18 Ottobre

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Caro diario,

com'è difficile per una donna lavorare e fare la mamma. Devo correre a portare mio figlio a fare i vari sport; a tennis, a nuoto, poi devo seguirlo nei compiti e nello stesso tempo fare la spesa, cucinare e lasciare il tempo per correggere le verifiche e preparare le lezioni. L'altra notte ho fatto le due di mattina a correggere, ho preso in mano quei compiti alle 22, dopo che Marco si era addormentato, e non sono andata a letto fino a che non li avevo corretti tutti.

Ho una bella notizia da darti, l'altro giorno abbiamo fatto l'incontro con il genitore di Bianchi. Eravamo io, il Preside e le colleghe di Educazione Fisica e Matematica, durante il colloquio ho fatto presente al genitore che mi aveva offeso e fatto le corna, per fortuna il genitore mi ha chiesto scusa, poi il preside ha fatto presente che quest'anno il Regolamento d'Istituto prevederà delle sanzioni disciplinari " Chissà se avrà il coraggio di attuarle !", pensavo tra me.

Io ho sempre pensato che Bianchi avesse dei problemi psicologici, solo che la famiglia si è sempre rifiutata di ammetterli, o meglio ha detto che aveva portato il ragazzo da un emerito specialista solo che questo gli aveva detto che non aveva problemi e quindi la famiglia non voleva più sentir parlare di specialisti per il figlio (sarà stato vero che la famiglia ha fatto tutto questo ?)

Ora io mi chiedo, ma quando un'insegnante si trova di fronte ad un ragazzo con disturbi psicologici cosa può fare? Farlo presente ai genitori, chiedere ai genitori di portare il figlio da alcuni specialisti, ma può solo " chiedere ", non imporre. E se la famiglia rifiuta? Nel caso in cui loro non vogliono accettare questo consiglio ( per motivi propri) e non vogliono sentirselo dire, cosa può fare la scuola? Farlo presente ai servizi sociali ... ma puoi fare presente ai servizi i casi di bambini trascurati, affinché il servizio integri ciò che la famiglia non riesce a dargli, i casi di ragazzi i cui genitori maltrattano i figli o non li curano oppure quando i genitori sono in concreta difficoltà economica ... ma quando siamo di fronte ad una famiglia dell'alta borghesia, i cui genitori sono laureati e benestanti che curano il figlio nell'abbigliamento, nel dargli i soldi (ultimo cellulare o PSP) e almeno all'apparenza non gli fanno mancare nulla, cosa gli dici? Lui poi non è che parla da solo o picchia gli altri, o ha atteggiamenti lesivi particolarmente gravi verso i compagni. No, non ha tutto questo, per cui cosa si può dire? I genitori affermano, a spada tratta, che il ragazzo è perfetto, è solo la scuola incapace di vedere la genialità, là dove c'è, e scambia per non so che cosa quello che è pura creatività ed arte! Per cui il problema non è il ragazzo, ma la scuola e in particolare gli insegnanti che non sanno rapportarsi a lui. Cosa può dire a questo punto un insegnante ?

Che lui ha dei disturbi nel carattere? Ma se uno lo prende da solo e ci parla è un ragazzo tranquillo, corretto e intelligente, per cui diventa difficile, per gli altri, credere a quello che viene detto su di lui.

La sua famiglia, inoltre, non gli fa mancare niente, dice di dargli buoni e sani principi, per cui... si casca nella ormai famosa accusa " Il problema è che forse lei come insegnante non è in grado di tenerlo" così "Il tutto " si ritorce contro la povera prof che, da sola deve combattere contro i mulini a vento, perché se la famiglia denuncia l'insegnante, il giudice darebbe ragione ai genitori. E' per questo che, quando la famiglia rifiuta di collaborare, nessuno oggi osa più parlare di " disagio psicologico " ma solo di " maleducazione " in quanto già per fare tale affermazione ed adoperare aggettivi con la " PSI" davanti bisogna essere competenti.

In realtà ci vorrebbe una telecamera in classe per vedere quello che tipi come lui sono capaci di fare !!

Allora sì che il problema con la telecamera si risolverebbe, perché il comportamento verrebbe registrato e allora i genitori non potrebbero più negare l'evidenza!

Ora ti saluto.

Ciao Elisabetta 

Buongiorno Prof! Diario di un anno scolastico.Where stories live. Discover now