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Apro gli occhi. Per la millesima volta in una notte.
La causa? Stesso sogno, anzi no, stesso incubo di sempre. Proprio non riesco a liberarmene. Mi tormenta tutte le notti, e tutte le notti resto sveglia per la paura di addormentarmi e rifare lo stesso incubo.
Mi guardo attorno: la stanza è buia, nemmeno la luna pensa a illuminarmi la notte evitandomi questi incubi.
Le foglie dell'albero mosse dal vento battono contro la finestra creando un rumore assordante.
Mi giro nel letto, su di un fianco, e con occhi spalancati per via dell'assenza di luce, guardo l'ora sulla mia sveglia: segna le 3:00 del mattino. Da quando mi sono svegliata l'ultima volta, sono passati solo venti minuti.
Tra tre ore devo svegliarmi, e non ho dormito nemmeno un'ora intera.
Questa mattina mi verrà assegnato un nuovo lavoro e vorrei essere più o meno presentabile, senza le occhiaie, occhi spenti, tristi, stanchi per le ore di sonno perse. Vorrei questo...
Prendo aria nei polmoni e la ricaccio fuori. Chiudo gli occhi e aspetto di addormentarmi.
                               ****
È mattino, e stranamente la notte è passata in fretta. Forse le mie suppliche di questa notte sono state ascoltate.
Mi sento piuttosto riposata, nonostante mi sia lo stesso svegliata durante la notte.
Il sole penetra dalla finestra illuminando la mia camera. Sospiro e allungo le braccia sopra la testa distendendo ogni muscolo del mio corpo. Mi stropiccio gli occhi e finalmente mi metto a sedere sul letto.
Un'altra giornata comincia.
Faccio uscire le gambe fuori dal letto lasciando i piedi penzoloni.
Un forte sbadiglio e un'altra stropicciata di occhi. Poggio i piedi a terra e mi alzo.
Controllo le temperature di tutta la giornata sul cellulare: 30 gradi tutto il giorno.
<< Oggi morirò dal caldo. >>
Ma d'altronde come tutti gli altri giorni, no? Qui fa sempre caldo!
Miami è una bellissima città, l'adoro!
Fin da piccola ho sempre sognato di venirci a vivere, e quando mi è stato offerto il lavoro dei miei sogni, nella città dei miei sogni, non potevo non rifiutare; e così adesso vivo a Miami con mio fratello Vincent e mio padre Nicholas.
Guardo l'ora, segna le 7:30.
Posso fare tranquillamente colazione e ho il tempo di fare una bella doccia rinfrescante.
Esco dalla mia camera e diretta in cucina.
Il mio stomaco d'un tratto si mette a brontolare e io porto una mano sulla pancia. È appena iniziata la giornata e già muoio di fame. Dopo che farò? Dovrò mangiare anche mio fratello e mio padre?
Rido di me stessa e del pensiero che mi è appena passato per la testa.
Questa mattina sono allegra, sento che sarà una giornata positiva!
<< Sei già sveglia? >> la voce di mio padre mi fa sussultare.
Mi porto una mano al petto e mi volto verso lui sorridendogli e annuendo.
<< Devo andare a lavoro questa mattina. >> spiego.
Mio padre prende un biscotto dal contenitore dei biscotti e se lo porta alla bocca.
<< Non dovevi andare venerdì? >> chiede.
Annuisco, ma poi improvvisamente mi viene un dubbio: << Perché oggi che giorno è? >>
Mio padre scoppia a ridere:
<< Martedì. Kristeen, oggi è
martedì. >>
<< Ah. >> prendo un po' di Nutella e la spalmo sui biscotti al cioccolato che mi ha portato ieri Dan, il mio amico.
È stato il primo che ho incontrato quando ci siamo trasferiti qui due anni fa. Ci siamo conosciuti in un pub qui in città.
Dan è un insegnante alle scuole elementari. Davvero non so come fa a sopportarli tutti i giorni quei piccoli mocciosi viziati.
Sono tutti figli di famiglie benestanti e sono insopportabili, credono che tutto
gli é dovuto. Questo però è colpa dei loro genitori che glielo fanno credere.
<< E sai che lavoro ti verrà assegnato questa volta? >> ancora una volta la voce di mio padre mi fa sussultare.
Guardo il biscotto con la Nutella spalmata sopra e poi guardo mio padre, addento il biscotto e scuoto la testa.
<< Lo saprò quando sarò lì, non mi è stato detto niente al riguardo. >>
Mio padre mi sorride, mi posa una mano sulla spalla e mi dice che è fiero di me, perché sto inseguendo il mio sogno è sto facendo di tutto perché si avveri.
<< Lo sono anche io papà. Anche io sono fiera di me stessa. >> dico e poi mi rabbuio.
<< Sono sicuro che lo è anche lei. >>
Dice.
Annuisco e forzo un sorriso.
Continuiamo la nostra colazione in silenzio, poi mi chiudo in bagno.
Faccio scorrere l'acqua e aspetto che si faccia calda, poi entro nella doccia.

<< Kristeen dove eri finita? Sei in ritardo. >>
Freddy, il mio capo viene verso di me furioso.
Spalanco gli occhi: << Non sono in ritardo. Ieri mi hai detto di venire alle 9:00 e ora sono qui. >>
Scuote la testa e incrocia le braccia al petto: << Era alle 9:00 ieri mattina, ma ieri sera ti ho mandato un messaggio avvisandoti che c'era stato un cambio di programma e che quindi dovevi venire alle 8:00. >>
Okay, sto andando nel panico.
<< Non ho visto nessun messaggio! >> esclamo.
Freddy mi prende la mano e mi dice di tranquillizzarmi perché ha pensato a tutto lui.
<< Quindi ho ancora quel lavoro? >> chiedo speranzosa e lui annuisce.
Tiro un sospiro di sollievo e riprendo a respirare.
<< Grazie Freddy, grazie mille. >>
Lo ringrazio milioni e milioni di altre volte.
<< Tieni il cellulare più sotto controllo d'ora in avanti. >> dice ammiccando.
Annuisco e gli prometto che lo farò.
<< Di che lavoro parliamo? Cosa devo fare? >> chiedo curiosa.
Se non fossi arrivata tardi mi sarebbe stato spiegato tutto, e invece ora mi tocca chiedere al mio capo.
<< Sei una modella, no? Cosa fanno le modelle? >>
Alzo gli occhi al cielo: << So perfettamente qual è il mio lavoro, Freddy. >> dico ridacchiando.
<< Voglio sapere il lavoro che mi è stato assegnato, di cosa si tratta. >>
Freddy incrocia le braccia davanti al petto e mi dice che dovrò posare per gli scatti per la stagione estiva.
Spalanco gli occhi e non credo a quello che ho appena sentito.
<< Se mi stai prendendo in giro non è divertente. >>
Stento a crederci.
Freddy scuote la testa: << Non ti prendo in giro. Ti sto dicendo la
verità. >>
Gli salto addosso e lo bacio sulla guancia.
<< Grazie! >> esclamo.
Lo sentivo. Me lo sentivo che sarebbe stata una giornata positiva.
<< Non ringraziarmi. Devi ringraziare te stessa per tutto. È solo grazie a te se sei arrivata fin qui. Il tuo impegno e la dedizione per il lavoro ti ha permesso di arrivare fino a qui. Devi ringraziare solo te stessa. >> dice.
<< Mi piace il mio lavoro. È quello che sognavo fin da bambina. >>
Fa spallucce e sorride: << Un sogno che si avvera. >> mi fa l'occhiolino.
Dico che si è avverato non appena ho messo piede nel suo ufficio e non appena mi ha detto che mi avrebbe fatto fare una prova.
<< Sapevo che saresti arrivata lontano. Ne ero sicuro, e non mi sbagliavo. >>
Arrossisco. Essere lodata in questo modo mi fa sentire parecchio in imbarazzo.
<< Quando comincio? >> chiedo.
<< Domattina. Conoscerai il fotografo che realizzerà gli scatti domani. Dovevi conoscerlo oggi, ma va bene. >>
Mi scuso ancora per essere arrivata in ritardo e Freddy mi dice di non preoccuparmi.
<< Ora mettiti a lavoro. >>
Annuisco ed eseguo gli ordini.
<< Troverai quello che dovrai indossare lì dentro. >>
Entro nel magazzino dove teniamo gli abiti, e do un'occhiata a quelli che domani dovrò indossare per gli scatti.
Sono fantastici e non riesco a credere che sono stata scelta proprio io per questo tipo di lavoro.
Ci sono tante altre modelle che lavorano qui da più tempo di me e sono molto più brave di me. Ma se Freddy mi ha scelta ci sarà un motivo, allora voglio dargli fiducia. Non gli darò modo di deluderlo.
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Ecco il primo capitolo! Spero vi sia piaciuto. Votate e commentate!
Baci! 😘

Fotografandoti{COMPLETA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora