Il burattinaio

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Il lavoro era di nuovo cominciato. John, come se fosse stato il primo giorno, con un caloroso discorso diede inizio alle riprese delle scene condivise, cioè a quelle più importanti, che riguardavano i dialoghi principali tra i diversi personaggi.

Daniel quel giorno era insolitamente nervoso. Aveva studiato bene il copione, ma sapeva che presto avrebbe dovuto recitare una scena importantissima per il film, una scena estremamente difficile per lui.

Mentre percorreva a grandi passi il proprio camerino, andando dalla porta all'appendiabiti colmo di vestiario grigiastro e spento che in parte stava indossando per interpretare Allen sul set, si malediceva per aver accettato la proposta che John gli aveva fatto al meeting di inizio dicembre.

Avrebbe potuto giustificarsi dicendo che ormai aveva un posto migliore dove andare, che sapeva già tutto il copione alla perfezione e non aveva il minimo bisogno di conoscere meglio Dane. Perché, dopotutto, che vantaggi gli aveva portato l'altro attore? Nessuno. Solo un pesante stato confusionale.
A periodi, Dane era stato maledettamente antipatico, irritabile e imperscrutabile. Poi tutt'un tratto era tornato dopo un matrimonio fallito e si era comportato come se fossero stati amici da sempre. Aveva forse senso?

Daniel fermò la sua marcia pensierosa di fronte all'appendiabiti. Con le punte delle dita sfiorò la manica di una camicia a quadri. Come se quel tessuto, con una piccola scossa, gli avesse trasmesso il temperamento altalenante del suo ipotetico proprietario originale, Allen, Daniel si sentì improvvisamente debole, confuso, fuori posto.

Dane aveva ragione. I ruoli che un attore interpreta lo possono cambiare nel profondo e deve saper proteggersi, se non vuole rischiare di perdere se stesso. Cosa che Daniel temeva gli stesse capitando.
Si chiese che ne sarebbe stato di lui, finite le riprese. Come sarebbe stato tornare a casa e poi recitare in altri film? Sarebbe rimasto la stessa persona di prima? La sua mente era tutto un groviglio di domande e lui odiava sentirsi così impotente di fronte alla propria mancanza di risposte.

Qualcuno bussò quasi impercettibilmente alla porta del suo camerino. «Daniel, sei pronto?» venne chiamato con gentilezza da una voce dal tono dolce come il miele. Collegò in un attimo quella voce a Sarah, una ragazza dello staff che aveva il compito di raggiungere i diversi attori nei loro camerini quando erano richiesti dal regista e accompagnarli sul set su cui erano attesi. Una tuttofare, in poche parole. Di certo, per la precisione e la laboriosità che sicuramente la contraddistinguevano, aveva il rispetto di Daniel. Lui le aveva parlato rare volte, ma aveva comunque potuto avere un assaggio del sorriso e della gentilezza contagiosi di quella ragazza.

«Sì, eccomi» rispose prontamente l'attore. Il nervosismo di qualche minuto prima appena mandato giù grazie alla voce di Sarah, una zolletta di zucchero per la sua mente confusionale.

Daniel si aggiustò quasi involontariamente gli abiti da giovane laureando che indossava e aprì frettolosamente la porta del camerino. Lo accolsero due grandi e vispi occhi marroni, coperti solo da trucco leggero, ma comunque accurato. I capelli di Sarah erano lunghi e neri, incredibilmente lisci, e la sua pelle era così bianca da sembrare fragile come la porcellana. Di certo era una ragazza di bell'aspetto, piacevole allo sguardo.

Quel giorno Daniel non recitò con Dane, ma nelle scene che John girò, il personaggio di Lucien era onnipresente. C'erano riferimenti a lui nei dialoghi, se ne sentiva la pesante influenza nella mentalità e nelle azioni degli altri personaggi.
Sarebbe potuto passare facilmente per il protagonista del film, nonostante non lo fosse. Dopotutto, era un burattinaio e come tale gli piaceva essere al centro dell'attenzione. Si divertiva coi burattini a sua disposizione, ammaliati dalla sua bellezza, a lui devoti. Per una notte li faceva sentire importanti e il giorno dopo li abbandonava. Noi siamo coloro di cui ha bisogno ma che non vuole mai, diceva la battuta di David, un personaggio del film.

Nessuno aveva il permesso di accedere alla mente del burattinaio, alle sfumature più recondite del suo animo. Nel film, il protagonista ci tentava, ma le sue azioni gli si ritorcevano contro, come corde trasformate in vipere.
Lucien, l'inafferrabile, l'effimero e dannato Lucien.

Per quel giorno, però, Daniel riuscì a non pensarci più di tanto. Finite le riprese della giornata, fuori dalla Columbia University, ad attenderlo c'era Sarah, intenzionata a percorrere con lui un pezzo di strada.
Quando giunsero al Residence, per un attimo, mentre Sarah si dirigeva verso la metro e poi si voltava per salutarlo un'ultima volta con un cenno di mano, Daniel scorse nel sorriso della ragazza il luccichio di un possibile nuovo inizio.

Angolo Autrice :)

Heioo persons!
Sono molto molto molto curiosa di sapere che ne pensate di Sarah. Che idea vi siete fatti dalla descrizione? Secondo voi che ruolo avrà nella storia?

Virgiz01

Gioco di Maschere ✨BoyxBoy✨Where stories live. Discover now