Impazzire

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Ogni cosa era perfetta.
L'atmosfera era piacevolmente calma. Delle candele profumate spargevano nel ristorante gradevoli aromi e la musica di sottofondo risuonava piacevolmente nell'ambiente.

Gli occhi di Sarah brillavano, nonostante la luce all'interno del Nancy's fosse fioca. Da quando lei e Daniel si erano incontrati fuori dal locale, un sorriso sincero non aveva più abbandonato il suo viso. Era raggiante, nella sua camicetta chiara e leggera, decorata sul decoltè da qualche piccola gemma ambrata.

Daniel, mentre cenavano e dialogavano, la osservava in modo discreto, scoprendo ogni volta un particolare nuovo, che la rendeva sempre più interessante.

«Allora, ti piace questo posto?» chiese Sarah, prendendo un sorso di vino dal suo calice e cercando di mascherare il suo leggero imbarazzo, in attesa della risposta di Daniel.

«Sì, lo adoro. Il locale è veramente bellissimo e il cibo è uno dei più buoni che io abbia mai mangiato qui negli USA».

Sarah rise di gusto, poi posò il calice sul tavolo con un movimento lento e che manifestava una ritrovata tranquillità «Ne sono contenta» rispose semplicemente.

Ci fu un attimo di silenzio tra i due, quando giunsero a quel vicolo cieco nella conversazione. Dall'altro lato del locale, intanto, un pianista vestito di bianco suonava una melodia allegra e poco impegnativa che lasciava spazio anche al chiacchiericcio dei commensali e ai rumori delle posate che cozzavano tra loro quando venivano poste sul tavolo.

La serata procedette in questo modo: dialoghi e poi momenti di silenzio. In quegli attimi, l'imbarazzo sembrava sovrastare tutto il resto. Non era un imbarazzo completamente negativo, dopotutto entrambi sorridevano, ma era comunque una tensione che li bloccava e loro non avevano il coraggio di liberarsene.

Daniel avrebbe descritto quella situazione come un'altalena che oscillava tra lui e Sarah e che nessuno dei due riusciva a fermare senza un enorme sforzo. Infatti, l'inizio di una nuova conversazione che faceva seguito al silenzio, pareva ogni volta quasi forzata. Tuttavia Sarah sembrava non accorgersene e questo rasserenò Daniel.

Inoltre, Daniel colse l'occasione per raccontare a Sarah dei suoi incubi. All'inizio riteneva che fosse un argomento troppo privato ed era alquanto indeciso sul da farsi, ma alla fine si convinse a parlargliene. Dopotutto, se quello era veramente il principio di una possibile relazione duratura, come Daniel sperava, certe cose era meglio raccontarle subito. Cercò di essere il più vago e discreto possibile, senza far sembrare il tutto un problema di stato, ma solamente una sua fastidiosa caratteristica. Sarah si dimostrò estremamente comprensiva ed espresse la speranza di un cambiamento della situazione.

Passo dopo passo, giunsero alla fine della serata. Dopo un giocoso battibecco, Daniel riuscì finalmente a pagare il conto. Si stavano entrambi apprestando a uscire dal locale, quando Daniel decise di agire. Era del tutto inconsueto per lui abbandonarsi ai consigli della parte irrazionale della sua mente, che continuava a ripetergli Agisci. Sei qui per ottenere dei risultati, ma in quel momento decise semplicemente di lasciarsi andare.

Un attimo prima che Sarah uscisse, fece un profondo respiro e con tocco leggero le prese la mano. Lei si voltò e si riavvicinò, allontanandosi di un poco dalla porta. Lo guardò con quei suoi grandi occhi marroni e sfoggiò un sorriso che trasudava fervida attesa. Non le erano sfuggite le loro mani intrecciate.

Daniel fece un secondo profondo respiro. Posò la mano libera sulla guancia di Sarah e la sentì emozionarsi sotto il suo tocco. Tremava impercettibilmente. Lei dischiuse le labbra lucide e scure, poi serrò gli occhi. Daniel capì che quello era il momento del bacio. Deglutì e avvicinò lentamente il proprio volto a quello di Sarah.

Gioco di Maschere ✨BoyxBoy✨Where stories live. Discover now