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Mi svegliai accecato dalla luce che entrava attraverso le persiane.
La testa mi girava leggermente ma ricordavo che quella notte lei era con me. Sentii una mano stringermi il busto e, sbattendo le palpebre guardai verso il basso. La chioma rossa le copriva la fronte e parte del viso, premuto contro il mio petto. Il suo respiro era regolare, il che mi fece intuire che stava ancora dormendo profondamente. Mi girai verso la sveglia per capire che ore fossero.
'8.30.. non c'è fretta. La lascerò  dormire ancora'.
I miei occhi caddero di nuovo su di lei. La guardai per un tempo indeterminato come se fosse uno dei più bei quadri esistenti al mondo. Per me, in effetti, era uno dei più  bei quadri, il più bello di tutti in realtà. Le accarezzai la guancia stando attento a non svegliarla. Non potevo lasciarla andare, anche se erano un paio di mesi. Non era mia ma non volevo fosse di altri. Suo padre mi aveva detto di proteggerla. Mio padre..mio padre mi aveva detto di non lasciare andare ciò a cui tenevo, di cui mi importava di più.
Lei era la persona più importante. Ripensai a quello che aveva vissuto quando era bambina, alle violenze che aveva subito e che dovuto guardare sulla madre, perduta da tempo.
La strinsi forte a me e lei sbuffó sollevando la mano dal mio torace e portandola al viso. Si sfregó gli occhi e batté  le palpebre per abituarsi alla luce.
Quando alzò  lo sguardo sorrise.
"Buongiorno Payne"-disse con voce roca.
"Ehy"-risposi a mia volta al suo sorriso-" mi spiace averti svegliato"
"Oh non importa, tranquillo"-sbuffó nuovamente e tossí, schiarendosi la voce-"e poi oggi ho l'aereo per l'Italia"
"Vai in Italia?"-dissi fingendomi allegro per coprire il rumore del mio cuore che si frantumava.
"Si, io e Jack Jack abbiamo i nonni italiani e dato che non ci andiamo da un po', quest'anno festeggiamo da loro"
"E tuo fratello dov'è?"-chiesi, questa volta buttando fuori tutti il dolore che stavo trattenendo.
"Ci troviamo in aeroporto"
"Ok"
Dopo qualche minuto di silenzio ci fissammo e io sorrisi-"Posso accompagnarti?"
"In aeroporto?"
Annuii speranzoso. I suoi occhi brillato prima che annuisse a sua volta. Il peso della sua distanza diminuí ma non scomparve del tutto.
"Vuoi mangiare?"
"Oh posso tornare in dormitorio.."
"Insisto"
"Ok allora accetto volentieri"

Dopo colazione le feci fare una doccia e le prestai una mia felpa e dei pantaloni della tuta. I pantaloni erano troppo larghi e T propose di darle un paio suo.
Erano diventate grandi amiche, anche per il fatto che dividevano la stanza.
Io aspettai sul letto. L'odore del suo corpo e dei suoi capelli era ancora presente sulle lenzuola. Il suo vestito appoggiato sulla sedia. Se la sera prima fossi stato meno lucido a quest'ora avrei avuto un grosso problema tra le mani.

Riaccompagnarmi  EJ al dormitorio e ,quando arrivammo alla sua stanza, lei mi invitò ad entrare.
"Non voglio disturbare"
"Insisto"-rise lei contagiandomi.
"È la mia battuta"-dissi entrando in camera e chiudendo la porta.
"Sai credo che un pochino mi mancherai"-disse girandosi e andando verso il letto.
Prese il borsone e lo appoggiò sul materasso riempiendo la camera,ora triste e malinconica, di scricchiolii.
"Mi..mi mancherai anche tu"-mi avvicinai a lei.
Quando si girò verso di me si sorprese della nostra vicinanza e perse l'equilibrio.
"Attenta"-l'afferai e la portai a me, evitandole una caduta pericolosa.
Solo dopo mi accorsi che la stavo abbracciando e la lasciai d'istinto chiedendole ripetutamente scusa.
"Mi spiace io non.."-non finí la frase quando sentii le sue braccia intorno al mio collo e dei lievi singhiozzi sulla mia spalla.
"Ehy"-l'abbracciai nuovamente-"che c'è?"
"Sono..sono sicura che mi mancherai"
Le mie braccia la strinsi ancora di più.
"Sarò sempre qui se vorrai chiamarmi o sentirmi"
"Grazie"-singhiozzó di nuovo lasciando un sospiro.
Allentó la presa e mi bacio una guancia.
"Grazie"-sussurrò di nuovo al mio orecchio. Ero imbambolato per il suo dolce gesto. Ora era di nuovo tutto come prima. Il mio cuore era di nuovo in frantumi. La mia mente persa nei pensieri. La lasciai andare e lei si asciugó una lacrima sorridendo. Rimasi lì  per qualche istante mentre lei si portava verso l'armadio e  tirava fuori i vestiti.
"Mi dai una mano o rimani lì?"-la sua risata mi risveglió dall'incantesimo in cui lei stessa mi aveva fatto cadere.
"Si..si scusa"

"A che ora è l'aereo?"-chiesi caricando il borsone sulla mustang.
"Alle 4.30. Ho detto a JJ di arrivare almeno alle 4"
"Quindi posso offrirti un pranzo?"-le sorrisi dopo aver chiuso il portabagagli.
"Hai qualche idea?"-rise lei.
"In realtà..si..si un idea l'avrei"
"E lo conterai come un'appuntamento?"
"Se vuoi chiamarlo così, ne sarei molto felice"-risi in risposta.
Alzò gli occhi al cielo, ma era visibilmente divertita.
Le aprii la portiera-"allora è  un si?"
"Si"
"Perfetto"
Chiusi la poriera e feci il giro del cofano, aprii dalla mia parte e salii con un sorriso a trentadue denti.
Accesi e partii per il Pitty Pay's,un ristorantino in cui lavorava una mia amica.

"Pitty Pay's? Lo conosco. Ci lavora Lip."
"Lip?"
"Si..è un mio vecchio compagno di classe. Gallagher"
"Anche io conosco una Gallagher"
Mi guardò storto.
"Che c'è?"
"Come si chiama?"-disse arricciando il naso.
"Fiona"
La sua espressione tornò subito rilassata all'udire quel nome.
"Perché hai fatto quella faccia"-chiesi mentre scendevamo dalla mustang. Chiusi la portiera e poi la macchina.
"Che faccia?"
"Questa"-dissi imitandola.
Rise nel vedere la mia espressione.
"Nulla, lascia stare"
Quando ci affiancammo l'uno all'altro mi prese la mano come se fossimo una coppia. Persi qualche battito e guardai in basso, verso le nostre dita perfettamente intrecciate. Alzai di nuovo lo sguardo e la fissai, probabilmente con uno sguardo ebete. Notai le sue guance farsi più rosse e istintivamente sorrisi.
Aprii la porta e con la mano che mi teneva stretta le feci cenno di entrare.
"Grazie"-sorrise.
La seguii nel localino e successivamente al tavolo.
In pochi secondi una cameriera arrivó per le bibite.
"Come sono veloci"-disse lei appena la cameriera, piuttosto sexy , se ne andò  con le ordinazioni.
"Si ha innovato tutto Fiona. Davvero un buon lavoro"-dissi apprezzando la cameriera che mi era appena passata di fianco. Appena mi girai notai il suo sguardo truce.
"Che c'è?"
"Niente"-sussurrò a denti stretti.
"Quello sguardo non è  niente. Sei arrabbiata. Direi quasi gelora"-la osservai appoggiandomi al tavolo.
In sua risposta ebbi uno sbuffo e totale riluttanza. Risi alzandomi dal mio posto.
"Dove vai?"-chiese acida, ma con una punta di delusione nella voce.
"Proprio qui"-dissi sedendomi di fianco a lei e spostandola per farmi spazio. Un verso di irritazione esci dalle sue labbra. Senza pensarci due volte le misi il braccio sulla spalla e la strinsi a me.
"Ehy, sto scherzando lo sai"-sussurrai baciandole i capelli-"e poi  quella tipa non sarà mai alla tua altezza"
"Ti odio"-dissi sorridendo.
Risi e la strinsi ancora di più.
Durante il pranzo Fiona venne a salutare me e Lip a salutare lei. Entrambi notarono la nostra vicinanza e ci dissero che eravamo una bella coppia. Io feci per negare ma lei non disse nulla, anzi ringraziò per il complimento.
Il mio cuore ovviamente era partito a mille e il terrore di chiederle perché lo avesse fatto mi martellatava il cervello, ma evitai fino alla fine del pranzo.

"Lascia pago io"-disse lei.
"Ah no, io ti ho invitato e io pago tesoro"-non so da dove mi uscì quel tesoro, ma subito mi girai verso di lei per chiederle scusa con lo sguardo. Le sue guance erano leggermente più  rosse, ma non era arrabbiata.
"Ve bene"-disse avvicinandosi e baciandomi una guancia.
Era la seconda volta che lo faceva. Se avesse continuato così sarei morto probabilmente.

*SPAZIO JAMES *
Ehy piccoli panda! Sono tornata per la vostra gioia.
Capitolo poco più  lungo, godetevelo.  Ah e aspetto ogni vostra richiesta per una storia, le sto raccogliendo tutte.
Bay bay

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