<<perché cazzo continui a dire questo di me?capisci che mi fa male?>>

dice di sbotto,alzandosi dal letto bruscamente ed avvicinandosi a me.

<<a te cosa?Non farmi ridere. So come sei. Non mi inganni più.
La realtà è questa. Sono sempre nei casini per colpa tua. Non ti addosso tutto il male,per carita. Sono io stupida,io troppo buona,troppo ingenua e troppo pensierosa...lascia perdere.>>
affermo con un filo di voce, tentando di non piangere.
Scuote la testa.
<<sei sempre pronta a giudicarmi..hai sempre e solo fatto questo.>> dice quasi sconfitto.
<<beh,avrò avuto i miei buoni motivi. Non pensi?>>chiedo ironica.
Ma con quale faccia pretende di farmi la predica?!
Sospira teatralmente.
<<sei solo una bambina. Smettiamola qui.>> dice allontanandosi.
<<e tu rimarrai sempre un coglione senza cuore.>> dico,per poi pentirmene un secondo dopo.
Forse ho esagerato..
Ma no,se lo meritava.

Alza lo sguardo ed incastra i suoi occhi nei miei,distruggendomi.

<<Vattene a fanculo. Non voglio vederti mai più. Sai cosa? Ieri notte ho avuto una rissa,già che ci sono te lo dico,altrimenti chissà cosa cazzo andresti a raccontare..uno fuori il locale stava litigando con un altro. Ed io per difendere il giusto,mi sono messo in mezzo. Il tipo grosso non l'ha presa bene ed ha deciso di vendicarsi con me. Ho chiamato te. Non so perché l'ho fatto,sai? Non lo so. Potevo chiamare Ryan,Chad,Niall,Gabriel,Harry,Lucas,Ethan o Alex..però ho chiamato te. In quel momento ti sentivo come mia madre...l'unica che in quel momento poteva tranquillizarmi, senza farmi domande stupide o ramanzine. Starmi semplicemente vicino. Ed è stato così. Infatti,io questa notte non la dimenticherò mai. E tranquilla,so cosa pensi e cosa temi.  Non abbiamo fatto nulla,non hai il tuo vestito semplicemente perché stanotte ti sei alzata e sei andata in bagno a  spogliarti . Forse avevi caldo. E forse sei sonnambula. Ma poi ecco...ecco che il sogno svanisce.  Tu sei come gli altri...sei auguale a tutte. Mi giudichi come fa chiunque. Anzi,forse anche un pò di più. Ma magari me lo merito,hai ragione. Forse merito davvero tutta la cattiveria del mondo.  Tranquilla,ti lascio in pace,non ti incasino più la vita. Fai come se non esistessi. Non cercare nemmeno di dire tutta la verità ai miei. Lo farà Taylor. Ora pensa solo a te,è questo che vuoi,no?te lo lascio fare.>> dice. Respirando tutta l'aria che ha trattenuto.
Io,d'altro canto,faccio lo stesso.
Come mi sento?
Male.
Malissimo.
Quelle parole...e quei suoi occhi..il modo in cui era...stranamente sincero..
Forse ho sbagliato tutto.
Forse ho davvero sbagliato tutto nella mia cazzo di vita.
Non riesco a realizzare in tempo che lui si gira e va vai,uscendo dalla finestra.
D'istinto fisso il letto,ancora disfatto.
Mi avvicino e mi ci stendo.
Odora di lui.
E questo non va bene. Questo non può essere.
Non è normale che io riconosca il suo odore.
Così come non è normale che stia piangendo.
JUSTIN'S POV
Cammino per le strade di New York che iniziano a prendere vita,a popolarsi di più. Il mal di testa post sbronza si fa sentire ed è sempre più incessante.
Raggiungo in poco tempo uno street coffee e mi siedo,in santa pace.
C'è poca gente,qualche passante che compra qualcosa e qualche famiglia senduta a far colazione.
Ordino una tazza di caffè freddo.
Intanto inizio a fumare la prima sigaretta,prima di una lunga serie.
Guardo distrattamente i passanti,le case,le auto,gli alberi,le strade...tutto non ha senso.
È da un po' che nella mia vita niente più ha tanto senso.
E la cosa mi destabilizza.
In questo istante,a dirla tutta,hanno senso solo le tette della tipa in bella vita nella divisa,che mi serve la mia ordinazione. Con un sorriso smagliante,attende che io assaggi per sapere com'è. 
<<Ottimo..complimenti. com'è che ti chiami?>> chiedo con un sorriso.
In realtà fa cagare. È abbastanza amaro.
<<Ayla..piacere. e tu,bel ragazzino?>>
Risponde. Non è affatto timida la ragazza.
<<Justin...>>dico baciandole la mano. <<Complimenti per il caffè,Ayla>>.

Al di là degli occhiWhere stories live. Discover now