Capitolo -8-

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Apro la porta della stanza "207" ed entro.

Sono sola. Meglio così, chissà chi c'è in camera con me...

Due letti ai lati della porta sono già sistemati, uno blu ghiaccio e uno verde-acqua, due scrivanie grigie ai lati del muro accanto alla porta finestra e infine la porta finestra. Apro quest'ultima e mi affaccio sul balconcino presente.

Il vento soffia leggermente e mi scompiglia i capelli rossi.

Sento l'aria della libertà, dove mia madre non potrà controllare ogni singola cosa che faccio.


Sono così triste per mia sorella! E anche per me, perché fingere di non conoscerci adesso che ci siamo ritrovate è veramente brutto.

-Scusami! -

Una ragazza dai capelli castani corti mi raggiunge correndo.

-Sei l'unica che è passata da queste parti! Sai dov'è la stanza 259? -

-No, però possiamo cercarla insieme! -

Iniziamo a camminare una a fianco all'altra silenziosamente. Strano per me. Devo parlare per forza.

-Comunque io sono Annabelle, ma puoi chiamarmi Anna! - mi sorride.

-Io Rapunzel, ma chiamami anche Punzie! - sorrido anch'io. 

-Ma quale stanza hai? Così non ci allontaniamo dalla tua... -

Incredibile! Mi dimentico anche delle cose più importanti! 

-Non l'ho ancora visto... - dico imbarazzata.

-Non ti preoccupare. Puoi controllare anche ora. -

Guardo il foglietto e vedo scritto "259".

-Abbiamo la stessa stanza!! - esclamo saltando sul posto per la gioia.

-Sì!! - esclama anche lei.

Iniziamo a correre e controlliamo le porte di tutte le stanze.

-Eccola! - esclama lei.

Metto la chiave nella serratura e provo a girare. Ma non ci riesco.

-Fa provare me... -

Neanche lei ci riesce.

-Faccio io signorine. -

Ci voltiamo verso il ragazzo che ha parlato. Lo lascio fare.

-Jack! - esclama Rapunzel.

-Shh! - Hiccup ci fa segno di fare silenzio con l'indice sulle labbra -Jack muoviti! Stiamo infrangendo la regola numero tre! - dice agitato.

-Pazienza! - esclama l'altro.

Finalmente riescono ad aprire la porta.

Entriamo tutti e quattro e ci chiudiamo dentro.

-Non sareste riuscite ad aprire la porta, se non fossimo arrivati noi. Siete troppo entusiaste! -

Sorridiamo imbarazzate.

-Io non so come finirò con te! Voi due non seguitelo in quello che fa! -

Ridiamo entrambe. 

-Dai, non sono così male! Vedi! Le faccio ridere! - dice Jack.

Noi scoppiamo a ridere ancora di più.

-Quindi tu sei Jack? - chiedo quando mi calmo. Annuisce.

-E tu sei... - chiede Punzie.

-Hiccup. Tu? -

-Rapunzel, anche Punzie. -

-Bene, ora vi lasciamo sistemare e poi ci vediamo in mensa. - dice Jack.

-A che ora? - chiedo.

-19:45. - ci informa Hiccup.

-Okay, cercheremo di sbrigarci... ma questa è l'uniforme? - chiede Punzie.

Annuiscono entrambi.

Hiccup indossa una camicia bianca, dei jeans, un gilè nero e una cravatta blu scuro; Jack una camicia blu chiaro, dei jeans e una cravatta nera.

-Non è troppo formale? - chiedo.

-Un po' si. E anche Hic è d'accordo. -

-Vedete le vostre e poi scendete. -

E se ne vanno.

-Sono curiosa di vedere le nostre uniformi! - esclama Rapunzel.

-Allora apriamo queste scatole! -

Prendiamo le nostre rispettive scatole e dopo aver letto le regole, scegliamo l'uniforme da indossare; abbiamo la possibilità di scegliere tra ben cinque abbinamenti: gonna nera, gonna blu-grigio, jeans, pantaloni della tuta grigi e leggins neri; inoltre abbiamo camicie e maglioncini, gilè e la cravatta?!

-Abbiamo delle cravatte?! -

-Cosa?! -

-Iniziamo bene... -


Sento la porta della stanza aprirsi lentamente, come se qualcuno sia incerto se entrare o meno.

-Scusami se ti ho disturbata... -

Una ragazza dai capelli biondo platino, legati in una crocchia elegante e con un abito anch'esso elegante, fa capolino dalla porta.

-Non ti preoccupare, entra pure. - le dico, tranquillamente.

-Sono Merida, piacere di conoscerti. - le porgo la mano.

-Elizabeth, ma puoi chiamarmi Elsa. - mi stringe la mano per pochi secondi. -È un piacere anche per me conoscerti. -

-Sei arrivata da molto? - mi chiede.

-Da circa venti minuti... -

-Quindi hai già aperto la tua scatola... -

-In realtà no. Sono rimasta sul balconcino tutto il tempo. Le apriamo insieme? - le sorrido rassicurante.

Mi sembra preoccupata, ma non capisco quale potrebbe essere il motivo.

-Stai bene? - le chiedo.

Lei salta sul posto, mentre eravamo concentrate ad aprire le nostre scatole.

-Si, si. Non è niente di che... è solo che non sono abituata a conoscere nuove persone... - la osservo incuriosita -Nel senso che non ho avuto una bella infanzia e sono sempre stata sola, quindi... - mi dice rattristandosi.

-Anch'io non ho vissuto chissà che vita. Però qualcosa di bello l'ho vissuto. -

Apriamo le scatole e leggiamo le regole. Poi scegliamo l'uniforme da indossare.

Io ho scelto i jeans grigi, la camicetta bianca e il maglioncino nero; Elsa invece ha scelto un camicia bianca e i jeans blu, con la cravatta blu.

-È la prima volta che indosso una cravatta... - pensa la mia compagna di stanza ad alta voce.

-E saremo obbligate ad indossarla tutto l'anno! - esclamo affranta.

-Non è terribile, dai! - sorride.

-È peggio! - mi osserva come a chiedermi perché. -È troppo elegante. - affermo convinta.

-Ahh. - dice avendo capito.

-Scendiamo per la cena? -

-Penso che resterò qui. Non ho molta fame... - mi dice.

-Come preferisci... -

La saluto con la mano ed esco. 

Mi fa molto piacere che lei sia la mia compagna di stanza. Siamo così diverse. Sono curiosa di conoscerla.


Spero vi piaccia! Scrivete nei commenti.

~Ele 🎶


Ti Voglio Bene [1] |In Revisione|Donde viven las historias. Descúbrelo ahora