue.
Questi piccoli gesti mi crearono uno scompiglio interiore mai visto,sentivo elefanti nel mio stomaco. E le mie guance, ci avrei potuto giurare,erano rosso fuoco.
<<Justin?>> lo richiamai, trovando il coraggio di rompere il ghiaccio.
<<Si?>> disse dopo esserci risvegliato mentalmente. <<sono stanco>> continuò con voce stanca.
Si appisolò sul letto è sbadigliò.
Lo guardai incredula.
<<no ma...fai come se fossi a cas..cioè si,lo sei ma..>> non terminai di parlare che mi accorsi di quanto fosse divertito mentre sorridente mi guardava.
Sospirai teatralmente.
<<questo è il mio letto,insomma. Vai su quello di Maya.>> dissi severa,incrociando le braccia al petto.
<<sono così comodo qui.>> disse mentre affondava la faccia nel cuscino.
<<va bene dai,ho capito.>> sussurrai e feci per alzarmi ma,prima che potessi farlo,lui piantò una sua mano sulla mia gamba.
<<dormi con me>> disse guardando il soffitto e continuando a tenere la presa sulla mia coscia.
Deve scivolare la mano verso il ginocchio e mi accarezzo tutta la parte,risalendo.
Sentivo di non poter stare un secondo di più in quella stanza, ma dovevo riuscirci.
<<tu sei matto.>> dissi scuotendo il capo.
<<dai >> disse a tono basso prima di ridere,ed attirarmi a sé.
<<shh >> dissi posandogli istintivamente l'indice sulla bocca.
Ah signore, perché mi castigo da sola?
<<i tuoi possono sentirti. Vuoi altri guai? >> chiesi innervosita.
<<voglio che tu venga qui.>> disse tirando la mia mano. E mi lasciai tirare.
Mi distesi al suo fianco.
Mi fece poggiare la testa sul suo petto.
Sentii il suo battito.
Mi passò una mano tra i capelli e mi accarezzò.
Il mio cuore non reggeva più,a momenti sarebbe scoppiato.
Mi promisi di dormire e restare calma.
La notte sarebbe dovuta passare in un modo o nell'altro.
Da una parte,però,avrei voluto non finisse mai.
Forse l'anno scorso tutto ciò non lo avrei nemmeno immaginato lontanamente. Ed avrei riso se qualcuno me lo avesse detto.
Sospirò compiaciuto,come se fosse soddisfatto di avermi lì.
Ero consapevole del fatto che fosse brillo.
Questo da un lato mi tranquillizzava ma dall'altro,mi preoccupava molto.
<<buona notte,principessa.>> sussurrò nel mio orecchio.
Quelle parole,forse dette senza importanza,mi suscitarono qualcosa nell'anima.
Quanto avrei sempre sognato ascoltare queste parole. Avrei pagato milioni.
Ed ora,sono qui.
Ma so che ciò è sbagliato. Lo so. Ma stanotte non conta.
Fermai il mio cervello,era ora di dormire.
Mi strinsi di più a lui,ripetendo quelle due paroline nella mia testa.
Incessanti.
Ripetitive.
Respiravo il suo odore.
Sentivo il tocco leggero della sua mano.
I miei occhi diventarono lucidi.
"Buonanotte, principessa".

Al di là degli occhiWhere stories live. Discover now