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Spensi la moto e la parcheggiai. Non sapevo cosa stavo facendo o cosa avrei detto a Stecchetto. Come aveva detto che si chiamava Mic? Emmond? Emanuel? Bho non ne ho la minima idea. Dovrei chiederglielo.
Alzai il sedile e tirai fuori il borsone , chiusi il sedile e mi avviai alla porta della palestra. Ok era una cosa idiota. Perché  ero venuto qui un ora prima?
In fondo Stecchetto non lo conoscevo neanche. Mi sedetti sulla panchina piazzata a poco dall'edificio e mi guardai intorno. Tastai le tasche e sentii l'accendino. Non potevo fumare. Ero nel periodo agonistico finalmente e  non avrei rovinato tutto per una sigaretta del cazzo. Presi l'accendino dalla tasca e lo fissai. Lo  feci scattare e subito il calore della fiamma si espanse, scaldandomi la mano.
Mentre fissavo la fiammella danzare nel freddo di dicembre non mi accorsi che qualcuno si era avvicinato a me.
"Non dovresti fumare"-mi sorprese una voce lieve.
Alzai di scatto la testa,spegnendo l'accendino, e fissai il volto di quell'individuo davanti a me.
" Non stavo fumando"-dissi non riconoscendo il volto controluce.
"Bene. Non voglio che un mio futuro avversario venga squalificato"
Futuro avversario?
"Stecchetto?"- dissi fissandolo.
"Il mio nome è  Emmett ma tu non lo sai Payne. Comunque si sono io. Che ci fai qui?"-era una voce lieve ma severa. Come se mi stesse sgridando. Sgridando per cosa? Perché stavo guardando un accendino acceso? Bha la gente è strana a volte.
"Volevo parlare con te.."-dissi abbassando lo sguardo e invitandolo a sedersi, cosa che fece esitante.
"Che vuoi?"-sbuffó lui appoggiandosi allo schienale.
Misi i gomiti sulle ginocchia e appoggiai la faccia sui palmi.
"È  da tanto che vieni prima?"
"Da quando mi hai battuto sul ring l'ultima volta"
"Perché?"
"Fatti miei"
Era scazzato,parecchio. Dei leggeri sbuffi gli uscivano dalla bocca. Il suo volto era puntato verso il cielo.
"Che vuoi?"-continuò-"Perché non arrivi subito al punto?"
Ero andato un po nel panico. Non mi aspettavo un comportamento così non curante, quasi apatico.
"In realtà non so perché volevo parlarti..infondo non ci conosciamo nemmeno..è  stata una cosa stupida venire qui.."-mi alzai e feci per andarmene ma lui disse qualcosa.
"Come scusa?"-mi voltai
"Siediti idiota. Non ci conosciamo ma sono felice che tu sia venuto per parlare con me. Allora cos è  successo?"
"Prima mi dici perché non vieni più alla solita ora."
"Mio dio ma sei uno strazio! E va bene! Ma siediti. La gente in piedi mi mette ansia."
Feci come mi aveva detto e lo fissai mentre parlava al cielo.
"L'ultima volta mi hai messo paura. Non sarei mai riuscito a batterti se avessi avuto paura di te. Per quello ho iniziato ad allenarmi prima e non credo che tornerò ad allenarmi insieme a te. Io scoprirei le tue tecnice e tu scopriresti le mie. Non sarebbe equo. Quindi tu continua per la tua strada che io continuo per la mia."
"Ok.."
"Ora mi dici che ti è  successo o devo prendere a calci quel tuo culo molle per tirarti fuori le parole?"
"Okok. Calmo. Ora te lo dico. Ecco..si tratta di una ragazza."
Lui non si girò e non disse nulla,quindi continuai.
"Era in classe  con me quando eravamo più piccoli. È.."-sospirai ripensando alle sue labbra di bambina sulle mie.
"Come si chiama?"
Mi girai e lo guardai-"Emily. Emily Johnson. Il mio primo bacio."
Nulla. Non fece un verso, un sospiro, nulla. Era in silenzio e ascoltava. Una cosa  che non succedeva mai, con nessuno. Avevo la libertà  di dire tutto quanto. Era una strana sensazione. Piacevole.
"L'ho ritrovata. Non se ne è  mai andata dalla mia mente e ora è  qui in città. Eravamo diventati buoni amici,ottimi. La mia migliore amica. La ragazza perfetta. Io..io l'ho persa. L' ho persa per sempre. Mi piace. Mi piace davvero, ma non so cosa prova lei per me. Esce con un altro, la mia nemesi. Il ragazzo che vuole rubarti la fama di cattivo ragazzo. Non che io ci tenga più di tanto, però amo il fatto che la gente  mi rispetti e le attenzioni delle ragazze sono piacevoli. Ma non sono come lei. Nessuno è come lei. Lei è stupenda, bella come Venere e intelligente come Atene. È perfetta..e so che sarebbe l'unica in grado di salvarmi. Di farmi diventare migliore. Perché con lei non riesco ad essere la persona di merda che sono. Lei mi tira su, fuori dal baratro, fuori dal male. E lui non è  il ragazzo giusto. Io sono quello giusto. Lei non sa cosa ha fatto."
"E cosa ha fatto?"-mi interruppe lui in modo apatico.
"Ha violentato e picchiato la sua  ex..una mia amica. Si chiamava Cristy. È  arrivata a suicidarsi perché non riusciva più a stare con lui. Lui l'ha spinta ad uccidersi. Cristy avrebbe vissuto una vita felice se non fosse stato per quell'idiota."
"E tu? Tu non sei così?"
Lo fissai sentendomi leggermente offeso.
"No che cazzo. Non toccherei mai una donna senza il suo consenso. Figuriamoci picchiarla o addirittura violentata. Mi fa schifo"-dissi disgustato.
"E che hai fatti di così  orribile per farti odiare da lei?"
"Sono andato a letto con una..però io e lei non stiamo insieme..non capisco..ho fatto tre mesi di astinenza da quando l'ho incontrata. Noi non stiamo insieme. Non l'ho tradita.."-abbassai lo sguardo sull'asfalto.
"Glielo hai detto subito o è  venuta a saperlo da qualcun'altro? "-non mi guardò  mentre diceva quella frase, come aveva sempre fatto, però  sentii qualcosa nella sua voce, come se fosse dolore.
'Ma che cazzo ti inventi Payne! Stecchetto non può essere triste per una cosa del genere. Lui non c'entra nemmeno.'
"Io..non volevo incontrarla..lo ha saputo da altri..sono stato un codardo."
"E poi? Che è  successo?"
"È  venuta da me.. mi ha chiesto se era vero.. che..che fossi stato con una. Io..io le ho risposto di merda.. l'ho chiamata ragazzina..ho..ho sbagliato tutto"-mi si spezzò la voce in gola. Misi la testa tra le mani e iniziai a singhiozzare come un bambino. Le lacrime mi bagnavano i palmi. Il vuoto che avevo nel petto era più  intenso e più malinconici del solito.
"Lei ti piace davvero. Un ragazzo non avrebbe mai pianto se non avesse provato nulla. Spero tu possa riconquistarla."
Si alzò e fece per andarsene ma gli afferrai il polso e lo tirai verso di me.
"Credi che vorrà  parlarmi ancora?"-dissi sperando in una risposta positiva.
"Devi darle del tempo. Devi tentare di riconquistarla. Mostrati pentito. Se io fossi donna lo accetterei e tornerei a essere tua amica."
"Tu non sei come lei..Lei è  combattiva. Non me la darà  vinta così  facilmente"-singhiozzai. 
"Bhe ti auguro buona fortuna e buon allenamento. Io torno a casa"-lasciai il suo polso e lui si allontanò, rientrando in palestra. Rimasi all'aria aperta fin quando non lo rividi uscire con la sacca. Il cappuccio della felpa grigia era ancora sulla sua testa.
Entrai e mi allenai. Avrei seguito il suo consiglio. Mostrarmi pentito.

*SPAZIO JAMES *
Hello pandacorni!
Ecco un altro capitolo. Finalmente direi hahaha
@annalisa1204 ti ringrazio tantissimo per tutti i like che mi hai messo *-* giuro che ti adoro! Sono davvero felice che ti sia piaciuta la storia.
Grazie a tutti quanti per l' 1,04K di visite! Sono seriamente molto felice e molto orgogliosa.
Love yaa
~James xx

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