Capitolo 47

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"che gli prende?" chiese, furiosamente, il rosso, mentre accorreva in suo aiuto.

"gli dispiace" fece Uraraka "gli dispiace non averti dimostrato l'amore che ogni giorno lo colmava" deglutì, sonoramente "in un'altra vita, non importa cosa accada, lui sceglierà te, sceglierà sempre te".

Kirishima afferrò il volto di Bakugo tra le mani, accarezzandolo con i pollici.

"dicevi tanto che ero io l'idiota e guarda cos'hai fatto" le sue palpebre serrate gli donarono una fitta allo stomaco, mentre la sua pelle limpida perdeva il suo calore "l'ho sempre saputo, Bakugo" gli sorrise "che mi amavi quanto io amavo te" fece combaciare le proprie fronti "non importa quanto mi allontanassi, tu avevi bisogno di me, quanto io di te, e questo nessuno poteva e può cancellarlo" e lo baciò, un'ultimo contatto che entrambi si regalarono prima dell'addio imminente "abbiamo bisogno di un'altra storia, di un'altra possibilità, in cui potremo finalmente confessarci ogni cosa" le sue ciglia, chiare, tremavano, con la brezza gelata dell'inverno.

Kirishima riconobbe che, in quel momento, qualsiasi cosa avesse fatto, non avrebbe potuto riscaldarlo, mai più.

"la avremo, la nostra possibilità, te lo prometto amore mio" si alzò in piedi, con le lacrime agli occhi, dipingendo, visibile, sul suo volto, il proprio tormento "te lo prometto" e il suo corpo si avvolse nel fuoco, mentre la propria massa aumentava e il suo corpo mutava in quello di una bestia.

Uraraka si voltò, pronta a sentirlo volare via alle sue spalle.

In mezzo alla breccia, un ponte di ghiaccio venne creato da Shouto, nella speranza che suo marito, tornasse da lui.

Midoriya riposava tra le proprie braccia, privo del movimento naturale dettato dal proprio respiro, che ora, era assente.

Uraraka si sedette sulle ginocchia, accanto al corpo di Izuku.

"perché lo fai?" chiese, Todoroki, con voce spezzata.

"credo nel regno che lui può costruire" sorrise, debole.

Ochaco prese tra le proprie dita la mano ruvida, e ricoperta di cicatrici, di Midoriya.

"il tuo amore per lui lo porta a fare cose incoscienti, Todoroki" alzò lo sguardo a squadrarlo "non lasciarlo come è tuo solito fare" e chiuse di scatto le palpebre, stringendole con forza.

Shouto osservò il viso del proprio amato, privo di preoccupazioni, in pace con quel mondo che glielo aveva sottratto.

E per un'istante, credette che lasciarlo dove stava, fosse la scelta migliore.

Lui che aveva perso ogni cosa, sua madre, suo padre, la propria vita.

"mi dispiace Midoriya" fece, mentre poggiò la propria fronte sulla quella del defunto Re del Sud.

Ochaco perdeva, man mano che procedeva, i sensi, cadendo nell'oblio che l'avrebbe privata di ogni cosa.

Una profezia narrava delle streghe del continente dei quattro regni, le quali non avrebbero vissuto a lungo se fossero rimaste.

E fu così, lei che non aveva un motivo di procedere la propria esistenza.

Aveva visto l'amore in varie forme, quello di una madre, di un parente, di un amico, ma quello di un amante, quello di un'altra persona disposta a dare tutto ciò che aveva per un'altra, il quale sangue non scorreva nelle vene dell'altro, non era mai stata in grado di riconoscerlo e comprenderlo.

Fino a quel momento.

Dove uno desiderava la sicurezza e la felicità dell'altro pur di mettere a rischio la propria.

L'amore che univa quelle anime in pena per l'eternità, come il più bastardo dei destini.

Per quanto ci provassero, per quanto ci avrebbero provato, le difficoltà tra loro sarebbero state tali da fargli perdere la speranza, ma come in ogni fiaba, favola o leggenda, il lieto fine giunge, distante, lontano, ma giunge.

Non importava per quanto tempo avessero atteso, loro si sarebbero ritrovati, sempre.

Shouto, a contatto con la fronte di Midoriya, udì il corpo di Ochaco cadere al suolo, ma egli non si mosse.

Aveva bisogno di sentire il suo cuore battere, aveva il bisogno di vederlo respirare.

"mi dispiace" le sue dita tremarono "se fossi fuggito assieme a te, se fossi rimasto a castello, se solo ti avessi lasciato andare per sempre quel giorno in cui seguisti tuo padre" ricordava le ore, i minuti, i secondi, in cui la vita di Izuku lo travolgeva "ora non saresti morto, ora non avresti nulla da piangere le notti, non avresti il costante pensiero dei tuoi genitori persi" lo avvolse tra le proprie braccia "ma io ti amo" assaporò il profumo dei suoi capelli, confuso con quello acre del fango e del sangue "torna per me" e un'ultima lacrima abbandonò il proprio viso.

"sempre"

Non credo mi sia venuto bene questo capitolo, ma spero tanto di sì e mi dispiace non aver permesso a Bakugo di tornare.
Spero vi piaccia ♡ al prossimo capitolo

Flightless Bird // TODODEKUМесто, где живут истории. Откройте их для себя