«Fino a quando non ce la faremo più»

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Le riprese erano finite e la Columbia University era stata liberata dall'attrezzatura cinematografica. La colonna sonora era stata preparata, le scene montate. Il trailer era stato rilasciato con successo sul web e le interviste erano state portate a termine. Il film era stato presentato nei cinema di mezzo mondo.

Un capitolo concluso per tutti, ma un libro appena alle prime pagine per due giovani attori, innamoratisi l'uno dell'altro sul set di quel film, così diversi, ma complementari allo stesso tempo.

I due avevano deciso di continuare a vivere a New York, nel pittoresco appartamento di mattoni rossi che Daniel aveva affittato prima dell'inizio delle riprese, fino a che non avrebbero trovato un altro posto dove abitare. Andava bene ad entrambi, il quartiere era tranquillo e ancora nessun giornalista li aveva disturbati.

Avevano deciso che la loro relazione sarebbe dovuta rimanere un segreto. «Fino a quando non ce la faremo più» aveva detto Dane una sera, con lo sguardo perso oltre i vetri della finestra della camera da letto, dopo aver vuotato qualche bicchiere.

Daniel odiava quando l'altro gli dava risposte così vaghe a proposito dell'argomento, ma non aveva detto nulla e si era limitato ad abbracciarlo. Sapeva che Dane ce la stava già mettendo tutta per adattarsi alla loro nuova vita.

Perciò mantennero il segreto per quasi un anno, ignorando ogni accenno all'argomento e ogni domanda scomoda. Ma la situazione cambiò radicalmente durante un'intervista di fine settembre. Quella sera Daniel era ospite di uno dei tanti famosi show televisivi che popolano la televisione americana.

Appena era entrato nello studio, le persone sedute lo avevano accolto con dei fragorosi applausi che per un attimo gli avevano scaldato il cuore. Subito dopo si era pentito di essersi vestito in modo così frettoloso. La camicia che stava indossando e che Dane gli aveva tolto troppo velocemente la notte prima aveva uno dei bottoni superiori mancanti. Ma lo staff che lo aveva preparato dietro le quinte non aveva notato nulla, quindi magari nessuno si sarebbe accorto del filo sottile che pendeva dalla stoffa bianca.

La giovane ragazza che conduceva l'intervista indossava un vestito color rosa intenso e forse gli sarebbe stata perfino simpatica, se non avesse cominciato subito col discutere di argomenti un po' troppo delicati per i suoi gusti.

Non c'era voluto molto, prima che lei gli ponesse la domanda più spinosa di tutte: «Allora, Daniel» cominciò, con voce e sguardo carichi di malizia. «Sei per caso fidanzato?».

Lui e Dane non avevano mai avuto il bisogno di definirsi fidanzati, ma in quel momento Daniel non fece molta difficoltà a capire che la loro storia era ciò che tutti volevano sentire. Emise un sospiro e si concentrò su di una piccola voglia scura sulla guancia dell'intervistatrice. Cosa avrebbe dovuto rispondere?

La verità, ecco cos'avrebbe dovuto dire.

Si sistemò meglio sulla poltroncina su cui era seduto e tossì nervosamente, ma quando fu sul punto di socchiudere le labbra e parlare, un ricordo gli balenò nella mente. Un ricordo offuscato, vecchio, che aveva ormai dimenticato da tempo, ma ora così chiaro e vivido.

Era bambino e durante un freddo giorno di gennaio stava leggendo un libretto di favole e leggende irlandesi scovato in soffitta. Si trovava sul retro di una vecchia casetta inglese abbandonata che veniva definita maledetta da tutti i suoi amici. Daniel lo considerava semplicemente un luogo molto tranquillo e tutt'altro che lugubre e pauroso. Lì poteva stare da solo e fare ciò che voleva senza che nessuno lo vedesse o lo spiasse.

Mentre leggeva silenziosamente il suo libro, sentì il leggero rumore di foglie secche calpestate. Chiuse velocemente il libretto e alzò lo sguardo. Poco lontano da lui erano arrivati nel giardino sul retro dell'edificio due ragazzi. Il più alto dei due aveva i capelli scuri, mentre l'altro li teneva cortissimi e biondi, a spazzola.

Gioco di Maschere ✨BoyxBoy✨Where stories live. Discover now