Cap.30

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"Buongiorno principessa"

Il solito buongiorno di mia madre mai come oggi mi era sembrato così bello.

Socchiudo appena gli occhi per vederla aprire le tende con più solarità del sole stesso. Quanto vorrei in futuro riuscire ad essere come lei.

"Ti ho preparato i pancake, fai presto che si freddano" dice e va via.

I pancake...se dovessi descrivere la mia vita con una sola parola sceglierei "pancake".

Solo il loro profumo è in grado di darmi tanti ricordi, quasi la maggior parte delle cose che ricordo di quando ero piccola sono legate a loro...

Mi siedo sul materasso e infilo le ciabatte, si prospetta una bella giornata.

Aperta la porta il profumo della nutella ha quasi superato quello dei pancake.

Seguo l'odore come avrebbe fatto qualunque personaggio dei cartoni animati e arrivata in cucina mi fiondo a tavola.

"Dimmi che c'è anche la panna"

"Certo" dice, ovviamente.

Sono quasi certa che ha programmato di fare questa colazione dal giorno in cui sono partita.

"Con tutto quello che è successo non mi hai parlato per niente della scuola di amici, com'è?"

"Beh, in realtà ho visto solo la casa, non potevo assistere alle lezioni o fare altro"

"Hai fatto amicizia? Sono simpatici?"

"Hm...dipende"

"E Riccardo? Ho anche dimenticato di chiedergli come sta andando"

"Bene credo...a quanto ho visto ormai è amico quasi con tutti, non si è lamentato di niente, quindi credo che anche con i professori vada d'accordo"

"Credi?"

"Non sono andata fin lì per chiedergli come si trova con i professori"

Anche se ripensandoci forse avrei dovuto chiedergli qualcosa del genere...

Finito di ingozzarmi come un maiale, corro a prepararmi.

Forse avrei dovuto chiedere a qualcuno cosa mi sono persa in questi giorni, se ci sono verifiche o cose simili.

Solo al pensiero mi sale l'ansia.

E se qualcuno dei prof ha cominciato le interrogazioni? E se nessuno sa il motivo della mia assenza? E se c'è stato qualcosa di importante a cui dovevo partecipare?

Vietarmi di fare altre domande del genere è quasi impossibile, ma la cosa peggiore è stata vedere sulla scrivania la collana con un solo elefantino.

Maledizione me ne sono dimenticata.

Cos'è che ho detto prima? "Si prospetta una bella giornata"? Bene, ho cambiato idea.

Prendo la collana e provo a metterla stringendo il gancetto mezzo rotto, per oggi dovrò accontentarmi, ma questo non mi tranquillizza per niente per quanto riguarda la mia settimana di assenza.

"Mamma" urlo correndo per le scale, è tardissimo

"Ti prego scrivimi una giustifica"

"Una giustifica? E su cosa?"

"Ma non lo so vedi tu, digli che ho avuto un incidente, drammatizza la cosa" come se non fosse stata già abbastanza drammatica...

"Ma fai in fretta, è tardi"

Se per oggi dovrò contare solo su un elefantino tanto vale aiutare la buona sorte no?

Stranamente in ritardo di soli 5 minuti, corro per i corridoi intenta ad arrivare in classe prima del prof, ma mentre spengo il cellulare sbatto contro qualcosa, o meglio, qualcuno.

"Ahi" senza neanche accorgermene mi ritrovo per terra con il fondoschiena dolorante

"E lei signorina, perché non è in classe?"

"Io...ci stavo andando"

"Ci stava andando dice, bene, ora venga con me invece"

"Cosa? Ma devo andare nella mia classe, il professore sarà già arrivato"

"Dovrà aspettare ancora un po' allora"

"Ma lei non può, non faccio parte della sua classe"

"Ma fai parte della mia scuola"

"Cosa?"

Non ho altre risposte, solo uno spintone verso la segreteria.

"Non vorrà mica mandarmi dal preside solo perché ho fatto 5 minuti di ritardo" capisco che la puntualità è la puntualità, ma andiamo

"Certo che no, non voglio portarti da nessuno"

"Allora perché siamo qui? Mi lasci andare in classe"

"Perché io sono la nuova preside"

"Cosa?" Ma dai...perché io?

"E già, e tu signorina sei una ragazza molto sgarbata, non ti hanno insegnato che non dovresti rispondere ai rimproveri?"

"Io non..."

"Si, lei non conosce per niente le regole di questa scuola.

5 minuti di ritardo dice? Secondo il regolamento gli alunni dovrebbero essere nelle loro classi prima che suoni la campanella, non dovrebbero correre per i corridoi e soprattutto non dovrebbero farlo mentre tra le mani hanno un cellulare"

"Ero in ritardo, correvo per arrivare prima del professore e stavo spegnendo il telefono"

"Devo ricordarti che non dovresti rispondermi"

"Ma"

Un'occhiataccia severa mai vista neanche dalla prof di inglese mi zittisce sul colpo, sembra quasi un sortilegio.

"Comincerò sequestrandole il cellulare che solo sua madre potrà venire a riprendere, ovviamente solo dopo una lunga chiacchierata con me " dice porgendomi la mano dove dovrei mettere il telefono, ma stiamo scherzando?

"Si muova o peggiorerà la situazione"

Lentamente prendo il telefono dallo zaino, che qualcuno mi aiuti.

Stavo quasi per porgerglielo quando qualcuno bussa alla porta.

"Mi scusi preside, è arrivato il nuovo alunno" quasi urlo quando vedo la preside togliermi la mano d'avanti

"Se la cosa non si ripeta"

Annuisco quasi incapace di trattenere la felicità e mi alzo subito dopo di lei.

"Fa' entrare il ragazzo" ordina alla bidella prima di stroncare la mia felicità

"Tu aspetta fuori, andrai in classe al suono della campanella" annuisco incapace di dire altro, ma quando sto per uscire sbatto contro qualcun'altro, fantastico, è la mia giornata fortunata.

Per la seconda volta in meno di un'ora sono seduta sul pavimento gelato, ma fortunatamente questa volta qualcuno mi porge la mano per aiutarmi

"Tu?"

SPAZIO AUTRICE
Tu? Tu chi? Eh? Eh? Eeeeeeeh?

Amore || Riccardo MarcuzzoWhere stories live. Discover now