Cap.3

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"Ehi ragazzi, com'è andata?" Chiede mia madre entrando nella stanza

"Bene" quasi sussurra Riccardo come se non volesse neanche farsi sentire

"Non ti vedo convinto" ridacchia mia madre poggiando una busta sul tavolo.

Lui non risponde ma si limita a sorridere (come sempre)

"Com'è andato cosa?" Chiede poi mio padre dopo averci raggiunti

Giusto, lui non sa niente... lo avevamo deciso con la mamma, se lo avesse saputo non mi avrebbe lasciata accompagnare Riccardo al provino.

"Niente Giuseppe, niente" risponde mia madre portando gli occhi al cielo

"È tua la macchina lì fuori?" Chiede poi sempre mio padre a Riccardo

"Si"

"La sai guidare?"

"Beh, si credo" ride

"E dove credete di andare?"

"Veramente siamo appena tornati" rispondo io di getto, mi stava innervosendo, ma forse dovevo rimanere in silenzio

"Tornati? Tornati da dove?"

Provo a chiedere aiuto a mia madre ma questa storia non può andare avanti così, o a 50 anni mi ritroverò a chiedere a lui il permesso per uscire di casa.

Mia madre ci fa segno di andare, o meglio, scappare di sopra in camera e naturalmente io e Riccardo non ce lo facciamo ripetere due volte.

"Non smetterà mai di farmi paura"

"Non smetterà mai di tenermi in ostaggio" ripeto io facendo sbattere la porta della camera alle mie spalle

"Ma è tuo padre, infondo anche io la penserei come lui"

"ma dopo anni dovrebbe aver capito che non sei un malfamato, non credi?"

"e vabbè"

"eh..."

"e non mettere il muso" dice spingendomi per un braccio, non faccio in tempo neanche a sorridere prima di sentire mio padre urlare

"cosa?" grida " da soli?"

"cazzo" vedo Riccardo alzarsi dal letto dove si era comodamente steso (senza il mio permesso) "forse dovrei andarmene"

"non ti azzardare" lo blocco prima che possa uscire alla stanza e lo tiro verso il letto

"se vai via tu io sono morta"

"dovevi almeno accennarglielo"

"ecco, in quel caso sarei già morta" lo spingo facendolo sedere sul letto e mi siedo affianco "mi spetta una bella serata" sbuffo stendendomi con le braccia incrociate sulla testa.

"se vuoi posso dire di averti costretta" dice dopo un po' "infondo potevi benissimo non venire, è colpa mia"

"ma no, me la caverò...grazie" mi alzo sui gomiti per riuscire a guardarlo "anzi, forse prima ci parlo e meglio è, se vuoi ancora andartene non ti incatenerò" rido

Mi alzo prima di lui e gli apro la porta.

"sei sicura?" annuisco uscendo dalla camera e una volta sicura che mi stia seguendo, comincio a scendere le scale

"non saluto?"

"ma sei pazzo? sei ancora troppo giovane per morire, e poi devi ancora diventare famoso"

Fortunatamente una volta scesi nel salotto, non troviamo nessuno e riesco tranquillamente a far uscire Riccardo senza che nessuno ci noti.

"non esagerare" sento mia madre supplicare mio padre di non uccidermi e in un attimo me lo ritrovo d'avanti

"che fai ora? te ne vai in giro con un ragazzino chi sa dove e ti prendi la libertà di non dirmi niente?"

"sono maggiorenne"

"e non rispondermi così"

"come dovrei risponderti scusa?"

"dopo quello che hai fatto ti permetti anche di rispondermi in questo modo? ti ho educato bene allora"

Ma stiamo scherzando? fatico a stare zitta, ci riesco ma tanto la situazione non cambierà

"cosa farai ora? comincerai a fumare e a drogarti? ah no, scommetto che già lo fai"

"non lo faccio"

"ci mancherebbe altro" ride, una risata isterica...spaventosa

"e cosa avete fatto tutto quel tempo soli tu e il tuo amico? sentiamo"

"non eravamo soli, il provino non era tanto lontano da qui"

"certo, il provino...e quando tornerai incita cosa farai?"

A quelle parole spalanco la bocca, non pensavo arrivasse fino a questo punto

"stai esagerando" finalmente interviene mia madre, era ora, cosa stava aspettando? che mi accusasse di furto?

"non sto esagerando Giulia, è mia figlia"

"ma non ho fatto niente" urlo

"pensala come vuoi, fatto sta che sei in punizione per un mese" grida anche lui (come se non lo avesse fatto per tutto il tempo) "e non si discute" continua sbattendo la porta della cucina mentre io lo fisso dinuovo a bocca aperta

"mi dispiace, ho cercato di spiegare ma..."

"non fa niente" provo a consolare mia madre, anche se in realtà quella da consolare sono io, ogni volta che è mio padre a sgridarmi riesce a farmi sentire uno straccio, mi toglie le forze tanto da non riuscire più neanche a rispondere.

"vado in camera" dico a testa bassa "vado a letto senza cena"

"no, non devi..." faccio cenno con la mano di non dire nient'altro e con il morare a terra vado a rifugiarmi in camera.


SPAZIO AUTRICE

e dopo questo anche io vado a letto, ma con Cena, con John Cena😏... l'avete capita? eh? eh? eh? l'avete capita? ok lasciate stare,buona notte.

Amore || Riccardo MarcuzzoWhere stories live. Discover now