Capitolo 32

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Il vento graffiava come lame il volto di Midoriya, mentre il fumo, di un fuoco ampio, si estendeva sino alle nubi, oscurava la vista di quel padre, che stava diventando cenere.

Inko a testa alta affrontava la nube, mentre ricordava, con la gioia di un passato roseo, il volto dell'unico uomo che avesse mai amato.

Casate di tutto il Sud, e delle isole che si ergevano oltre confine, vennero ad assistere al funerale di uno dei più grandi monarchi che il continente avesse mai conosciuto.

All Might, il protettore dei quattro regni, colui che governava nel giusto e nel valore.

Midoriya non emetteva espressioni, freddo come il ghiaccio, distante, tornando al mondo crudele dal quale era nato.

Inko riconosceva che da lì a poco, il regno sarebbe stato avvolto dal caos, se un sovrano non vi sarebbe stato scelto dai consiglieri.

Ed era più che convinta, che una delle opzioni più ovvie, fosse suo figlio, colui che mai avrebbe voluto perdere.

In sala del trono vi era fermento, i grandi Leader delle casate del Sud, nervosamente, si guardarono attorno, nella sala che un tempo era la dimora del loro ultimo pilastro di speranza.

"siamo giunti alla conclusione" richiamò l'attenzione dei presenti, Gran Torino.

Izuku teneva lo sguardo basso, chiunque fosse stato il Re, ormai non importava, la guerra era persa, ora che All Might non vi era più.

"che il Sovrano delle terre del Sud, diverrà il medesimo sangue del nostro defunto Monarca" il vecchio posò lo sguardo sul giovane Izuku, e vide lo sguardo vitreo di costei, come se non si fosse accorto, che si stava riferendo esattamente a lui.

"Izuku Midoriya" affermò a gran voce, mentre le vibrazioni della sua voce risuonavano tra le mura.

Inko venne pervasa da brividi, Shouto, bensì sapesse sarebbe andata in quel modo, si sentì profondamente colpito.

"è solo un moccioso" gridò in risposta qualcuno.

"il Nord viene per distruggerci" fu un'altro "e dovremmo lasciare la gestione delle nostre legioni a questo bastardo?".

Izuku ricordò che non era un semplice sbaglio, un figlio indesiderato.

Lui sarebbe dovuto nascere nobile, non nel fango del bassi fondi, non tra le piante spoglie di una foresta tetra, era destinato a essere ciò che suo padre avrebbe desiderato per lui.

E se doveva dimostrare quanto la vita da scudiero, o sguattero delle cucine, l'avesse reso forte, lo avrebbe fatto.

Midoriya raggiunse il consigliere, congedandolo con un cenno del capo, mentre il nervosismo lo logorava.

Era la sua guerra, era la sua famiglia che stava perdendo, e avrebbe perso, in essa.

"io sono l'erede al trono" fece ad alta voce, mentre le gambe gli tremavano.

"cosa vuole saperne, lei, di strategia militare?" fece il Lord Iida.

"ne so abbastanza da sbaragliare i nostri nemici" rispose, con lo sguardo severo, tagliente.

Midoriya sembrò possedere una personalità completamente avversa alla propria in quell'esatto istante, che per tempo, venne repressa nel profondo.

"e come contribuiresti a questa guerra?" fu il clan Kaminari, con il primo genito alle spalle del padre, quel ragazzo che possedeva il dono di dominare le tempeste.

In molti, lo ritenevano quasi un dio.

Ma quale dio permetterebbe che la grandezza del padre lo divorasse?

Per molto tempo, Midoriya, non era che vissuto nelle ombre sproporzionate di coloro che si proclamarono nobili.

Uomini ipocriti, cospirtori e corrotti.

Era ora per lui di rendere fiero il padre che non era riuscito a proteggere.

"io ho già contribuito a questa guerra" guardò il Lord, ferocemente, quasi avesse assunto, come un mutaforma, le spoglie di un reale Sovrano "ho parlato con un divoratore del fuoco, il quale ci ha graziati della sua collaborazione" informò la sala "e con esso, un uomo capace di mutare in una bestia imponente, un drago" indicò i nominati "e voi? tra le nostre milizie non ho avuto il piacere di trovare lo stemma dei Kaminari, una lancia avvolta nel fulmine di vostro figlio, non è così?" lo fronteggiava, lo sfidava.

"il Sovrano è morto prima di chiedere il nostro aiuto" si difese l'uomo.

"la guerra è iniziata da qualche mese, mio Signore, si trova così distante da non ritenersi più un prottetore delle coste?" chiese, Izuku.

"io non starò sotto la guida di un moccioso arrogante" confermò la sua opinione.

"mio padre era un grand'uomo" si rivolse a tutta la sala "e lui mi è stato sottratto, e tanti altri ancora mi verranno strappati via" e la rabbia, come una fiamma, si accese come in un uragano in lui "voglio vincere questa guerra per portare via a loro la sicurezza che gli ha portati a oltrepassare i nostri confini" dei sussurri si fecero largo tra i comandanti dell'esercito e i Lord.

"io ho ereditato il dono di mio padre, e ho intenzione di radere al suolo ogni suo nemico" e con quelle parole, con quel discorso che gli aveva incendiato l'animo, la sala iniziava ad acconsentire alla sua proclamazione al trono.

"io sono un ragazzo, ma non sono un codardo" gridò a gran voce "e se voi, in un angolo remoto del vostro onore, aveste mai amato il vostro precedente Sovrano" si riferì ad ognuno di loro "dareste le vostre vite per questa guerra" e ognuno dei presenti, sembrò stare dalla sua parte, con grida incitanti.

"la dinastia Toshinori non terminerà oggi, come il nostro Sud e il ricordo di All Might" terminò, alzando con forza il braccio, con le mani chiuse in un pugno.

"gli ha uniti, Inko, tuo figlio diverrà un grande Re" fece Torino.

"non sarebbe figlio di mio marito, se non ne fosse stato capace" rispose, mentre ammirava Izuku, l'unico spiraglio di luce che le permetteva di respirare.

"fu una bella notte, quella in cui vi feci da prete" sorrise il vecchio, ricordando il matrimonio che mai sarebbe dovuto avvenire.


Potrebbe risultare noioso, ma è fondamentale, ora che Midoriya deve aggruppare al suo esercito alleati.
Spero vi piaccia ♡ al prossimo capitolo

Flightless Bird // TODODEKUWhere stories live. Discover now