«Fino a quando non ce la faremo più»

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Daniel li osservò curioso, mentre avanzavano sotto gli alberi tendendosi per mano e sorridendo, senza accorgersi della sua presenza. Li vide arrivare al limitare del giardino, fin sotto i rami ormai scarni di una grande quercia.

Il ragazzo dai capelli scuri si chinò a raccogliere da terra una piccola margherita sopravvissuta all'inizio della stagione secca, per poi mostrarla all'altro. Lui la prese con delicatezza tra le dita e sorrise. Daniel sentì una stretta al petto quando li vide baciarsi. Se fosse gioia oppure invidia, non sapeva dirlo. Avrebbe dovuto provare disgusto, ma nel suo cuore non ve n'era traccia.

Decise di andarsene, di lasciare soli i due amanti, ma mentre si alzava il libretto gli cadde tra le foglie e, cercando di raccoglierlo, non poté evitare di fare rumore e finì per attirare l'attenzione dei due ragazzi. Quando lo videro, Daniel non si mosse. Non per paura, ma per la pura curiosità di sapere cosa sarebbe successo di lì a poco.

I due ragazzi si guardarono di nuovo. Sembravano entrambi preoccupati e indecisi sul da farsi. Poi il ragazzo dai capelli scuri sembrò sorridere e allontanarsi dall'altro, compiendo un paio di passi in direzione di Daniel, che era sul punto di indietreggiare. «Ti prego, aspetta, non scappare» sussurrò, con voce calma ma incrinata, quando gli fu abbastanza vicino. Daniel annuì.

Il ragazzo si avvicinò ancora, fino a poterglisi inginocchiare di fronte. «So che ciò che hai appena visto ti sembra strano e che vorresti andare subito a raccontarlo a qualcuno ma, ti prego, non farlo. Non dire niente. Nessuno deve sapere quello che hai scoperto».

«Perché?» domandò Daniel, con curiosità spontanea. Ancora non era del tutto consapevole che, nonostante il mondo stesse cambiando, nei paesi di periferia come quello in cui viveva lui l'omosessualità rimaneva qualcosa con cui non si doveva per nessun motivo avere a che fare. Lui era troppo piccolo per saperlo e inoltre non era di certo un argomento di cui si discuteva apertamente.

«Perché ci sono tante persone che direbbero che quel bacio era qualcosa di sbagliato,» rispose il ragazzo dai capelli scuri, abbassando lo sguardo e sussurrando poi, «e che se lo venissero a sapere ci farebbero del male».

«Tu mi sembri uno in gamba». Questa volta parlò l'altro ragazzo, che nel frattempo si era avvicinato. «Ti prego, promettici che non lo dirai a nessuno» disse, poggiando affettuosamente la mano sulla spalla del più grande, il quale lo guardò e gli strinse la mano in risposta.

Daniel li osservò entrambi, ricordando come li aveva visti felici mentre si guardavano negli occhi, sotto la grande quercia. Poi sfoggiò un piccolo e sincero sorriso, per rassicurarli. «Lo prometto».

Col passare del tempo, Daniel cresceva e il segreto dei due ragazzi cresceva con lui, nascosto. Lui lo serbava quasi gelosamente, sorridendo al ricordo di quel piccolo mondo a lui sconosciuto.

Avrebbe voluto porre qualche domanda sull'argomento ai suoi genitori, ma ogni volta che provava ad aprir bocca, un sentore di disagio lo bloccava. Forse la paura che suo padre gli rivolgesse lo stesso sguardo che gli aveva rivolto il giorno in cui, da bambino, lui era tornato a casa da scuola dicendo che un suo compagno di classe sosteneva che i bambini non li portavano le cicogne e domandando spiegazioni, che naturalmente gli erano state negate.

Quando cambiò scuola, finì nello stesso grande istituto in cui studiavano i due amanti segreti. Li osservava spesso, come se fosse stato il loro angelo custode. Scoprì che il ragazzo dai capelli scuri si chiamava Michael e che era molto popolare a scuola, mentre l'altro si chiamava Aaron. Avevano la stessa età e avevano la maggior parte dei corsi in comune. A volte Daniel notava i loro sguardi e i loro sorrisi e rimase per molto tempo l'unico a interpretarli come qualcosa che andava oltre l'amicizia.

Poi, d'un tratto, com'erano arrivati improvvisamente nel giardino sul retro dell'edificio abbandonato, i due ragazzi non si presentarono più a scuola. Daniel non li scorse più camminare nei corridoi o parlare insieme in cortile. Sembravano scomparsi.

Daniel, ormai un ragazzo, pensò che si fossero trasferiti per qualche motivo e che avessero cambiato istituto, ma le sue ipotesi si dimostrarono infondate quando, durante un intervallo passato in classe per via della pioggia, un suo compagno richiamò l'attenzione di tutti. «Ragazzi, ma avete sentito di Michael Smith, quello dell'ultimo anno? Conoscete?». In risposta alla domanda qualcuno annuì e qualcun altro scosse la testa, per poi allontanarsi.

«Ecco, sapete che gli è successo? Lo hanno trovato grondante di sangue nel retro di un bar. Mi hanno detto che era lì che baciava un ragazzo. Cioè, un ragazzo!» disse enfatizzando l'ultima frase, per dargli una nota di disgusto. «Li hanno uccisi di botte, quei due froci» concluse con un ghigno soddisfatto.

Qualcuno rispose che era già a conoscenza del fatto, qualcun altro commentò con un Che schifo, riferito naturalmente al fatto che erano omosessuali e non al fatto che li avevano ammazzati.
Daniel ricordò di com'era uscito di corsa dalla sua classe e si era rifugiato in bagno. Poi aveva cominciato a piangere.

«Daniel?». La ragazza in rosa seduta di fronte a lui lo stava guardando seccata, tamburellando le lunghe dita sulle ginocchia.

Daniel ebbe un leggero tremore, nel separarsi da quel ricordo e tornare coi piedi per terra. Alzò impercettibilmente le sopracciglia e chiese «Come, scusi?».

L'intervistatrice si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e si ricompose sulla poltrona. «Avevo chiesto se sei fidanzato» disse, fingendo un sorriso.

Daniel tornò ad annaspare nell'indecisione. Quel ricordo doveva pur significare qualcosa. Forse era un ammonimento. Forse la rivelazione della sua relazione si sarebbe ritorta contro di lui. Avrebbe potuto perdere tutto. I fans, la fama, il rispetto. Era disposto a correre un rischio così alto? Il prezzo sarebbe stato amaro da pagare. Si toccò il retro dell'orecchio destro, com'era solito fare Dane. Un flebile No era sul punto di scivolare fuori dalle sue labbra.

Ma le parole di Dane gli tornarono alla mente appena prima di rispondere. «Fino a quando non ce la faremo più» aveva detto. Daniel sussultò. Quanto ancora sarebbe riuscito a resistere nell'ombra?

Mandò giù tutte le sue incertezze e debolezze. Di una cosa era certo, non avrebbe resistito a lungo. «Sì, sono fidanzato» disse.

La ragazza in rosa sorrise, raggiante e felice di aver finalmente conquistato la risposta tanto agognata. Portò il busto in avanti, come per avvicinarsi «E con chi?» chiese. Doveva sembrare un flebile e amichevole sussurro, ma lo sentirono tutti.

Daniel fissò la telecamera, con uno sguardo carico di scuse che sperava Dane avrebbe accettato, tornò a posare gli occhi sulla voglia scura sulla guancia della ragazza, emise un profondo sospiro e rispose.

Angolo Autrice :)

Oddio manca pochissimo alla fine... non sono pronta😱

Virgiz01

Gioco di Maschere ✨BoyxBoy✨Where stories live. Discover now