cap. 27

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"Finalmente Dio mio, non l'avrei mica uccisa se mi aveste lasciato entrare 5 ore fa" la voce inconfondibile di Riccardo finalmente mi fa sorridere per la prima volta dopo essermi svegliata, peccato però che il sorriso sia stato costretto a sparire dopo aver visto che con lui c'è Francesca. O almeno credo si chiami così, non mi interessa.

"Non avrai mica cercato di suicidarti solo perché non mi avresti visto per i prossimi mesi?" Chiede avvicinandosi al mio lettino, sono così debole che quando mi prende la mano non riesco neanche a stringere la sua.

Quando mi ricordo della presenza di mio padre in camera quasi trovo la forza per tirare via la mia mano, ma poi lo guardo lo vedo ancora lì, seduto d'avanti alla finestra a fissarmi senza battere ciglio.

A quest'ora se fossi tornata a casa avrei subito una bella ramanzina, invece ora è da quando è arrivato che non dice una parola.

"Allora? Come va?" Chiede Riccardo "È da prima che ti mettessero in questa stanza che io e Federica siamo qui, ma queste sottospecie di medici non ci hanno lasciato entrare"

"È la prassi" interviene il medico

"Si certo, la prassi" ripete imitando la voce del signore

Tra le chiacchiere con Riki e mia madre e tra il mutismo selettivo di Francesca e mio padre, il tempo passa.

"Ho pensato di portarti questo" Mia madre tira fuori dalla borsa un elefantino di pelouche rosa, sembra così dolce e soffice come lo zucchero filato... mi basta poco per capire chi me l'ha mandato.

"Non ho resistito e ho aperto il pacco, aveva una forma così strana...e poi aveva accanto questo bigliettino, ho pensato che tenendolo con me ti avrebbe portato fortuna" dice porgendomelo.

Proprio come con la collana, sul bigliettino c'era scritta un'altra bellissima frase sulla fortuna, molto probabilmente erano prese da internet, ma a chi importa.

"devi avere un ammiratore segreto" mi dice sorridendo.

E già, è tutto un dilemma ed è proprio questa la cosa bella.

Mentre passo le dita tra il pelo del finto elefantino noto divertita la faccia accigliata di Riccardo che fissa il pupazzo, cos'ha di così serio da pensare?

"E' un regalo? e di chi?"

"ammiratore segreto" ripeto, o meglio...stalker

"E' solo un pupazzo, se continui a fissarlo con quello sguardo non lo costringerai a scappare via"

"quale sguardo?" mi chiede smettendo di guardare Il peluche

"ah non lo so, quello che hai sulla faccia" rido

Pov. Riccardo

Dopo aver abbandonato con fatica Angelica al suo letto di ospedale finalmente è arrivato il momento di capirci qualcosa su questa storia.

"Tu lo sapevi vero? E' per questo che l'hai trattata in quel modo per tutto il tempo"

"non è così"

"Federica per favore, se vuoi obbligarmi a non dire a nessuno di questa storia devi dirmi tutta la verità."

E non ho intenzione di chiamare il taxi prima di averci capito qualcosa

"ho detto che non è così"

"Federica" la richiamo

"ok, vuoi sentirmelo dire? allora te lo dirò. La odio." dice incrociando le braccia al petto

"Quindi tu lo sapevi, avevi capito tutto fin dall'inizio"

"no" grida " se vuoi delle risposte per favore non interrompermi."

Il buio, il freddo, la sua voce più arrabbiata che mai e i suoi grandi occhi scuriti dalle pupille dilatate quasi mi fanno tremare quando la sento gridare.

"Eravamo sole, orfane e lei ormai era la mia ragione di vita. Giorno e notte le stavo accanto in quello stupido orfanotrofio di provincia, la proteggevo, la curavo dalle sue influenze e le volevo bene più che a me stessa. Un giorno però, finalmente una giovane coppia era pronta a prendermi in affidamento. Io mi rifiutai, non potevo lasciare da sola la mia sorellina più piccola in quell'inferno, aveva solo 3 anni, così feci l'errore più grande della mia vita..." la sua voce piena d'odio comincia ad affievolirsi. Sembra che possa scoppiare a piangere da un momento all'altro, ma per quanto io possa sembrare testardo, ho bisogno di sapere.

"Parlai alla coppia di Angelica, li supplicai quasi in ginocchio di prendere anche lei e finalmente accettarono di incontrarla. Solo il giorno dopo, quando saremmo dovute partire, seppi che quelli che sarebbero stati i miei nuovi genitori non si erano minimamente piegati alle mie suppliche, anzi, avevano deciso di prendere solo lei." le parole spezzate, la voce tremante mi portano a fermare la sua tortura, ma lei continua comunque a parlare.

"Era più piccola, più dolce e carina di una bambina che aveva già 6 anni e ovviamente presero lei. Seppi tutto la mattina appena sveglia quando non mi lasciarono neanche dire addio alla sorella che oltre ad uccidere i nostri veri genitori mi aveva rubato la speranza di una nuova famiglia"

L'odio era tornato a circondare ogni sua parola.

"io...io non pensavo che fosse vero, non avevo creduto neanche al fatto che tu fossi stata adottata"

"lo so" dice a denti stretti

"ma quindi tu lo sapevi, sapevi che Angelica era tua sorella, è per questo che l'hai trattata in quel modo" ripeto

"Angelica mi ricordava spudoratamente mia sorella, il nome, i modi di fare, anche la sua camminata e la sua risata sembravano essere gli stessi. Cominciava ad irritarmi."

"quindi tu non lo sapevi"

"è la terza volta che me lo chiedi e che mi costringi a dirti che non hai capito niente. Non è come credi, niente è come credi" dice piazzandomisi difronte

"e ora lasciami finire" continua " io non sapevo niente, te lo assicuro. Non avevo la minima idea che potesse veramente essere mia sorella, la odiavo e basta"

"ma perché allora?"

"ma com'è possibile che tu non capisca?" grida

"continuate a dirmi che non capisco, ma cos'è che devo capire?" chiedo alzando anche io il tono della voce

"che sono gelosa, gelosa di te"

SPAZIO AUTRICE
vi faccio notare che nell'immagine del capitolo i colori dei vestiti sono diversi...sembrano veri?
Se volete sapere come ho fatto non chiedetemelo perchè non lo so neanche io hahaha


Amore || Riccardo MarcuzzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora