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<< Parlami, ti prego. >>
Tiro su col naso senza aprire bocca.
Daniel fa un passo verso me, ma io indietreggio.
Allungo un braccio per mantenere le distanze.
<< Sei uno stronzo! >> gli urlo in faccia mollandogli un ceffone.
Scappo via con le lacrime agli occhi e me ne torno a casa.
Non appena varco la soglia di casa mia, mio padre vedendomi in lacrime, mi chiede cosa mi succede.
<< Niente, me ne torno in camera
mia. >> dico semplicemente e poi mi chiudo in camera, chiudo la porta e vado verso il letto e mi lascio andare su di esso piangendo tutte le lacrime che ho.
Il mio cellulare comincia a squillare e io so già chi è che mi sta cercando, quindi ignoro la chiamata.
Mi arriva poi un messaggio che lo stesso ignoro.
<< Perché insisti, bastardo. >> ringhio.
Con quale coraggio!
Non si rende conto di ciò che ha appena fatto?
Cerco di non pensare, chiudo gli occhi e faccio il possibile per assentarmi da tutti i rumori, da tutti i problemi, e quando ci riesco mi sembra di riuscire a respirare di nuovo. Passa qualche minuto e cado in un sonno profondo.

"<< Perché non mi vedi?! >> strillo ma non mi sente.
<< Papà! Sono davanti a te! >>
Mio padre va via e io non capisco come faccia a non vedermi se ero proprio davanti a lui.
<< Papà! >> strillo disperata."
Mi sveglio di soprassalto e mi ritrovo sudata, il cuscino che avevo sotto la testa è ora a terra, ai piedi del letto.
Sollevo un po' la testa e guardo fuori dalla finestra, è buio, poi guardo l'ora sul mio cellulare: segna le 02:17.
È notte fonda.
Respiro profondamente e mi tiro su mettendomi a sedere. Resto per un po' al centro del letto senza sapere che fare.
Respiro affannosamente e sospiro quando penso a Daniel.
Decido di alzarmi e di andare in cucina a prendere un bicchiere d'acqua, ma quando sto per uscire dalla mia camera, il mio cellulare vibra.
Lo ignoro ancora una volta e cammino con passo felpato verso la cucina.
Mi avvicino alla finestra e la apro un po'. Prendo un po' d'aria e chiudo gli occhi. La richiudo e poi vado verso il frigorifero, lo apro e prendo la bottiglia d'acqua, poi prendo un bicchiere e ne verso un po' dentro.
Porto il bicchiere alla bocca e bevo un sorso, poi ancora un altro e un altro ancora fino a non rimanere più una goccia d'acqua.
Abbasso lo sguardo e mi rendo conto di avere indosso ancora gli abiti di questa mattina. Devo assolutamente andare a cambiarmi e mettermi a letto.
Dormire mi fa bene, non mi fa pensare.
Poso il bicchiere nel lavandino e mi avvio verso la mia camera, ma qualcuno bussa alla porta.
Sussulto e guardo verso il corridoio sperando che il rumore non abbia svegliato mio padre o mio fratello.
<< Ma chi è? >> sussurro.
Mi fa paura che qualcuno bussa alla porta di casa mia alle due di notte.
Mi affretto ad aprire prima che bussi ancora una volta e rischi di svegliare qualcuno questa volta.
Guardo prima dallo spioncino e sospiro infastidita.
Apro la porta e resto davanti per non permettergli di entrare.
<< Cosa vuoi? Sai che ore sono? Potevi svegliare qualcuno. >> sbotto.
Alza le mani: << Ho usato le mani, non il campanello. E poi è un bene che sia tu quello sveglia. >> dice con voce seducente alla fine e facendo un passo verso di me.
Con una mano sul suo petto lo spingo via. << Daniel, cosa vuoi? >>
Torna serio: << Perché mi hai trattato in quel modo questa mattina? Tu eri con il tuo amico, non io. >> dice. 
Scoppio a ridere. Ma fa sul serio?
Lo spingo indietro ed esco con lui fuori al pianerottolo. Chiudo la porta piano e poi mi piazzo davanti a lui con le braccia incrociate al petto.
<< Ma non dirmi... Sei geloso? >>
Annuisce e mi prende per i fianchi, ma io mi divincolo e lui mi guarda confuso.
Sbuffa e sospira esasperato.
<< Posso sapere cosa ho fatto? >>
Scoppio in una risata amara:
<< Non lo sai? Davvero non ci arrivi? Sei un bugiardo, bastardo. >>
Raddrizza le spalle, incrocia le braccia al petto e mi guarda con occhi furbi:
<< Bugiardo, o bastardo? >> la sua voce è seducente.
<< Non mi toccare! >> lo tengo a distanza allungando le braccia in avanti.
<< Si può sapere cosa cazzo ho
fatto? >> allarga le braccia e fa spallucce.
Rido incredula alle sue parole.
<< Ti porti a letto me e flirti con le altre? >>
Deglutisce e abbassa lo sguardo, si guarda le mani.
<< Mi dispiace. Non accadrà
più. >>
Incrocio le braccia al petto.
<< La promessa che mi hai fatto quella mattina a letto te la sei
dimenticata? >> dico irritata. 
Scuote la testa:
<< Non l'ho dimenticata. Scusa, sono un idiota. >>
Mi prende le mani e io glielo lascio fare.
<< Scusami, ti ripeto che non accadrà più. >>
Sospiro, guardo i suoi occhi e mi perdo: << Voglio sperarlo. >>
Fisso le sue labbra desiderosa di toccarle. Mi manca ed essermi arrabbiata con lui mi ha messo una gran voglia di toccarlo.
Daniel nota la mia esitazione allora
con un braccio dietro la schiena mi attira tenendomi stretta a se, mentre con l'altra mano intreccia le nostre dita e mi bacia.
<< Vieni da me. >> dice mentre prende a sfiorarmi le braccia.
Scuoto la testa.
<< Credo sia meglio tu vada a casa. >> dico sciogliendomi dal suo abbraccio.
Sospira e respira profondamente per recuperare il fiato.
<< Okay, ma non finisce qui. >> dice e mi si avvicina di nuovo con fare autoritario.
<< Tu sei mia, ricordatelo. >>
Sfiora il mio naso col suo e sento il suo fiato caldo sul mio viso.
Un brivido mi attraversa per tutto il corpo, ma mi trattengo dalla voglia di chiedergli di entrare.
<< Buonanotte. >> dico con un filo di  voce.
<< Buonanotte, tesoro. >> sussurra a un soffio dalle mie labbra e va via lasciandomi in balia delle emozioni.
Rientro in casa e riprendo di nuovo il bicchiere, lo riempio di nuovo d'acqua e bevo tutto d'un sorso.
Respiro profondamente e cerco di calmare il mio cuore che batte all'impazzata.
<< Respira, Kristeen. >> mi dico.
Me ne torno in camera e mi metto a letto sperando di riuscire a dormire e non pensare a Daniel e a quanto mi manca e a quanto lo vorrei qui accanto a me.

Fotografandoti{COMPLETA}Where stories live. Discover now