Cap.4

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"Buon giorno principessa" la voce dolce di mia madre mi fa aprire leggermente gli occhi, la vedo posare qualcosa sul comodino e poi allontanarsi verso la finestra.

Alzata la tapparella, il sole mi colpisce dritto in faccia facendomi bruciare gli occhi, la giornata sembra molto più calda rispetto a quella di ieri... speriamo che il detto "il buon giorno si vede dal mattino" sia valido almeno per oggi.

Ancora con gli occhi semichiusi, mi metto seduta e grazie alla luce del sole capisco cosa la mamma aveva poggiato sul comodino: era la colazione.

Rimango stupita nel vedere la mia colazione preferita in un giorno che non è domenica e come se non bastasse...in camera!

"ho pensato di farti una sorpresa dopo quello che è successo ieri sera" dice mia madre sedendosi sul letto e accarezzandomi la testa "attenta a non sporcare troppo e a non fare tardi" continua poi alzandosi e uscendo dalla stanza.

Ancora un po' frastornata mi avvicino al comodino assaporando l'odore delle crapes appena preparate, neanche una vera principessa può avere un risveglio come questo il lunedì mattina.

Con la mente libera dai pensieri, appena finita la colazione mi dirigo in bagno, mi lavo e mi vesto con un leggero sorriso sulle labbra e essendo anche in anticipo rispetto all'orario massimo, mi lancio sul letto. Mi sento così libera e spensierata che evidente mente un po' di droga mi avrebbe fatto lo stesso effetto.

Lentamente scendo le scale con lo zaino mezzo vuoto in spalla e l'idea di sapere mio padre a lavoro mi rende ancora più bella la mattinata.

Raggiungo mia madre svolazzando e la ringrazio per tutto

"non so cosa farei senza di te" dico dandole un bacio sulla guancia

"vai o farai tardi, se vuoi posso accompagnarti con la macchina, ci metto 2 minuti ad uscire dal garage"

Faccio cenno di no e prima di uscire dalla cucina le do un altro bacio.

"almeno per questi giorni prova a non farti vedere da tuo padre con Riccardo e cerca di essere a casa più tempo possibile" mi spiega giusto in tempo prima di vedermi uscire di casa, ma ora non ci voglio pensare. Amo questo spirito hippie e non voglio perderlo, se fosse stata estate avrei completato tutto con pantaloncini, canotte e sandali, so che l'avrei fatto anche a costo di sembrare una pazza.

Ancora sorridente cammino per la strada immaginando di essere sola in un campo fiorito, vicino ad uno di grano tutto giallo con il mulino a vento dietro.

Ogni tanto sento il sole accarezzarmi il viso e quasi riesco per davvero a sentire il profumo dei fior...ok, forse sono veramente pazza.

Il chiasso dei ragazzi fuori da scuola mi riporta alla realtà, ma ho intenzione di portarmi il sorriso dietro almeno per oggi.

"non mi sembri tanto frustata, hai picchiato tuo padre prima che potesse farlo lui?" Riccardo mi si pianta avanti a rischio di farmi cadere, dispersa nel mondo dei sogni com'ero non lo avevo neanche notato

"va tutto bene, ho solo un mese di punizione, non posso stare con te e devo subito tornare a casa" dico sempre sorridente "e ora se vuoi scusarmi, ma devo assistere alla spiegazione di parabole, rette, fuochi, vertici e tutto quanto" mi inchino solennemente a lui e quasi saltellando entro nell'edificio.

"tuo padre ti ha dato una botta in testa?" mi chiede Riccardo raggiungendomi

"non che io ricordi"

"allora deve essere stata bella forte" ride sfilandomi lo zaino per portarmelo.

Come mai sono tutti così gentili con me oggi?

"ehi scusa" una ragazzina ci ferma prima che riuscissimo ad entrare in classe

"Sei tu quello che ha fatto il provino per amici?"

"Ahm...si?"

"Ecco, buona fortuna allora, dicono che sei bravo"

"Oh...grazie"

"Ohi? È tardi, dobbiamo andare " dico tirando Riccardo per la giacca

"Ciao" grida la ragazza, ma ormai siamo troppo lontani perché lei possa sentirci se parliamo con un tono normale.

"Cosa è appena successo?"

"La tua prima put... fan... la tua prima fan"

"Certo, una putfan"

"Aaaah certa gente" mi siedo al mio posto e come ormai da 5 anni, Riccardo mi si siede accanto

"Scherzi a parte, tu mi vedi venire a scuola seguito dalle urla delle ragazzine? Ce ne sono già tante che mi vengono dietro ora"

"Certo, vantati"

"Non hai capito, nel senso che voi ragazze siete imprevedibili, non si sa mai fin dove siete in grado di arrivare"

"Non esagerare"

"Devo ricordarti che stamattina appena sei arrivata sembravi ubriaca peggio di un alcolizzato il sabato sera?"

"Ho i miei motivi...peace and love"

"Certo"

La conversazione si chiude con l'arrivo della professoressa di matematica, diciamo che la voglia di studiare che avevo poco fa ora sta correndo alla Heidi maniera nel prato fiorito.

SPAZIO AUTRICE

Scusatemi per gli eventuali errori ma sono le 2 passate e ho sonno...scrivere questo capitolo mi ha fatto capire che la matematica mi fa schifo anche se sono di buon umore, quindi ora raggiungo anche io Heidi, buonanotte 😌

Amore || Riccardo MarcuzzoTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon