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Ieri abbiamo passato tutto il giorno a girare il grande parco, ed è stato fantastico. C'era ancora molto da visitare, così siamo rimasti e questa mattina abbiamo visitato tutto il resto che c'era ancora da vedere.
Se potessi lo rivedrei milioni di volte, ma tutto ha un inizio e una fine.
Ci siamo accampati con la tenda da campeggio di Daniel in un'area campeggio nelle vicinanze.
<< Sei sicura di non voler mangiare niente? >> dice addentando il suo panino.
Annuisco: << Non ho fame, e poi non voglio perderti un attimo di tutto questo. >>
Me ne sto sdraiata sul prato da quando siamo tornati dal parco. Guardo il cielo blu notte e le stelle che brillano e mi sento così bene, in pace.
<< Ti piace guardare il cielo? >> chiede Daniel sdraiandosi accanto a me.
Mi volto a guardarlo: << Mi piace tanto guardare il cielo, e le stelle. Mi rilassano. >> dico.
<< Io non saprei dirti che effetto mi fanno, ma per quello che dici non dovrebbe essere tanto male. >>
Poggia il panino sul telo e piega le braccia dietro la testa.
Guarda il cielo: << Sono bellissime. >>
Sussurra.
Mi sollevo un po' poggiandomi su di un gomito e mi volto verso lui: << Ora vorresti competere anche con le
stelle? >>
Scuote la testa: << No. >>
<< Bene... >> dico e mi sdraio.
Restiamo a guardare le stelle in silenzio, fino a quando Daniel mi chiede perché mi piace guardare le stelle.
Mi volto verso lui: << Ti ho già detto il perché? >>
Scuote la testa: << Mi hai detto che ti rilassano, eppure io vedo nostalgia nei tuoi occhi, quindi credo ci sia un motivo in particolare. >>
Chiudo gli occhi e respiro profondamente, poi li riapro e continuo a gustare il cielo stellato.
<< Me lo vuoi dire? >> chiede.
Sospiro e cerco con fatica di trattenere le lacrime che stanno per scorrermi sul viso.
<< Non mi va. Scusa. >> sibilo.
Si alza sui gomiti e si volta verso di me.
<< Okay. >> dice fissandomi negli occhi, poi si poggia su di un gomito e si china in avanti, verso di me. Si avvicina sempre di più al mio viso, ed è così vicino che quasi le nostre labbra si toccano. Si sporge ancora di più.
Mi faccio indietro: << Daniel, no. Cosa fai? >>
Lo guardo sorpresa. Voleva baciarmi? Perché?
<< Perché no? >> chiede deluso.
Scuoto la testa. << No. >> rispondo solamente.
Mi metto a sedere e resto paralizzata a fissare un punto avanti a me.
<< Ho sbagliato? >> chiede.
Mi stringo le gambe al petto avvolgendole con le braccia.
<< Tu perché lo volevi fare? >> chiedo perché sinceramente non ci sto capendo più niente.
Fa spallucce: << Mi andava di farlo. >> si limita a dire.
Annuisco: << Non farlo. >>
Mi irrita questo suo comportamento. Cosa gli prende?
Sbuffo, mi alzo e me ne vado.
<< Dove vai? >> chiede.
Mi fermo e senza voltarmi gli dico che vado a dormire.
<< Potresti guardarmi, tesoro? >>
Chiudo gli occhi e respiro profondamente, poi li riapro e sempre senza voltarmi gli rispondo:
<< Buonanotte, Daniel. >> e me ne vado.
Arrivo alla nostra tenda e la apro per poi entrare e richiuderla.
Mi sdraio sul materasso gonfiabile e mi copro con la coperta. Mi giro su di un lato e chiudo gli occhi, ma poi li riapro non appena rivedo Daniel avvicinarsi alle mie labbra.
"Cosa voleva fare?" Mi dico. "Cioè, so cosa voleva fare, l'ho capito. Ma perché?"
Mi giro mettendomi a pancia in su e sospiro fissando il cielo della tenda.
Mi rigiro ancora una volta sul lato e richiudo gli occhi.
Li riapro. Mi metto a sedere e sospiro esasperata.
<< Ma perché? >> mi chiedo con voce un po' troppo alta.
Mi stendo di nuovo sul materasso gonfiabile e incrocio le braccia al petto sbuffando.
Spero passi in fretta questa notte così domani potrò tornare a casa e stare lontano da Daniel per un po', almeno fino a quando posso.

Questa notte, esattamente come avevo previsto, non sono riuscita a chiedere occhio, e per fortuna che Daniel è rimasto fuori a dormire, altrimenti sarebbe stato davvero molto imbarazzante come situazione.
<< Buongiorno. >> sussulto nel ritrovarmelo davanti non appena esco dalla tenda.
<< Ciao. >> dico timida portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Daniel si strofina le mani sui pantaloni imbarazzato.
<< Andiamo? Il viaggio è abbastanza lungo. >> dice evitando il mio sguardo.
Annuisco e prendo la mia borsa ed esco e subito lui fa lo stesso e poi comincia a smontare la tenda.
Io guardo il cielo e poi il mio sguardo cade sul prato - il punto in cui ieri eravamo sdraiati io e Daniel a guardare le stelle - e sospiro.
Mi sento così turbata.
Una volta in macchina, Daniel accende lo stereo chiedendomi di cambiare stazione se voglio.
<< Okay, ma non preoccuparti. Va bene così. >> mi volto dalla parte opposta alla sua portandomi la mano tra i capelli e chiudendo gli occhi.
<< Stai bene? >> chiede preoccupato.
<< Mi fa mal solo un po' la testa. >>
No, tanto. Mi sta scoppiando la testa.
<< Allora spengo lo stereo. >>
Poggio la testa al poggiatesta e lo ringrazio, poi chiudo gli occhi.
<< Riposati, ti sveglio io quando saremo arrivati. >> mi sposta una ciocca di capelli che mi è ricaduta davanti agli occhi.
Annuisco e cerco di svuotare la mente e a non pensare a ieri sera. È per questo che ho mal di testa; perché questa notte sono rimasta sveglia a pensare per tutto il tempo a quello che stava per succedere. Daniel non può aver cercato di baciarmi. Non mi spiego perché abbia tentato di farlo.
So che gli piaccio, l'ho capito ormai da tempo - e anche lui mi piace - ma come amico. Almeno credo.
Ora però non voglio pensarci. Voglio solamente tornare a casa, mettermi a letto e sperare che questo mal di testa mi passi.
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Eccomi con un nuovo capitolo! Spero vi stia piacendo la storia, buona lettura! Vi voglio bene! ♥️

Fotografandoti{COMPLETA}Where stories live. Discover now