«Perdonami»

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Ma allora le coincidenze esistono veramente, pensò tra sé e sé Daniel, mentre si guardava attorno. Si trovava per la seconda volta all'interno del Nancy's.

C'era qualche differenza rispetto alla prima volta in cui era stato lì, naturalmente. Quel giorno era accaduto di sera, mentre adesso era l'ora di pranzo. Il tavolo presso cui sedeva in quel momento non era lo stesso, anzi, era due volte più grande. Ma soprattutto, non c'era Sarah con lui.

Si trattava di un pranzo di lavoro, questa volta. John voleva fargli conoscere alcuni suoi amici e colleghi che stavano partecipando indirettamente alla creazione del film.

«Allora, conosco già l'opinione di John, quindi lo domando anche a te, Daniel: come ti sembra stiano andando le riprese?» chiese uno dei signori seduti a tavola. Daniel non ricordava con precisione il suo nome, ma con molte probabilità era Patrick.

«Uhm, molto bene. Fra poche settimane finiremo le riprese, poi inizieranno ad assemblare il tutto. Abbiamo incontrato qualche difficoltà con alcune riprese, ma lo staff è sempre pronto a rimediare» rispose con voce piatta.

«I fatti sono quelli, Patrick, e non cambiano se poni la domanda a me o se la poni a Daniel» ammiccò John, col suo solito sorriso. Tutti risero.

Tutti tranne Daniel o almeno, la sua breve risata era falsa all'estremo. Voleva andarsene il prima possibile, ma anche scomparire andava più che bene. Che differenza c'era? A lui bastava allontanarsi da tutte quelle persone, che esigevano da lui un completo interesse verso i loro discorsi. Aveva bisogno di silenzio. Stava pensando.

Non all'ultima volta che era stato al Nancy's. Non all'atmosfera leggera che aleggiava nel locale. Non al cibo squisito che gli avevano servito. No. Non stava pensando a Sarah. Era un'altra la persona che teneva occupata la sua mente.

Era passata ormai una settimana, ma quel bacio nel parco non se l'era ancora dimenticato. E come poteva, dopotutto? Era stato qualcosa di completamente nuovo per lui. Non solo perché stava baciando un ragazzo, ma soprattutto perché stava baciando Dane.

Ciò che gli aveva fatto scoppiare il cuore nel momento del bacio era il fatto che, per la prima volta da quando l'aveva conosciuto, Dane aveva abbandonato il suo trono di superbia per lasciarsi guidare.
Daniel era riuscito a sentirlo improvvisamente abbandonare tutte le difese e diventare malleabile. Si era sciolto, in poche parole, e aveva chiuso subito gli occhi per apprezzare quell'attimo.

Subito dopo si erano separati per qualche secondo, come scritto sul copione. Si erano guardati. Negli occhi di Dane, Daniel aveva visto il mondo. Il suo sguardo si spostava febbrilmente, come a voler imprimere nei ricordi ogni minuzioso dettaglio fisico, ogni singola emozione superficiale. Daniel aveva poi interrotto questo scambio di sguardi con un altro bacio, molto più lungo e intenso del precedente.

«Oh, eccoti Sarah!». La voce di John giunse alle orecchie dell'attore leggera come un sussurro ma, nel messaggio che portava con sé, pungente come un ago. In un attimo chiuse Daniel fuori dai suoi pensieri.

«Buongiorno a tutti». Sarah era appena entrata all'interno del Nancy's e ora John la stava presentando a tutti coloro che erano seduti al tavolo. Era serena e raggiante, a differenza di Daniel.

Dopo il non-bacio non si erano più rivolti la parola. Daniel avrebbe tanto voluto andarle a parlare, ma ogni volta che la vedeva perdeva in un attimo tutto il suo coraggio e le sue buone intenzioni.

«Bene, Daniel. Sarà Sarah ad accompagnarti alla Columbia University» disse John, poi si rivolse a tutti. «Sapete, ho scoperto di avere nello staff un regista in erba, Michael. Ho deciso di fargli girare in completa autonomia due scene che ieri non eravamo riusciti a fare» concluse. Con un sorriso orgoglioso accolse le approvazioni e gli scherzosi consigli da parte dei signori seduti al tavolo.

Gioco di Maschere ✨BoyxBoy✨Where stories live. Discover now