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La sveglia mi tuonó nelle orecchie. Sbattei le palpebre e sollevai il braccio cercando a tentoni la sveglia.
Avevo cambiato telefono dopo il piccolo 'incidente' dell'ultimo dell'anno.
Spensi quel suono fastidioso e mi rigirai.
Nelle narici avevo un forte odore di rose, piacevole e sensuale.
Riaprii subito gli occhi trovandomi a pochi centimetri dal volto di EJ.
Non si era svegliata e durante la notte si era impossessata del mio braccio sinistro, usandolo come se fosse un cuscino.
Strinsi la mano sentendo un formicolio che partiva dalla spalla.
Avrei potuto svegliarla con un bacio, ma cercai di trattenermi per non rovinare tutto.
"Emily"-sussurrai poco sotto il suo naso.
Fece un versetto assonnato e strizzó gli occhi per poi aprirli piano. La nostra distanza non sembro disturbarla.
"Buongiorno bell'addormentata"-sorrisi.
"Giorno"
"Andiamo a fare colazione?"
Lei annuì e si stiracchió, mettendosi poi a sedere sul letto.
"Che ore sono?"-disse con voce roca strofinandosi un occhio.
"Il mio telefono fa le 7.30"
Annuì nuovamente e scostó le coperte, scoprendo le cosce nude. Si alzò come se non avessimo dormito insieme, come se non fosse successo nulla. Bhe si effettivamente non era successo nulla, ma il solo pensiero che avesse dormito con me mi faceva sentire bene, come se per la prima volta nella mia vita avessi avuto contatti con il mondo femminile.
Aprì  la porta, si fermò e si girò verso di me-" Andiamo? Muoio di fame"-sorrise dolcemente.
Pensai che non  sapesse quale fantastico effetto facesse su di me.
La seguii tirando il braccio per far passare il fastidioso dolore.

In cucina trovammo Niall e Tris che ridevano e scherzavo come due novelli sposi che stanno passando la loro luna di miele.
"Ciao T"-sorrise lei con ancora la faccia assonnata.
"Ehy EJ, dormito bene?"-disse il biondo girandosi.
Lei annuì con un sorriso.
"Mm che profumino invitante. Avete preparato le frittelle?"
"Il mio angelo ci sa fare in cucina"-rispose Niall con un sorriso, diede un bacio sulla fronte a T e si avvicinò a me.
"Tu cugino hai dormito bene"-sussurrò con sguardo malizioso.
"Coglione"- soffia con un sorriso divertito sulle labbra.

Finito di mangiare guardai EJ pulire, come se vivesse in quella casa da tempo.
"Devo andare all'incontro tra un ora, vuoi che ti accompagni a casa?"- dissi con una punta di tristezza nella voce.
Mi guardò come se avesse capito il mio stato d'animo, fece una smorfia per farmi sorridere, senza rispondere alla mia domanda.
Poi mi diede un bacio sull'angolo della bocca e sparì in camera mia.
Sospirai pesantemente sognando che un giorno quelle labbra sarebbero state sulle mie ancora una volta.
"Non ti abbattere cugino. Lei non fa che parlare di te con Tris"-disse Niall tirandomi delle affettuose pacche sulla spalla.
"Sul serio? O lo dici solo per tirarmi su di morale"
"Chiedilo a T"-mi fece l'occhiolino e tornò in camera per chiamare la sua ragazza.
"Devi dirgli che è vero T. Non mi crede. Pensa che lo faccia solo per fargli vincere l'incontro"
"Ma mi aveva fatto promettere di non dire nulla. Capisci che non posso farlo?"
Il biondo la supplucò un altro paio di volte prima che la ragazza venisse in cucina a parlarmi.
"Niall mi ha detto.."
"Si ho sentito mentre cercava di convincerti" - risi malinconico.
"Sai che è vero" - mi guardò lei con un sorriso innocente.
Annuii comunque triste per tutte le fantasie che mi ero fatto nel tempo e che forse non si avverranno mai.
"Liam"-mi chiamò EJ dall'altra parte del corridoio. Poi mise fuori la testa guardando verso di noi.
"Sono pronta se vuoi"-disse con un sorriso.
Indossava la mia maglietta della squadra di football è dei jeans aderenti con qualche strappo qua e là.
Mi spuntò un piccolo sorriso nel vedere che la mia maglia era troppo grossa per lei. Era adorabile.
"Stai tranquillo la maglia te la ridaró questo pomeriggio all'incontro"
"Tienila pure"-dissi con un sorriso-"a te sta meglio"
Lei sorrise e si tirò su la spalla del piccolo borsone che aveva portato il giorno prima.

"Ci vediamo dopo T?"- chiese EJ sulla soglia della porta.
La bionda annuì mentre cercava di medicare la ferita di mio cugino.
Salutammo e scende mo fino alla Shelby. Le aprii la porta e lei mi ringraziò.
Mi misi alla guida con un misto di malinconia e felicità. Lei era lì, con la mia maglietta che le faceva da vestito, con un sorriso dolce sulle labbra e il borsone sulle gambe.

BOXE |LIAM PAYNE|Where stories live. Discover now