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"Marcus, sono arrivata" esclamò Sabine, non appena mise piede nell'appartamento dell'alpha. L'uomo sorrise nel sentire la voce della sua beta, ma poi un altro odore lo colpì

"Che ci fa lui qui?" Chiese alla ragazza, ancora prima di girarsi, riferendosi al ragazzo venuto con lei

"Ha insistito tanto, in più siamo appena usciti da scuola e non voleva andare subito a casa. Può restare, vero? Infondo fa parte del branco anche lui" rispose subito la castana, prendendo per mano l'amico, il quale le sorrise grato, nonostante dentro il suo cuore battesse all'impazzata

"Sì, certo che può" rispose atono Marcus, girandosi verso i due e facendo illuminare gli occhi di rosso "cominciamo" e corse verso Sabine, la quale spinse via il suo amico e si trasformò come l'uomo.

Thomas strisciò sul sedere fino a sbattere la schiena contro la parete e guardò attentamente, anche un po' spaventato, i due licantropi.

Sabine si era gettata a capofitto sull'alpha, il quale la prese per i fianchi e le fece fare una sorta di capriola in aria, prima di afferrarla per il collo e sbatterla a terra con forza, creando anche una crepa.

"Questo è perché non pensi prima di agire" le soffiò sul volto Marcus, lasciando la presa sul suo collo e guardando i lividi che le aveva procurato

"Potresti anche insegnarmelo senza strozzarmi" borbottò la ragazza, massaggiandosi il collo per alleviare il dolore, che stava già passando

"È con il dolore che si impara a non farsi male. Forza, continuiamo" disse seriamente Marcus, allungando la mano verso Sabine e facendosela afferrare, per poi tirarla su "devi allenarti con gli attacchi a sorpresa"

"E come diavolo faccio ad allenarmi-" non riuscì a finire la frase che qualcuno, ovvero Zara, le piombò sulla schiena, graffiandole il fianco con gli artigli "Zara!"

L'altra beta non la stette neanche a sentire, dandole un pugno sullo stomaco, facendola piegare per il dolore, e poi una ginocchiata sul naso.

Sabine cadde a terra sanguinante, toccandosi più volte il naso, poi alzò lo sguardo verso la sua compagna, sorridendo sadicamente con tutto il volto ricoperto dal suo sangue, denti compresi.

"Lo hai voluto tu" e detto questo si rialzò, facendo uscire gli artigli e correndo verso Zara.

Le graffiò una spalla, afferrandola poi per il braccio ferito e immobilizzandola, tirandole così una ginocchiata dritta allo stomaco. Zara gemette dal dolore, ma prima che potesse dire qualunque cosa si ritrovò stesa a terra, con Sabine che le stava conficcando gli artigli nel collo.

"Come ci si sente?" Chiese tranquillamente la castana, guardando le sue unghie dentro il collo abbronzato dell'amica, vedendo il sangue scorrere giù dalle ferite

"Mossa sbagliata, lupacchiotta" rispose la mora ghignando, allungando il braccio sano e conficcando le unghie tra le scapole dell'amica, sorprendendola e immobilizzandola per un secondo, tempo di invertire la posizione e levarsi gli artigli dell'altra dal collo, bloccandole poi le mani sopra la testa

"Furba" commentò Sabine dolorante, vedendo il suo sangue e quello dell'altra mischiarsi sul pavimento "tutto ciò invece è disgustoso"

"E questa posizione è eccitante" commentò invece Zara, facendo sbuffare l'altra

"Okay, puoi lasciarla" disse Marcus, facendo alzare Zara dal corpo di Sabine e aiutandola ancora ad alzarsi dal pavimento.

Diede alle due un'asciugamano per pulirsi dal sangue fuoriuscito dalle ferite, ormai scomparse dal loro corpo senza lasciare alcuna traccia. Come se non ci fossero mai state.

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