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I giorni passarono e mi avvicinai sempre di più a quello che non avrei voluto.
Le mandai diversi messaggi, del tipo

Vorrei tu fossi qui.

Stare senza di te è  una tortura

Certo ogni volta che le inviavo un messaggio mi sentivo ancora più  male perché eravamo solo amici.
Lei non rispose fino alla sera prima dell'ultimo giorno dell'anno.
Quando vibró il telefono ero sdraiato sul divano con una lattina di birra in mano e un paio di lattine vuote ai miei piedi.

Piacerebbe anche a me essere lì. Mi manchi

Appena lessi quelle parole persi un battito. Gli occhi mi si velarono di lacrime e strinsi nella mano il telefono. Mi alzai e finii l'ultimo sorso della lattina. Abbassai di nuovo lo sguardo su quelle parole. Poi non capii cosa stesse succedendo. Qualche istante dopo il mio telefono era a terra, in frantumi, mio cugino spaventato sulla soglia e la lattina vuota faceva compagnia alle altre a terra.
"Che cazzo fai Liam?!"-disse spaventato.
"Devo uscire"
"Cugino non posso permettertelo. Hai appena distrutto il telefono scaraventandolo contro il muro cazzo!"
"Devo uscire"-ripetei a denti stretti. Le lacrime mi rigavano il viso, gli occhi pizzicavano, non volevo stare così.
Niall stette zitto per qualche istante prima di parlare nuovamente-"vengo con te"
"No"
"Senti vai al Mad no? Allora vengo con te cazzo. Hai bevuto e non puoi guidare. Ti accompagno io"
La premura di questo ragazzo era odiosa, ma lo ringraziai mentalmente.
Andai in camera e chiusi la porta. Mi appoggiai al legno con la schiena e sospirai pesantemente. Alle pareti c'era appesa qualche foto di famiglia e qualcuna con gli amici. Un paio ritraevano me e Niall da piccoli. Il letto sfatto, immerso nel buio, era deprimente e inquietante al tempo stesso. Di fianco a quest'ultimo un comodino con una bajoure e una foto di mio padre e che baciava mia madre. L'avevo con me da anni, l'avevo trovata da piccolo, sfogliando un albo a fumetti impolverato. Mamma mi disse che lo lui lo usava come segnalibro da quando l'avevano scattata. Accarezzai la cornice sospirando poi mi avvicinai all'armadio. Presi una camicia bianca pulita e dei jeans neri.
Uscii dalla stanza dopo essermi cambiato e passai una mano tra i capelli per metterli apposto. Niall mi aspettava alla porta. Mi lanciò il giubbotto di pelle e urlò qualcosa mentre scendeva le scale. Misi il giubbotto e fissai il muro dove avevo lanciato il telefono, più in basso l'apparecchio con il vetro rotto. Lo presi, provai ad accenderlo, ma naturalmente fu inutile. Lo tirai sul divano e andai verso la porta, chiudendola a chiave qualche istante dopo. Niall mi stava aspettando nella Mustang, canticchiando la canzone alla radio.
"Come sei bravo a cantare cugino"-risi sedendomi dal lato passeggero.
"Sei mezzo ubriaco ma hai ancora il senso dell'umorismo"- mi tirò  un pugno amichevole sulla spalla.
"Non sono ubriaco, ne ho bevute solo due. Ah già  che tu non reggi un cazzo l'alcool"- risi nuovamente.
Niall di imbronció e sussurrò -" sei uno stronzo"
La sua espressione da cucciolo mi fece ridere ancora di più.
Poco più tardi eravamo davanti al Madness. La porta blu di metallo era coperta da Dom. Negli ultimi giorni ci eravamo visti parecchio, in effetti non ero messo bene quanto volevo far credere.
"Liam, ti sei portato un amico"-rise prendrndomi in giro.
"È  mio cugino testa di cazzo"-risi a mia volta.
Niall si presentò al buttafuori, era parecchio intimorito.
Dom ci aprì  la porta e il rumore assordante ci avvolse quando entrammo. La pista da ballo era gremita di gente che saltava e urlava. Molti si stavano strusciando e limonando in quel caos.
Senza pensarci scesi le scale e andai al bancone bel pub. Trovai uno sgabello vuoto e mi ci sedetti sopra, tenendo il posto di fianco al mio per il biondino che mi aveva seguito fino a lì.
"Grace!"-chiamai la ragazza di Mic che però  non mi sentì.
"Grace?"-disse Niall guardandomi.
Annuii sorridendo. La sua espressione confusa mi fece capire che avrei dovuto spiegargli chi fosse.
"Liam, caro, che ti porto oggi?"- la voce squillante della ragazza aveva spaventato mio cugino.
"Un Jack Black grazie, so che i tuoi sono i migliori"-sorrisi educatamente alla mora.
"E il tuo amico qui? Uh è carino."-disse facendo un occhiolin.
Niall sorrise impettito.
"Sono Niall baby"
"Non chiamarmi così. Io non sono tua e sono sicura che tu non abbia possibilità con me"-strinse i denti in un sorriso arrabbiato.
"Vacci piano Grace. È  nuovo"-risi io. Mio cugino squadró prima lei è poi me, terrorizzato.
"Amico questa è  Grace Rose Kellet.  La ragazza di Mickey"-spiegai a lui tirandogli una pacca amichevole sulla spalla.
"Fa la buttafuori del bar?"-provò  a scherzare, ma la sua voce era piuttosto spaventata. Lei lo fissò  un attimo poi scoppió a ridere.
"Mi spiace averti spaventato biondino. Gli amici di Liam e Mickey sono miei amici. Vi porto i drink ragazzi"-ci fece l'occhiolino e si allontanò.
In effetti i suoi tatuaggi sulle braccia e il tono duro utilizzato come difensivo per i coglioni ubriachi avrebbe potuto farla sembrare la buttafuori del bar.
Qualche istante dopo tornò  con la birra di Niall e il mio Jack Black.
"Chiamatemi per qualunque cosa ragazzi"- disse con un sorriso stampato sulle labbra.
"Grazie Gracy"- alzai il mio bicchiere pieno di Jack Daniel, wodka liscia, menta triturata e ghiaccio.
"È una bella ragazza"- osservò Niall.
"Non fa al caso tuo. Solo con Michael ho visto la sua dolcezza. È molto forte, ha passato una brutta infanzia, una brutta vita"- gli dissi accostando il bicchiere alle labbra.
Annuì comprensivo e bevve la sua birra.
L'alcool mi bruciò la gola. Due di quei drink e sarei andato completamente.
Finito il bicchiere mi alzai dallo sgabello.
"Grace! Grace"- lei mi fissò con un sorriso-" Tieni d'occhio il mio cuginetto, non è  abituato a pub come questi"-risi scompignandogli i capelli.
"Dove vai?"
"A ballare"-gli tirai una pacca sulla spalla e mi allontanai tra la folla.
Ero brillo si, ma riuscivo ancora a stare in piedi. Iniziai a ballare con una tipa. Non so quanto passò, ma mi stavo divertendo e soprattutto non stavo pensando a lei. Fino a quando non lo vidi. O'Donnel del cazzo. Mi bloccai di colpo e la ragazza mi scontró. Mi fissò  arrabbiata, ma la ignorai. Stavo guardando quello stronzo che si stava limonando una tipa. Non poteva essere lei perché era in Italia. La rabbia mi pervase e iniziai a spintonare tutta la gente che mi si metteva davanti. La stava tradendo, quel brutto figlio di puttana.
Appena gli fui vicino lo strattonai. Lui si interruppe e mi fissò.
"Che cazzo vuoi?"
"Scusa tesoro"-dissi alla ragazza prima di tirare un pugno in piena faccia al pezzo di merda davanti a me.
Cadde a terra e mi ci buttai sopra, iniziando a tempestarlo di pugni.
Mentre lo menavo qualcuno mi cercó di spostare. D'istinto tirai un pugno alla persona dietro di me. Vedendo che il ragazzo era Niall mi bloccai. Avevo le guance rosse di sangue con le nocche sbucciate.
"Niall cazzo scusa"-mi alzai.
"Cristo"-si fissò le mani, perdeva sangue dal naso. Mentre controllavo che non fosse rotto, O'Donnel si alzò dal pavimento. Mi girai sentendomi chiamare e poco dopo un pugno mi colpí la guancia.
Barcollai e indietreggiai di qualche passo. Un altro pugno seguì il precedente. Poi un altro, un altro e un altro ancora. Tutti sulla mia faccia. Misi una mani davanti a me e con l'altra mi toccai il naso. Non era rotto, anche perché lo avevo rotto al primo incontro, però  perdevo sangue. L'alcool nel mio corpo non aiutava, ma non essendo ubriaco riuscivo a stare ancora in piedi, anche dopo i colpi subiti.

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